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sabato 30 aprile 2022

Lo Sapevate Che: Alan Friedman: È un giornalista, conduttore televisivo e scrittore statunitense. Esperto di economia, è stato inviato dell'International Herald Tribune, stagista collaboratore dell'amministrazione del ... Wikipedia


Gli italiani devono capire che è lui [Renzi] la vostra ultima chance. Da complici o vittime del sistema, dovete diventarne degli scardinatori. E Renzi deve cercare di essere il catalizzatore di questa impresa.

[Febbraio 2014]
” – Alan Friedman

 

Alan Friedman nasce il 30 aprile 1956 a New York, negli Stati Uniti. Laureatosi alla New York University, studia a Londra alla Lse, la London School of Economics and Political Science, e a Washington alla Sais, la John Hopkins University School of Advanced International Studies.

Dopo avere fatto parte dello staff del presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter nel ruolo di Presidential Management Intern e avere collaborato con Bella Abzug e Donald Fraser, a partire dal 1979 è una delle firme più autorevoli del "Financial Times", per il quale scrive dapprima da Londra (fino al 1983) e poi dall'Italia, Paese dal quale è corrispondente e dove, nel 1987, si aggiudica il "Premio Trento" in qualità di migliore corrispondente estero in Italia.

L'anno successivo scrive per Longanesi il libro "Tutto in famiglia" (titolo originale: "Gianni Agnelli and the network"), cui segue nel 1989, ancora per Longanesi, "Ce la farà il capitalismo italiano?". Sempre nel 1989 si trasferisce negli Stati Uniti, dove rimane fino al 1993. Dopo essere diventato un volto noto della televisione inglese già negli anni Ottanta grazie al programma "Newsnight", in onda sulla Bbc, nel 1991 Alan Friedman appare sulla Abc in "Nightline", al fianco di Ted Koppel: una trasmissione di inchiesta che include dodici puntate co-prodotte dal "Financial Times" dedicate allo scandalo delle armi statunitensi vendute all'Iraq (il cosiddetto Iraq-gate) con la complicità del governo americano e il coinvolgimento della Banca Nazionale del Lavoro.

Diventato global economy correspondent per l'"International Herald Tribune" e autore del libro "La madre di tutti gli affari", realizzato con la collaborazione di Emanuela Minnai (titolo originale: "Spider's web: the secret history of how the White House illegally armed Iraq"), dal 1994 il giornalista americano inizia a scrivere sul "New York Times".

Dopo avere presentato su Raitre la rubrica settimanale "Money Line" nel 1995, l'anno successivo, insieme con Giovanni Minoli e Myrta Merlino, è autore e presentatore di "Maastricht Italia", trasmissione di economia in onda sempre sulla terza rete Rai. Nello stesso periodo pubblica per Longanesi "Il bivio. L'Italia a metà strada tra crisi e transizione". Nel 1997 riceve dal Parlamento italiano la Medaglia d'onore, unico giornalista americano a potersi fregiare del riconoscimento, mentre due anni dopo diventa presidente dell'"International Herald Tribune Tv".

Nel frattempo, ha un ruolo fondamentale nella creazione di Rainews24, canale Rai interamente dedicato alle news, per il quale collabora con Michele Mezza e Roberto Morrione. Nel 1999 è coinvolto, grazie alla joint venture tra "International Herald Tribune" e Rai, nella nascita della coproduzione di "Pianeta Economia/World Business". Vincitore del "Prix Italia 2001" per la trasmissione di Rai News "Pianeta Economia", conduttore su Raitre di "Mr. Euro" e su Raidue de "I vostri soldi", nel 2003 Alan Friedman lavora con Emilio Carelli, Tom Mockridge e Rupert Murdoch alla creazione e al lancio di SkyTg24, canale all news della versione italiana di Sky.

Nel frattempo, lascia il "New York Times" per diventare global economy columnist del "The Wall Street Journal Europe", carica che mantiene per due anni. Mentre la sua fama in Italia viene accresciuta anche dall'imitazione che il comico Maurizio Crozza fa di lui, il giornalista newyorchese diventa anchor man dell'"Alan Friedman Show", talk show in onda su SkyTg24.

