Nato a Hodgenville, piccola città del Kentucky, si avviò alla carriera di
avvocato, distinguendosi per le notevoli capacità oratorie che richiamavano
numerose persone ai suoi processi. Eletto al Congresso degli Stati Uniti nel
1846, come rappresentante dell'Illinois per il partito Repubblicano, cominciò
in seguito a battersi contro lo sfruttamento degli schiavi neri, consentito
dalla stessa Costituzione del 1787.
La battaglia raggiunse un'eco nazionale e quando nel 1860 venne eletto 16º
Presidente degli Stati Uniti d'America, sette Stati del Sud diedero inizio
alla secessione, formando gli Stati Confederati d'America ed
eleggendo un proprio presidente nella figura di Jefferson Davis.
Di fronte allo scoppio della guerra, Lincoln portò a termine la sua missione,
emanando il Proclama di Emancipazione nel 1863 e due anni dopo
facendo approvare il XIII emendamento alla Costituzione, che
metteva definitivamente al bando la schiavitù.
Rieletto alla Casa Bianca, la sua opera riformatrice e di ricostruzione del
Paese s'interruppe bruscamente il 15 aprile del 1865, quando John Wilkes Booth,
un fanatico sudista, lo colpì a morte al Ford's Theatre di Washington.
Considerato un padre della patria, con il celebre discorso di
Gettysburg (considerato il più grande discorso politico della storia)
gettò le basi valoriali della futura nazione americana.
Tra i numerosi film a lui ispirati, il più recente è Lincoln di Steven
Spielberg, uscito nel 2012 e premiato con due Oscar per la "miglior
scenografia" e il "miglior attore protagonista".
https://www.mondi.it/almanacco/voce/150003
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