Etichette

venerdì 31 luglio 2015

Speciale: Deliziosi Piatti con Pesce...



Spiedini con le Cozze, alla birra
Per 6 persone

20 cozze di grossa taglia, 1 tazza di farina, 1 bicchiere di birra chiara, 1 vasetto di yogurt intero al naturale, 1 spicchio d’aglio, 1 cucchiaio di pinoli, olio, sale.

Lavare bene le cozze e scottarle appena in acqua bollente per farle aprire. Nel mentre preparare una pastella non troppo fluida, mescolando la farina con la birra e un pizzico di sale. Infilzare quindi i frutti di mare in piccoli spiedini di bambù, 3-4 alla volta, napparli nella pastella e farli friggere in una padella con abbondante olio in ebollizione, finchè saranno dorati da tutte le parti. Fare assorbire l’olio in eccesso su carta assorbente da cucina. Servire gli spiedini di cozze ben caldi con una spolverata di sale, accompagnandoli con una salsa preparata così: sbattere lo yogurt con 1 cucchiaio di olio, l’aglio grattugiato, poco sale e i pinoli tritati.

Torta con Salmone e Gamberi
Per 6 persone

300 gr di farina, 1 uovo, 1 dl di panna, 150 gr di burro, 350 gr di filetto di salmone, 250 gr di gamberi, 1 spicchio d’aglio, 1 cucchiaio di erba cipollina tritata, 1cucchiaio di prezzemolo, vino bianco, olio, sale e pepe. Burro e farina per la tortiera.

In una terrina mettere la farina con 150 gr di burro a dadini, un pizzico di sale e 2 cucchiai di acqua gelata. Mescolare rapidamente gli ingredienti, formare una palla con la pasta, raccoglierla in una pellicola e metterla in frigorifero per ½ ora. Nel mentre togliere se c’è la pelle al salmone, eventuali lische, lavarlo e asciugarlo, tagliare la polpa a pezzettini di circa 2 cm di lato. Pulire i gamberi dal carapace e dal filettino nero intestinale, lavarli e asciugarli. In una padella con 3 cucchiai d’olio fare rosolare lo spicchio d’aglio, toglierlo, aggiungere il salmone, rosolare per 5 minuti, aggiungere i gamberi, mescolare rosolare per 1 minuto, aggiungere ½ bicchiere di vino bianco, fiammeggiare, cuocere ancora per 1 minuto, salare, pepare e togliere dal fuoco. Lasciare raffreddare. In una terrina battere l’uovo, aggiungere la panna e le due erbe, salare leggermente, aggiungere i pesci e mescolare delicatamente il tutto. Su di un piano leggermente infarinato appoggiare la pasta e stenderla ad uno spessore di 3 mm. Foderare  con la pasta una pirofila rotonda di circa 25 cm di diametro, bucherellare il fondo della pasta con i rebbi di una forchetta e riempire la tortiera con il composto preparato. Fare cuocere in forno preriscaldato a 180° per 40 minuti. Servirla tiepido o a temperatura ambiente. Deliziosa!

Lo Sapevate Che: L'importante è confrontare i punti di vista...



Altro che il web. Esiste una rete sotterranea in cui tutti comunicano, si esprimono e si capiscono semplicemente immergendo tradizionalmente la testa sotto la sabbia, o almeno in qualche punto dove la luce non arrivi. Non serve nemmeno un kit, tuttalpiù un manualetto, che chiunque può imparare a memoria. E’ lì, sotto la superficie, che si giocano carriere e poteri, sopravvivenze e affari. Chiunque può farlo, e la convenienza è talmente evidente che fin dall’infanzia siamo addestrati da chi ci circonda a muoverci in questo mondo condiviso. Fa solo ridere sentir parlare della luce in fondo al tunnel, quando la sua presenza o meno è solo una scelta di carattere personale, di gruppo, di generazione, di cultura, di interesse. D’altronde, come affermano i clinici più accreditati, guardare fa male.
maxbuchi@yahoo.it – Il Venerdì di Repubblica – 24 Luglio 2015 -

Lo Sapevate Che: Cristo si è fermato a Ovest...



