Per
comprendere la genesi dell'opera occorre conoscere il profilo
dell'autore. Antoine de Saint-Exupéry, originario di Lione, era
cresciuto in una famiglia di nobili origini, dove fin da bambino respirò l'arte
grazie alla madre pittrice. Anni felici che s'interruppero con lo scoppio della
Prima guerra mondiale, che lo allontanò dalla madre (presa dal lavoro di
infermiera), e successivamente funestati dalla morte prematura del fratello.
Arruolatosi nell'aviazione francese, scoprì la passione per la prosa
proprio solcando i cieli di mezza Europa e trovando nella moglie Consuelo la
musa ispiratrice. Antoine era un personaggio di grande estro, che esprimeva nei
suoi scritti e nelle invenzioni tecniche legate all'attività di aviatore, tra
cui un dispositivo per l'atterraggio di aerei. A ciò si univa una sensibilità
malinconica, accentuata dalla solitudine che soffrì sia nella separazione dagli
affetti familiari, sia nel fallimento del suo matrimonio.
Questa centralità dell'amore e il bisogno di rimarcarlo,
mentre il Mondo stava per entrare nella più crudele delle guerre, delinearono
l'humus lirico da cui fiorì il suo più popolare racconto. Autobiografia e
invenzione si confondono mirabilmente nella storia dell'aviatore che, atterrato
in pieno deserto del Sahara, è sorpreso dalla vocina di un inaspettato ospite.
Un minuscolo ragazzo, dai capelli color oro e vestito come un principe, giunto
dall'asteroide B612, dove vive da solo e in compagnia di una rosa
vanitosa, di cui si prende cura. Nel suo peregrinare per lo spazio in cerca
di nuovi amici, racconta a uno stupito interlocutore tutte le sue avventure con
curiosi personaggi, conosciuti nei diversi pianeti che ha visitato: dal
vecchio Re solitario che si crede onnipotente, all'uomo
d'affari che conta le stelle illudendosi che esse gli appartengano.
Scritto a Long Island (USA) e illustrato direttamente dall'autore, il libro
venne pubblicato il 6 aprile del 1943, in una prima versione inglese curata
dall'editore Reynold & Hitchcock; dalla seconda in francese venne ricavata
la traduzione italiana edita da Bompiani. La prima edizione venne dedicata
a Léon Werth, ebreo francese, al quale de Saint-Exupéry era legato
da profonda amicizia.
Nemmeno il tempo di godersi le fortune della sua creatura, che l'anno seguente
si ritrovò abbattuto da un caccia tedesco e di lui si perse ogni traccia.
Soltanto nel 2004, dopo il ritrovamento dei resti dell'aereo si chiarirono le
circostanze della morte. Nel frattempo, Il Piccolo Principe spopolò
di generazione in generazione, affermandosi ora come racconto per ragazzi, ora
come poesia dell'infanzia per gli adulti.
Tradotto in 220 lingue e venduto in oltre 140 milioni di copie,
negli anni ispirò fumetti, cartoni animati e opere teatrali. Resta attualmente
uno dei libri più venduti, con una media di circa 1-2 milioni di copie all'anno
soltanto in Italia.
Il segreto del successo è spiegato negli appunti dell'autore: «Non ho
mai detto agli adulti che non appartenevo al loro ambiente e ho nascosto che
avevo sempre cinque o sei anni in fondo al cuore». Da questo spirito
"infantile" nasce la capacità del testo di penetrare nell'intimo del
lettore di ogni età e di ogni tempo.
https://www.mondi.it/almanacco/voce/396002
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