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mercoledì 31 maggio 2017

Speciale: Ricette con le "Rose"!...



Per salutare questo meraviglioso mese fiorito di “rose” che se ne va…eccovi qualche ricette:

La Rosa

La rosa è conosciuta e apprezzata da millenni per le sue proprietà eudermiche (che fanno bene alla pelle): contiene infatti gli acidi tannico e gallico che sono astringenti e tonificanti.
L’acqua di rose, che tutti conoscono, è particolarmente utile alle epidermidi giovani, con acne, e sensibili.

Un Elisir di giovinezza con la moka

          Chi di voi non possiede una vecchia caffettiera espresso oppure una moka che non usa più? Ebbene, sia l’una che l’altra possono servire per preparare in casa l’acqua di rose, senza bisogno del distillatore.
Conservate con pazienza i petali delle rose, sia quelli delle piante del vostro giardino o balcone, sia quelli dei fiori che avrete comprato o ricevuto in regalo. Distendete i petali su un canovaccio o un vassoio, senza sovrapporre gli strati. Quando saranno in quantità sufficiente a riempire il filtro della vostra moka, procedete come per fare un normale caffè, ma…di rose.
Riempite il “serbatoio” con l’acqua, poi il filtro con i petali di rosa, accendete e aspettate che l’acqua “venga su”, con il solito borbottio. Solo che questa volta, al posto dell’aromatico caffè, avrete ottenuto una profumatissima acqua di rose. Potrete usarla per rinfrescare e tonificare il viso.
L’acqua di rose è un semplice ma potente antirughe, un “elisir di giovinezza” che aiuta a mantenere la pelle giovane. Dona un bel colorito e aiuta a curare la couperose. Tutti i tipi di rose sono adatte per il trattamento, naturalmente quelle più profumate.

Qualche ricetta culinaria:

Le Uova Fumé
Per 4 persone.

4 uova, 2 cucchiai di maionese, gr.70 di salmone affumicato, 1 cucchiaio di panna, brandy. Per decorare petali di rose

Lessate le uova per circa 8 minuti dall’inizio del bollore. Mettere poi il recipiente sotto l’acqua fredda. Sgusciare le uova e dividerle a metà.
Svuotarle del rosso che amalgamerete al salmone tritato, alla panna e a un cucchiaio di brandy.
Farcire le mezze uova con questo composto e ricomporre le uova, cercando di camuffate il taglio con della maionese, mescolata con un po’ di composto al salmone.
Decorate con petali di rose di vari colori.

Frittelle ai petali di Rose
Per 4 persone

6 uova, 5 rose fresche, parmigiano grattugiato, olio, sale.

In una terrina battere le uova con 60 gr di parmigiano e un pizzico di sale.
Staccare molto delicatamente i petali delle rose (quelli più grandi), lavarli delicatamente, tamponare l’acqua con fogli di carta da cucina e unirli alla pastella di uova.
Scaldare in un padellino un filo d’olio, versare una cucchiaiata di pastella e fare cuocere da entrambe le parti. Ripetere sino ad esaurimento degli ingredienti.
Queste frittelle si possono eseguire anche con petali di iris, violette, margherite, lillà, fiori di sambuco ecc.

Gnocchi alle Ortiche al burro di Rose
Per 4 persone

250 gr di farina, 2 uova, 500 gr di foglie di ortiche, 200 gr di ricotta fresca, 100 gr di parmigiano grattugiato, sale, pepe.

Per il burro alle rose: 250 gr di burro e petali di 3 rose possibilmente della varietà Centifoglia (burro che deve essere preparato 3 giorni prima).

Per il burro di rosa: staccare delicatamente i petali interni dei fiori, lavarli delicatissimamente e sminuzzarli. In una ciotola formare degli strati di burro alternati a strati di petali, fino ad esaurimento. Avvolgere il burro in un telo di cotone e lasciarlo in frigorifero per almeno 3 giorni.

Per gli gnocchi: Pulire le ortiche e lessarle per 10 minuti in acqua bollente. Scolarle, strizzarle e tritarle finemente. Unirle a farina, uova, ricotta e parmigiano e ricavarne un impasto morbido. Salare e pepare. Preparare con il composto dei piccoli gnocchi e lessarli per pochi minuti in acqua bollente salata. Scolarli e servirli con riccioli di burro alle rose. Deliziosi!

Gelatina per guarnire Dolci, ai petali di Rosa

Con 200 gr di petali di rose profumate e non trattate:

Scottare i petali in pochissima acqua bollente in una casseruola. Aggiungere ai petali 300 gr di zucchero, 300 gr di miele e un cucchiaio di succo di limone. Far cuocere a fuoco lento sino a quando la gelatina è pronta. Filtrarla da un colino per eliminare i petali di rosa.