Mi chiedo perché il cristianesimo, o se vogliamo la tradizione giudaico-cristiana. abbia attecchito esclusivamente in quella parte di mondo che definiamo occidentale e che all’epoca era caratterizzata dall’essere di matrice ellenico-romana, e non altrove? Certo, poi il cristianesimo è stato esportato, ma questo riguarda dinamiche affatto diverse. Quindi non possiamo sentirci autorizzati a pensare che, il cristianesimo stesso fosse “congruente” col substrato culturale ove si è poi effettivamente annidato, non riuscendo a impiantarsi in modo significativo là dove questa possibilità era assente? “Cristianesimo e Occidente sono nati insieme, hanno avuto nel bene e nel male la stessa storia, avranno perciò lo stesso destino”: parole, le sue, che mi sento di condividere; allo stesso modo, tuttavia, potremmo dire che non solo l’Occidente deve alla cristianità i suoi valori fondanti, ma che il cristianesimo deve all’Occidente la sua stessa sopravvivenza.   Valentino Signorini  -   signorinivalentino@virgilio.it
Le ragioni per cui il cristianesimo è nato nell’area mediterranea che possiamo considerare la culla dell’Occidente sono diverse e tra loro convergenti: 1. La prima è che il cristianesimo è una variante dell’ebraismo. Come dice più esplicitamente Nietzsche, un’”eresia ebraica”. Con tale matrice il cristianesimo rimane confuso, agli occhi di Roma, almeno fino al 111 d.C. quando Plinio il Giovane, in qualità di Governatore di Bitinia e Ponto, chiede all’imperatore Traiano come si deve comportare nei confronti di una setta che non si definisce ebrea, ma cristiana. Quindi anche tutte le persecuzioni degli ebrei, la cui religione, accanto a quella ellenico-romana, era la più diffusa nel Mediterraneo. 2. Il cristianesimo si allargò oltre l’ebraismo, nel mondo pagano, dopo l’accesa contesa al Concilio di Gerusalemme verso il 50 d.C., tra Paolo di Tarso e Pietro che, contro il parere del primo, voleva estendere ai pagani convertiti l’applicazione della legge mosaica. Paolo, che parlava ebraico, greco e latino, fu il primo, con le lettere, a gettare le basi teologiche del cristianesimo (..). 3. Sempre nella culla del Mediterraneo si era diffusa la religione gnostica, che fondeva in una visione tragico-nichilista di un Dio dimentico delle sue creature motivi delle religioni misteriche e dello zoroastrismo e credenze religiose precristiane e giudaiche, successivamente composte con la filosofia platonica e neoplatonica. La gnosi, con le sue scuole, i suoi maestri, le sue accademie, l’ultima delle quali fu chiusa nel 529 da Giustiniano, era diffusa nell’area che va dalla Persia all’Egitto (..). 4. Per combattere la Gnosi i Padri della Chiesa ritennero di dover dare un fondamento teologico al cristianesimo, almeno altrettanto solido quanto quello di cui disponeva la Gnosi. E allo scopo adottarono la filosofia di Platone, che per la sua concezione dualistica di un cielo iperuranico e un mondo sensibile che a quel cielo doveva adeguarsi, meglio si prestava alla concezione cristiana che prevedeva una città terrena e una celeste (..). Il recupero della filosofia di Aristotele avvenne mille anni dopo con Tommaso d’Aquino e ancora oggi la teologia cristiana è ricalcata sul modello della filosofia platonico-aristotelica che non ha alcuna relazione col messaggio evangelico che parla d’amore e carità. 5. Il resto è storia nota. Nel 391, con Teodosio, il Cristianesimo diventa religione di Stato, e nel 476, quando l’Impero Romano d’Occidente cade de finitamente, la Chiesa cristiana, che nel frattempo aveva ereditato la cultura giuridica e amministrativa dell’Impero Romano, prende a governare materialmente e spiritualmente l’Occidente, diffondendo quei valori di libertà (“non devono più esserci né schiavi né padroni”), di uguaglianza (“siamo tutti figli di Dio”) e di fraternità (“ama il prossimo tuo come te stesso”), mai attuati nella storia governata dalla Chiesa, ma riproposti in versione laica dalla Rivoluzione francese e tuttora in via di faticosa attuazione. Possiamo allora concludere con Baget Bozzo che Occidente e cristianesimo, per essere nati l’uno con l’altro, avranno ineluttabilmente lo stesso destino.
umbertogalimberti@repubblica.it  - Donna di Repubblica 25 luglio 2015