Dopo avere lasciato l'"International Herald Tribune Tv", nel 2009 conduce su La7, insieme con Barbara Gubellini, il programma da lui stesso ideato "La Nuova Via Della Seta", serie di documentari dedicati all'India, alla Cina e ad altri Paesi emergenti. Nel 2011 finisce al centro delle polemiche dopo che "The Independent", quotidiano britannico, pubblica un articolo in cui accusa la FBC Media, società di produzione fondata e diretta da Friedman, di avere ricevuto dal governo della Malaysia milioni di dollari per produrre documentari sulla Bbc dedicati proprio al Paese asiatico: in seguito alla diffusione della notizia, la tv pubblica inglese attiva il comitato etico, il BBC Trust's Editorial Standards Committee, ideato per proteggere i telespettatori, e scopre che otto documentari dei venti prodotti dalla FBC di Friedman non soddisfano le linee guida editoriali della televisione palesando un conflitto di interessi.

Nel 2014 Alan Friedman pubblica per Rizzoli il libro "Ammazziamo il gattopardo": l'uscita del volume è preceduta da una serie di anticipazioni, apparse in anteprima sul "Corriere della Sera", nelle quali si rivela, tramite interviste di Carlo De Benedetti e Mario Monti, che Giorgio Napolitano già nell'estate del 2011 pensava a una sostituzione dell'allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi con lo stesso Monti. L'uscita delle anticipazioni suscita polemiche violente, che tuttavia vengono sopite con la caduta del governo di Enrico Letta.

https://biografieonline.it/biografia-alan-friedman

Lo Sapevate Che: Edouard Manet: È stato un pittore francese, uno dei primi artisti del XIX secolo a dipingere la vita, fu considerato il maggiore interprete della pittura pre-impressionista e fondamentale nella transizione dal realismo. Wikipedia


Si vede come si vuol vedere, ed è questa falsità che costituisce l'arte.” Edouard Manet

 

Impressioni nella mente

Edouard Manet nasce a Parigi il giorno 23 gennaio 1832. La sua famiglia è benestante: il padre è il giudice August Manet, la madre invece è la figlia di un diplomatico.

Sin da giovane Ėdouard ha la passione per l'arte e vorrebbe intraprendere la carriera artistica, che non gli viene però permessa dal padre, che lo iscrive al Collège Saint Rolin nel 1839.

I risultati scolastici del giovane sono però scarsi, per cui il padre sceglie per il figlio la carriera nella Marina militare. Il giovane Manet però non supera le prove per accedere all'Accademia Navale ed è per questo motivo che si imbarca come mozzo a bordo della nave "Le Havre et Guadalupe".

Dopo questa esperienza torna a Parigi, riuscendo a convincere il padre a intraprendere la carriera artistica. August Manet cerca invano di fare iscrivere il figlio presso l'École des Beaux-Arts, ma il giovane Ėdouard nel 1850 preferisce studiare arte presso il celebre ritrattista francese Thomas Couture. Manet in questi anni apre uno studio d'arte con Albert de Balleroy e intrattiene una relazione amorosa con Suzanne Leenhoff, sua insegnante di pianoforte. Dopo sei anni Ėdouard lascia il suo maestro d'arte, poiché non si adatta al suo stile troppo banale e accademico.

L'artista francese viaggia molto, infatti, visita l'Olanda, l'Italia, l'Austria, la Germania, analizzando e studiando lo stile tonale utilizzato da GiorgioneGoyaVelazquezTiziano e i pittori olandesi del 1600 nelle loro opere. Il suo stile pittorico è molto influenzato anche dalla conoscenza delle stampe giapponesi.

Dal 1856 studia presso l'Accademie, seguendo le lezioni di Léon Bonnat. Nell'Accademie, Manet conosce anche celebri artisti e numerosi intellettuali. Grazie alla pittrice francese Berthe Morisot, entra nella cerchia dei pittori impressionisti, stringendo amicizia con Edgar DegasCamille PissarroClaude MonetAlfred Sisley, Pierre-Auguste Renoir, Paul Cézanne. Nel 1858 diventa amico del poeta Charles Baudelaire. Nel 1862, alla morte del padre, egli riscuote una grande eredità che gli permette di vivere bene e di dedicarsi per tutta la vita all'arte. In questo periodo realizza una delle sue opere più famose, "Le déjeuner sur l'herbe", che suscita numerose polemiche, perché giudicata scandalosa.