Orecchiette di Elefante – Gush-e-fil

Ingredienti: 1 uovo ½ tazza di latte, ¼ di tazza di zucchero, 3 tazze e ¼ di farina 00. ¼ di tazza di acqua di rose, ½ cucchiaino di cardamomo macinato, 6 tazze di olio vegetale

Per guarnire:
1 tazza di zucchero a velo
2 cucchiaini di cannella macinata

Sbattete l’uovo in una terrina. Aggiungete a poco a poco il latte, la farina, l’acqua di rose e il cardamomo, lavorando fino ad ottenere un composto morbido e liscio. Stendetelo con il mattarello infarinato su una superficie pulita fino ad ottenere una sfoglia sottile come carta. Utilizzando il bordo di un bicchiere con l’apertura larga o una tazza, tagliate un tondo, che stringerete poi al centro con il pollice per modellare una specie di fiocco. Mettete da parte Ripetete l’operazione fino a terminare tutti i tondi (circa 15). Scaldate l’olio in una padella con i bordi alti. Friggete ogni tondo per 30 secondi per parte. Disponete le frittelle su della carta assorbente a raffreddare. Cospargetele con lo zucchero a velo e la cannella, che avrete nel frattempo mescolato insieme.

* Una tazza corrisponde a 200 gr di riso, 225 gr di zucchero, 115 gr di farina, 2,5 dl di liquido.

(ricetta dal romanzo Caffè Babilonia – Marsha Mehran)

Gelato al Rostacchio
(Quantità a seconda del numero di persone presenti)

Ingredienti: Gelato alla vaniglia, 3 cucchiai d’acqua di rose,pistacchi sgusciati e tritati

Mettere 3 belle palline di gelato alla vaniglia su un piatto da portata. Spruzzate con acqua di rose e cospargete con una manciata di pistacchi. Mangiatelo a piedi nudi, seduti in un prato di trifoglio.

(ricetta di Marsha Mehran dal romanzo Pane e acqua di rose)

Lo Sapevate Che: Che cosa ci possono insegnare i transgender...



Mi Chiama Donata ormai da molti anni e, fra le altre cose, sono meteoropatica, appassionata di botanica, piccola imprenditrice, transgender, cinica e parecchio stanca. Il fatto è che con gli anni, ora ne ho 62, si è incrinata fatalmente quella forza che pensavo invincibile che mi ha permesso di sopravvivere e di avvicinarmi il più possibile all’idea che avevo di me e di quella che volevo fosse la mia piccola felicità. Le scrivo, prima di deporre le armi, esausta e sconfitta, non per essere consolata, ma perché il dubbio che mi è venuto è che la mia questione sia addirittura filosofica ancora prima che privata. Da giovane, pur essendo “piacente”. Ho rifiutato quella professione che non mi apparteneva, seguendo una mia vocazione per la cosiddetta normalità, lo studio, le piante e i fiori. Ma il mondo ha sempre preteso da me sensualità, eccentricità, mistero, come se il mio corpo parlasse un linguaggio potentissimo e fuori dal mio controllo, molto più eloquente a quanto pare del mio pensiero, dei miei valori e della persona alla fine banale che sono. Sono stanca di dimostrare e di dover essere autoironica anche quando il pregiudizio, mi ammazza. Ecco, lei che hai studiato, mi dica: l’istinto di conservazione della specie è una cosa troppo grande perché una trans possa pretendere di vivere tranquilla senza rappresentare una minaccia cosmica? C’è una forza universale che cospira contro la diversità? Se mi abbandonassi, ora, come uno scherzo della natura, dimenticando discorsi di dignità e realizzazione, l’umanità avrebbe pietà di me? E mi tratterebbe meglio? Le regalo un giglio, anche solo per il tempo che ha impiegato a leggermi. Grazie.    Donata/Gionata gionata5555@libero.it