giovedì 30 luglio 2015

Speciale: Le dolcezze della vita....



Torta Dietetica “Cioccolatino”
Per 6 persone

1 tavoletta di cioccolato fondente da 100 gr, 1 etto di mandorle pelate, 4 albumi di uovo, 80 gr di zucchero semolato, 150 ml di latte, zucchero a velo q.b.

Far tostare le mandorle nel forno, sino ad assumere un bel colore scuro. Tritarle accuratamente quasi a ridurle in polvere. Unirle a 80 gr di zucchero semolato. Far sciogliere in una casseruola piccola la tavoletta di cioccolato, ridotta a pezzetti unendo 150 ml di latte. Mescolare con un cucchiaio di legno sin a che il cioccolato sia completamente fuso. Quindi, togliere dal fuoco e incorporarvi le mandorle in polvere e le chiare d’uovo montate a neve fermissima. Versare il tutto in una pirofila rotonda di vetro foderata con carta da forno, inumi ditata e ben strizzata, di circa 20 cm. Di diametro. Infornare a forno preriscaldato a 180° e far cuocere per 20 minuti, poi abbassare la temperatura a 150° e far cuocere ancora per altri 20 minuti. Togliere dal forno, lasciar raffreddare nella pirofila. Sistemare la torta in un piatto da portata e spolverarla con zucchero a velo.

Dolce sushi con polpettine di Riso e Frutta
Per 6 persone

150 gr di riso Originario, latte, 1 stecca di vaniglia, 1 pesca dura ma matura, 2 prugne rosse, 1 mango, un pugnetto di frutti di bosco misti, foglie di menta, cocco grattugiato, sale, zucchero di canna.

Portare a bollore in una casseruola ¾ di litro di latte con l’aggiunta della stecca di vaniglia incisa a meta e un cucchiaino di sale. Aggiungere il riso sciacquato sotto l’acqua corrente e farlo bollire per ½ ora, fin che tutto il liquido sia stato assorbito. Eliminare la stecca di vaniglia, aggiungere 70 gr di zucchero di canna e mescolare bene. Versare il riso in una teglia ricoperta con carta da forno. Stenderlo, livellandolo bene, ad uno spessore di circa 2 cm e fare raffreddare.
Lavare e asciugare bene la frutta. Pelare solo il mango, tagliarlo a metà e togliere il nocciolo. Togliere in nocciolo anche alla pesca e alle prugne. Affettare a strisce di circa 2 cm la polpa di mango. Affettare a fettine la pesce tagliata a metà e le prugne. Asciugare molto bene con carta assorbente  i frutti di bosco lavati.
Con l’aiuto di un cucchiaio prelevare il riso dalla pirofila e aiutandovi con un secondo cucchiaio formate una polpettina ovale. Appoggiatela sopra un piatto di portata e continuate fino ad esaurimento del riso. Disponete la frutta sulla sommità del riso, variando i colori di ogni polpettina e aggiungendo con stile i frutti di bosco con qualche pezzettino di foglia di menta. Distribuite sopra la frutta il cocco grattugiato. Servite la preparazione a temperatura ambiente. Una vera delizia!