Nel 1863 sposa la sua compagna Suzanne Lenhoff. Nel 1865 finisce di dipingere "Olympia", dipinto che viene esposto al Salon, generando giudizi ancora più negativi. Sempre nello stesso anno si reca in Spagna, per poi tornare presto in Francia. In questi anni egli partecipa alle discussioni degli impressionisti presso il Café Guerbois e presso il Café della Nouvelle Athènes, ma mostrando un atteggiamento disinteressato. Nonostante il suo manifesto distacco verso il movimento impressionista, egli è considerato come colui che ha contribuito alla sua nascita.

Nel 1869 parte per Londra, in cui conosce la sua unica allieva, Eva Gonzales. Nel 1870 inizia la guerra franco-prussiana e l'artista si arruola come sottotenente nella Guardia nazionale. Dal 1873 in poi nelle sue opere artistiche è evidente l'utilizzo di uno stile pittorico impressionista. Una delle opere più celebri che egli realizza in questi anni è " Bar aux Folies Bérgere", in cui utilizza uno stile pittorico simile a quello dell'artista impressionista Claude Monet. Nel dipinto inoltre vengono scelti soggetti urbani. Nonostante ciò, Manet si distingue dagli altri artisti impressionisti per l'uso del colore nero nei suoi dipinti.

Per mostrare il suo distacco dal movimento impressionista, non partecipa mai a nessuna delle esposizioni impressioniste. Nel 1879 l'artista è colpito da una grave malattia, l'atassia locomotoria, che lo avrebbe accompagnato fino alla morte.

Nel 1881 Manet inizia ad avere i primi riconoscimenti dal suo Paese, infatti, è insignito della Legion d'Onore dalla Repubblica francese e premiato presso il Salon. Il 6 aprile 1883 la malattia lo indebolisce ulteriormente, al punto che gli viene amputato il piede sinistro. Dopo una lunga agonia, Ėdouard Manet muore il 30 aprile 1883 all'età di 51 anni.

Alcune significative opere di Manet

Lola de Valence (1862)

Colazione sull'erba (1862-1863)

Olympia (1863)

Il Pifferaio (1866)

L'esecuzione dell'imperatore Massimiliano (1867)

Ritratto di Émile Zola (1868)

Il Balcone (1868-1869)

Berthe Morisot con cappello nero e mazzolino di violette (1872)

Ritratto di Clemenceau (1879-1880)

Il bar delle Folies-Bergère (1882)

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Lo Sapevate Che: Sergio Leone: Padre del genere spaghetti-western, è stimato e venerato dai migliori registi di Hollywood, da Stanley Kubrick a Quentin Tarantino, da Martin Scorsese a Clint Eastwood.


Il cinema deve essere spettacolo, è questo che il pubblico vuole. E per me lo spettacolo più bello è quello del mito.” Sergio Leone

 

Duro come un Leone

Il padre Vincenzo Leone, noto con lo pseudonimo di Roberto Roberti, era regista del cinema muto; la madre Edvige Valcarenghi, era attrice di vaglia in quel periodo (in italia nota come Bice Valerian). Sergio Leone nasce a Roma il 3 gennaio 1929 e inizia a lavorare nel magico mondo del cinema all'età di diciotto anni. Il suo primo impiego importante arriva nel 1948 con il film "Ladri di biciclette" di Vittorio De Sica: lavora come assistente volontario e ha modo di recitare nel film una piccola parte, come comparsa (è uno dei preti tedeschi sorpresi dalla pioggia).

In seguito e per un lungo periodo diviene aiuto regista di Mario Bonnard: capita nel 1959, essendo quest'ultimo malato, di doverlo sostituire sul set de "Gli ultimi giorni di Pompei" per completare le riprese.

E' aiuto regista anche al pluripremiato (11 Oscar) "Ben Hur" di William Wyler (1959); poi Leone dirige la seconda unità in "Sodoma e Gomorra" (1961) di Robert Aldrich. Il suo primo film arriva nel 1961 e si intitola "Il colosso di Rodi".

Tre anni più tardi, è il 1964, gira il film che lo imporrà all'attenzione generale: "Per un pugno di dollari", firmato con lo pseudonimo di Bob Robertson in omaggio al padre. Il film pare ricalcare la trama de "La sfida del Samurai" di Akira Kurosawa, film del 1961. Kurosawa accusa Leone di plagio, vincendo la causa e ottenendo come risarcimento i diritti esclusivi di distribuzione del film italiano in Giappone, Corea del Sud e Formosa, nonché il 15 % dello sfruttamento commerciale dello stesso, in tutto il resto del mondo.

