Nato
a Milano, in piena epoca mussoliniana, suo padre fu nella milizia fascista e
alla fine della guerra finì in prigione con l'accusa di aver assassinato alcuni
partigiani. Un'eredità pesante per il giovane Volonté che, per fare fronte alle
limitate disponibilità economiche della famiglia, lasciò gli studi dedicandosi
a diversi lavori, tra cui il raccoglitore di mele in Francia.
Appassionatosi alle letture di Camus e Sartre, nel 1954 s'iscrisse
all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica di Roma, per studiare recitazione. Il
suo talento innato lo portò ad ottenere il primo ruolo tre anni dopo quando era
ancora studente, nello sceneggiato televisivo "La foresta
pietrificata". Protagonista, nel 1962, del film di denuncia "Un uomo
da bruciare", andò incontro alla fama internazionale grazie al ruolo di
cattivo negli spaghetti western di Sergio Leone, "Per un pugno
di dollari" e "Per qualche dollaro in più".
Fermamente convinto che il cinema, come la cultura, fosse soprattutto impegno
civile, dopo lo strepitoso successo di A ciascuno il suo (che
gli valse il primo Nastro d'argento come "miglior attore
protagonista") si dedicò esclusivamente alle pellicole di denuncia,
trovando in Elio Petri e Francesco Rosi i registi ideali. Con loro diede il
meglio di sé in opere come Indagine su un cittadino al di sopra di ogni
sospetto (premiato con il David di Donatello), "Uomini
contro" (1970), "La classe operaia va in paradiso" (1971),
"Il caso Mattei" (1972).
Premiato ai festival di Cannes e Berlino, nel 1991 ottenne il Leone d’Oro alla
carriera a Venezia. Quattro anni dopo, si spense a Florina, in Grecia, durante
le riprese del film "Lo sguardo di Ulisse" di Theo Angelopoulos.
https://www.mondi.it/almanacco/voce/5528001
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