Sformatini allo Zenzero e Lavanda
Per 4 persone

1 lt di latte intero, 8 tuorli, 200 gr di zucchero semolato, un mazzolino di lavanda fresca, 1 bustina di zafferano. Stampini

La preparazione avviene in 2 tempi: portare a bollore ½ lt di latte in una casseruola. Ricavare circa 2 cucchiai di lavanda (fiori), pulirli e unirli al latte. Lasciare sul fuoco per 5 minuti, quindi filtrare. Battere 4 tuorli con 100 gr di zucchero e versarli a filo al latte filtrato, mescolando sino ad ottenere un liquido omogeneo. Ripetere l’operazione con gli ingredienti residui, sostituendo la lavanda allo zafferano e non filtrando. Distribuire i liquidi negli stampini e fare cuocere in forno preriscaldato a 170° a bagnomaria per circa 45 minuti.

Lo Sapevate Che: Riusciranno i giovani a liberare l'Europa dagli opposti populismi?...



Se il populismo consiste nel dire le menzogne che il popolo ama sentirsi dire, nell’alimentare i peggiori pregiudizi per nascondere la realtà e nell’attribuire ogni colpa al nemico, beh, allora oggi è difficile trovare in Europa qualcuno che possa definirsi non populista. Vi sono ormai populismi di ogni tipo, di destra e di sinistra e di centro, dall’alto e dal basso, populismi di opposizione e di governo. Tutti hanno in comune la determinazione a non assumersi alcuna responsabilità. Ed è questo il tratto che spaventa di più della crisi europea, perché rimanda alle epoche più buie della storia del continente. E’ come se si fosse persa del tutto la memoria. L’Europa ha saputo risorgere dalle macerie del dopoguerra quando ha saputo guardare con umiltà ai propri errori, quelli di tutti, vinti e vincitori. Oggi questo comportamento onesto e adulto è quasi inconcepibile. Chi si ostina a coltivare il dubbio è irriso da maggioranze infantili, vittimiste e manichee. Il populismo del resto è il linguaggio perfetto per i nuovi media. E’ facilissimo verificare come sulla rete un luogo comune, per quanto stupido e bolso, ottenga sempre un livello di consenso elevato, mentre una visione più originale e complessa suscita reazioni negative e perfino rabbiose. Naturalmente è sempre stato così, anche prima di internet, ma mai come ora il dibattito è ridotto al derby fra”mi piace” e “non mi piace”. Ai popoli del Sud Europa piace tanto l’idea che tutti i loro problemi derivino dalla Germania e dall’egoismo nordico. Questo pensiero permette loro di assolversi dal fatto di aver votato classi dirigenti corrotte e ignoranti, in cambio di politiche clientelari che hanno fatto esplodere i debiti pubblici. I rinomati ladroni eletti a fuor di popolo in questi decenni in Italia, Grecia, Spagna, Portogallo – siamo sinceri – non avrebbero mai potuto far politica nel Nord Europa. Neppure è colpa del Nord la se i Paesi del Sud “investono” da decenni in mazzette e grandi opere inutili, invece di investire tantissimo in ricerca e istruzione come Germania o Danimarca. D’altra parte i tedeschi e gli alleati dovrebbero smetterla di raccontarsi che hanno fatto sacrifici per salvare i poveri meridionali. Hanno piuttosto sfruttato al massimo la miseria delle classi dirigenti mediterranee per costruire un’Europa che, dati alla mano, ha avvantaggiato soltanto loro. Quanto al conto degli errori, sono le giovani generazioni del Sud e non certo i pensionati del Nord a pagarlo ormai da anni. Ed è forse questa l’unica speranza di tornare all’Europa sognata nel dopoguerra, un patto fra le giovani generazioni di europei, che sappia rilanciare quell’idea di Unione che è stata travolta e immiserita dai vecchi egoismi e dall’egoismo di vecchi.
Curzio Maltese – Contromano – Il Venerdì di Repubblica – 24 luglio 2015 -