Con questo primo successo il regista lancia Clint Eastwood, fino ad allora modesto attore tv con pochi ruoli all'attivo. "Per un pugno di dollari" presenta una violenta e moralmente complessa visione del Far West americano; se da un lato sembra rendere tributo ai classici western, dall'altro se ne distacca nei toni. Leone di fatto introduce grandi novità, che saranno capaci di influenzare i registi successivi per molti anni a venire. I personaggi di Leone presentano elementi di marcato realismo e verità, spesso hanno una barba incolta, appaiono sporchi e dalla scena è facile essere suggestionati sul possibile cattivo odore dei corpi. Al contrario, gli eroi - quanto i cattivi - dei western tradizionali tendevano ad essere sempre perfetti, belli e nobilmente presentabili.

Il crudo realismo di Leone resterà immortale nel genere western, suscitando forti influenze anche al di fuori del genere stesso.

Il più grande autore di western è Omero. (Sergio Leone)

A Leone si attribuisce inoltre il merito di aver colto - tra i primi - la forza del silenzio; molte sono le scene giocate su situazioni di attesa, che creano una palpabile suspense, anche mediante con l'utilizzo di primissimi piani e musiche incalzanti.

I successivi lavori "Per qualche dollaro in più" (1965) ed "Il buono, il brutto, il cattivo" (1966) completano quella che verrà poi chiamata la "Trilogia del dollaro": i film incassano cifre enormi, riproponendo sempre la stessa formula vincente. Tra gli ingredienti principali vi sono l'aggressiva ed incalzante colonna sonora di Ennio Morricone e le interpretazioni grintose di Clint Eastwood (da ricordare anche gli ottimi Gian Maria Volonté e Lee Van Cleef).

Considerato il livello di successo, nel 1967 Sergio Leone viene invitato negli USA per girare "C'era una volta il West", un progetto che il regista italiano coltivava da lungo tempo, e sempre rimandato per il necessario elevato budget; quello che Leone avrebbe voluto fosse il suo capolavoro viene quindi prodotto dalla Paramount. Girato negli splendidi scenari della Monument Valley, ma anche in Italia e in Spagna, il film risulterà come una lunga e violenta meditazione sulla mitologia del West. Al soggetto collaborano anche due altri grandi registi: Bernardo Bertolucci e Dario Argento (quest'ultimo allora ancora poco conosciuto).

Prima dell'uscita nelle sale, il film viene ritoccato e modificato dai responsabili dello studio, e forse per questo motivo inizialmente verrà considerato un semi-flop, con bassi incassi al botteghino. La pellicola verrà riscoperta e rivalutata solo diversi anni dopo.

"C'era una volta il West" mette in scena la fine del West e del mito della Frontiera: l'icona Henry Fonda assume i tratti d'un assassino feroce ed inesorabile, mentre il granitico profilo di Charles Bronson gli si contrapppone in una seriosa e cupa vicenda di vendetta e di morte.

Nel 1971 dirige "Giù la testa", un progetto messo in piedi in breve tempo, interpretato da James Coburn e Rod Steiger, ambientato nel Messico di Pancho Villa e Zapata. Questo altro capolavoro è la pellicola dove Leone manifesta forse maggiormente le sue riflessioni sul genere umano e la politica.

Dopo aver rifiutato un'offerta per dirigere "Il Padrino", arriva il frutto d'una gestazione lunga circa dieci anni: nel 1984 completa il film "C'era un volta in America" (con Robert De Niro e James Woods), da molti considerato il capolavoro assoluto di Sergio Leone. Il film si colloca negli anni ruggenti del proibizionismo: la trama narra storie di gangster e di amicizia e si dipana per quasi quattro ore tra pistole, sangue e struggenti sentimentalismi. La colonna sonora è ancora una volta quella di Ennio Morricone.

E' alla prese con il laborioso progetto di un film incentrato sull'assedio di Leningrado (episodio della Seconda guerra mondiale), quando un infarto lo stronca a Roma, il 30 aprile 1989.

