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venerdì 13 ottobre 2017

Lo Sapevate Che: Tutti insieme, disastrosamente...



All’ultimo duello televisivo tra Angela Merkel e Martin Schulz, secondo un amico tedesco, l’unica differenza è che il secondo aveva la barba. Il lungo abbraccio nella Grosse Koalition degli antichi rivali, Cdu e Spd, sembra aver stancato entrambi gli elettorati e i democristiani perfino più dei socialisti. Ma la perdita di senso, prima che di consenso, dell’Spd, la secolare quercia del socialismo europeo, la madre ormai pallida di quella straordinaria creatura che fu lo Stato sociale, lascia senza parole. In Germania è accaduto in fondo quanto già visto in tutta Europa, ma soltanto il voto nel cuore dell’impero poteva chiarire il passaggio storico in atto. Non è finita la storia, è morta la sinistra. Non stanno vincendo le destre, scompare la socialdemocrazia. Del resto, spostando lo sguardo oltreoceano, era chiaro che non aveva vinto Donald Trump, ma perso Hillary Clinton. Tutto il resto è secondario, accessorio. La sopravvivenza di governi conservatori comunque in declino, l’avanzata dei populismi, il risorgere di fantasmi nazionalisti e separatisti, la spettacolare meteora di movimenti “né di destra né di sinistra” come i 5 Stelle o En Marche, che potrebbero svanire con la stessa velocità con la quale si sono affermati. Sono soltanto turbolenze della politica che spaventano ma non cambiano la rotta, provocate dal gigantesco vuoto d’aria a sinistra. In dieci anni i socialisti si sono dimezzati in Germania, Spagna e Austria, quasi estini in Francia, Grecia, Ungheria e Polonia. Hanno perso elettori nei ceti popolari e fra i giovani, una crisi irreversibile. Molti elettor rimasti votano più il ricordo di un passato glorioso che un presente insignificante. Sotto i trent’anni moltissimi li considerano uguali ai conservatori: saranno tutti qualunquisti? In Germania la Spd ha governato 17 degli ultimi vent’anni, da sola o con la Cdu, contribuendo a un boom economico fondato tuttavia su bassi salari e demolizione dei contratti nazionali. In ultimo perfino la Bce ha criticato la politica dei salari tedeschi più di quanto abbia fatto l’Spd e infatti Merkel, che vorrebbe togliersi al più presto di torno Draghi, corteggia Schulz per un’altra grande coalizione. La sinistra storica europea non sembra aver perso soltanto l’anima, il sogno o l’utopia, ma finanche una minima funzione critica, ossessionata dal governo per il governo, il potere per il potere, dal vincere a ogni costo che poi si traduce in realtà nel perdere senza onore, dopo aver sposato le parole d’ordine dell’avversario. Nessuno oggi capisce il rifiuto di Schulz a una nuova alleanza con Merkel: perché rimanere all’opposizione se erano d’accordo su tutto?
Curzio Maltese – Contromano – Il Venerdì di La Repubblica – 6 ottobre 2017 -

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