Nato
a New York, intraprende la strada del cinema iscrivendosi alla Scuola d'arte
drammatica e debuttando a 15 anni sul piccolo schermo, nella nella sit-com
"Annie McGuire". Dopo alcune comparsate in produzioni indipendenti,
trova nel regista Terrence Malick il suo talent scout. Quest'ultimo, dopo
averlo diretto nel film di guerra La sottile linea rossa (1998),
lo segnala a Spike Lee che a sua volta lo scrittura in "S.O.S. Summer of
Sam - Panico a New York".
Il curriculum di Brody si arricchisce con le collaborazioni con registi di
chiara fama, quali Barry Levinson (in "Liberty Heights") e Ken Loach
(in "Bread and Roses"), che preparano il terreno all'inatteso trionfo
del 2003: la statuetta più ambita nella carriera di un attore per il ruolo del
pianista ebreo Wladyslaw Szpilman, ne Il pianista di Roman
Polanski. Un'interpretazione struggente che gli fa ottenere numerosi
prestigiosi riconoscimenti, dal Premio César della critica al Festival di
Cannes ai British Academy Film Awards.
Apprezzato in film come "The Village", "The Jacket" e
"King Kong", nel 2009 viene diretto da Dario Argento in
"Giallo", ma i due finiscono in tribunale per questioni legate alla
distribuzione e ai diritti di immagine. Nel 2014 è tra i protagonisti di The
Grand Budapest Hotel di Wes Anderson, pellicola premiata dalla giuria
alla 64ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino. Figura nel
cast del film The French Dispatch in uscito, dopo vari rinvii,
nel corso del 2021.
https://www.mondi.it/almanacco/voce/5678001
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