Innumerevoli sono i fans e gli amanti del cinema di Leone, come gli omaggi alla sua memoria: ad esempio nel film "Gli spietati" (1992), Clint Eastwood, regista ed interprete, ha inserito nei titoli di coda la dedica "A Sergio". Stessa cosa ha fatto Quentin Tarantino nel 2003, nei titoli di "Kill Bill vol. 2".

https://biografieonline.it/biografia-sergio-leone

Lo Sapevate Che: Kirsten Dunst: Dal morso di un vampiro alla ragnatela del supereroe mascherato più popolare della storia, la sua carriera di attrice è iniziata come enfant prodige.


Mia madre mi ha cresciuta in un modo meraviglioso. Mi ha insegnato l'autostima ed ha apprezzato i miei difetti come i miei pregi.” Kirsten Dunst

 

Spontanea seduzione

La bella attrice Kirsten Caroline Dunst nasce il 30 aprile 1982 a Point Pleasant, nello stato del New Jersey (Stati Uniti).

In seguito alla separazione dei genitori, nel 1989 lascia il paese natale insieme al fratello minore Christian: si trasferiscono sulla West Coast insieme alla madre, Inez, di origini svedesi e gallerista d'arte di professione. Il padre Klaus Dunst, tedesco, è medico, dirigente di un'azienda di servizi sanitari.

A soli tre anni la piccola Kirsten, da tutti chiamata affettuosamente Kiki, si affaccia sul magico mondo dello spettacolo recitando in diversi spot televisivi. Debutta sul grande schermo in "New York Stories", nell'episodio "Edipo relitto" diretto dal regista Woody Allen.

Quando Kirsten ha solo 8 anni, Brian De Palma la chiama per "Il falò della vanità" e successivamente, entra nel cast della soap opera "Quando si ama".

Intanto la bambina studia danza all'"Anne Rice's Memnoch Ball" di New Orleans.

Più nota al grande pubblico è la sua presenza di rilievo nel film "Intervista col vampiro" (di Neil Jordan) nel ruolo di Claudia, al fianco dei due sex-symbol protagonisti Brad Pitt e Tom Cruise: è il 1994 e Kirsten viene scelta prevalendo sulla più quotata Christina Ricci.

Dodicenne viene scritturata per il film "Piccole donne", dove soffia la parte di nuovo a Christina Ricci.

Sofia Coppola la vuole nel suo "Il giardino delle vergini suicide" (1999, con James Woods, Kathleen Turner, Danny DeVitoHayden Christensen).

Intanto ottiene il diploma presso la "Notre Dame High School" di Los Anegeles.

Arriva poi il film che la rilancia nuovamente davanti a milioni di occhi in tutto il mondo: veste i panni della rossa Mary Jane nel fantasmagorico "Spiderman" (2002, di Sam Raimi, con Tobey MaguireWillem Dafoe).

Torna come ci si aspetta anche nel più psicologico "Spiderman 2" (2003).

Nel 2001 debutta anche come cantante: interpretando il brano "Dream of me" nel film "Get over it", diretto da Tommy O'Haver, di cui è anche l'interprete principale.

Inizia poi a occuparsi di produzione cinematografica fondando insieme alla madre la casa di produzione "Wooden Spoon Productions".

Per quanto riguarda la sfera sentimentale, tra i suoi compagni vi sono stati Jake Hoffman (figlio di Dustin Hoffman) e l'attore Ben Foster.

Nel 2005 recita al fianco di Orlando Bloom in "Elizabethtown", commedia che vede nel cast anche Susan Sarandon.

Kirsten Dunst si afferma in definitiva come attrice spontanea e seducente; la prova della maturità arriva nel 2006: Sofia Coppola la vuole ancora con sé nel biografico "Maria Antonietta", per interpretare il ruolo di protagonista.

L'impegno successivo è il terzo capitolo della saga dell'uomo ragno (2007) a cui seguono poi altri lavori, tra cui citiamo "Melancholia" (2011, di Lars von Trier), "Upside Down" (2012, di Juan Diego Solanas), "The Wedding Party (Bachelorette)" (2012, di Leslye Headland), "On the Road" (2012, di Walter Salles - adattamento del celebre romanzo di Jack Kerouac). Nel 2017 ritrova Sofia Coppola dietro la cinepresa nel suo film "L'inganno".

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