I Transgender, Che la nostra cultura, nonostante la sua proclamata (ma solo proclamata) laicità, ha sempre tenuto ai margini, meritano di essere posti al centro del discorso, se non altro per capire, dai segni che espongono e i simboli che rinviano a un’ulteriorità di senso, se alle volte non stanno annunciando un futuro che riguarda tutti. Mi riferisco all’oltrepassamento dell’identità sessuale fissata nella differenza tra maschile e femminile, nonostante da tempo biologia e psicologia ci dicono che nessuno è per natura relegato in un sesso, visto che l’ambivalenza sessuale, l’attività e la passività, sono iscritte come differenze nel corpo di ogni soggetto e non come termine assoluto legato a un determinato organo sessuale. Ciò nonostante ciascuno tende a rimuovere la sua originaria ambivalenza erogena, per consegnarsi alla sua anatomia: così può essere accolto senza fraintendimenti nell’ordine sociale. Lei ha rispettato la sua ambivalenza e per questo ha dovuto, come dice, dimostrare, giustificare, dissimulare, sopportare il pregiudizio, quando non la segregazione, spesso non manifesta perché mascherata da una falsa e ipocrita accettazione (..). Oggi, nell’epoca della tecnica, che solo gli ingenui pensano che sia ancora uno strumento nelle mani dell’uomo, quando invece è il nostro mondo che decide anche il nostro modo di essere al mondo, la realtà tende sempre meno a ospitare l’antica differenza tra “natura” e “artificio”. Infatti se il mondo che abitiamo è per intero “costruito”, solo un ritardo linguistico può chiamare l’aspetto con cui oggi le persone si presentano e le scene del mondo che abitiamo “artificiali” tenendole distinte da quelle “naturali”. L’idea di natura, che la tecnica ha ridotto a semplice materia prima, ha cessato da tempo di valere come un referente. A questo punto il corpo del transgender non è una deviazione, ma una conferma della caduta di questo referente. E dove non c’è referente, non c’è una norma, misura, orizzonte, identità da salvaguardare, differenze da mantenere come accade quando la natura (espressione della specie che ha in vista unicamente la procreazione) è assunta a norma, con conseguente limitazione della libertà espressiva di ciascun individuo. Il transgender, rifiutando di assumere il sesso come segno distintivo della sua identità personale, apre quel ventaglio di scelte che gli individui possono fare per sentirsi a casa nel loro corpo, nel rispetto dell’ambivalenza che caratterizza ognuno di noi, e che ognuno di noi tende a misconoscere per garantirsi l’accettazione sociale.
umbertogalimberti@repubblica.it – Donna di La Repubblica – 20 maggio 2017 -

Lo Sapevate Che: E' scaduta la Brexit....



Sono I Nostri Figli Bambini e i ragazzi di Manchester. Li abbiamo adottati con il cuore perché nessuna Brexit può recidere il sentimento di un destino comune che ci apparenta. E che, con la polarizzazione dovuta a una guerra in atto seppur asimmetrica, manda fuori corso persino i luoghi comuni più frequentati, inglesi superbi, francesi sciovinisti, tedeschi ottusi, italiani superficiali: tutta moneta scaduta. Forse l’Europa naufragata nei suoi tecnicismi economici può rinascere, per paradosso, grazie a un nemico alle porte che non fa distinzioni, che ci percepisce come un blocco monolitico, unito da un’identica scala valoriale. Noi siamo i Beatles e i Rolling Stones, colonna sonora accettata e anzi amata persino quando non capivamo i testi delle canzoni. Noi siamo i punk, noi siamo i Pink Floid e la swinging London ottimista, vitale ed edonista. Noi siamo la “Douce France” di Charles Trenet e ci piace “flàner sur les grands boulevards”, come cantava Yves Montand, francese diMonsummano Terme, Pistoia. Noi abbiamo letto Nietzsche e Heidegger. Oltre le Alpi vestono Gran Tour tra Venezia, Firenze, Roma, Napoli, la Sicilia… E c appassioniamo tutti per la Champions League più che per i nostri campionati di calcio nazionali, il Barcellona e il Chelsea ci sono i familiari come la Juventus e la Roma. L’Erasmus dei nostri studenti ha abbattuto le frontiere più degli accordi di Schengen. La Babele delle lingue è stata scavalcata dalla conoscenza (quasi) generalizzata di quella che le unifica, l’inglese che edifica un ponte senza possibilità di exit. Abbiamo rifiutato la tortura. Abbiamo accettato, seppur con qualche fatica, il principio della parità dei sessi. Soprattutto abbiamo riconosciuto la libertà delle donne di disporre del proprio corpo, quanto di più inviso alle fasce più retrive di un mondo arabo che vede messa in discussione la propria organizzazione sociale: i buoni esempi, rilanciati dalle televisioni satellitari nel mondo globalizzato, sono rivoluzionari. Per una coincidenza del destino nel breve volgere di pochi mesi andiamo tutti o quasi, noi europei, a deporre la scheda nelle urne per scegliere chi ci governa. L’hanno fatto da poco gli olandesi e i francesi, lo faranno a breve gli inglesi e gli altri britannici, a settembre sarà il turno dei tedeschi, poco più avanti arriverà quello di noi italiani. Quel gesto di ordinaria democrazia è insopportabile agli occhi di imam e rais che vorrebbero comandare senza essere scelti. Per questo cercano di pilotare le nostre decisioni con il frastuono delle bombe dei kamikaze. Ma su Manchester abbiamo votato tutti insieme, qui in Europa: sapete che c’è? Dagli Urali all’Atlantico, a tutti piace andare ai concerti di Ariana Grande.
Gigi Riva – Ingrandimento – L’Espresso – 28 maggio 2017 -