Fu,
allora, Elena Croce, figlia del celebre filosofo abruzzese, ad ispirarne la
creazione all'imprenditrice Giulia Maria Mozzoni Crespi, che avviò
il progetto insieme a Renato Bazzoni, Alberto Predieri e Franco Russo e guidò
il FAI, in veste di presidente, per oltre trent'anni. Come modello si guardò
al National Trust inglese, nel finanziare le attività di restauro e
recupero dei beni acquisiti, attraverso donazioni, eredità e comodati d'uso
unitamente a una capillare campagna di sensibilizzazione attraverso media e
testimonial d'eccezione.
Altrettanto efficaci nel coinvolgimento dell'opinione pubblica sono i numerosi
eventi organizzati dal FAI, in primis le Giornate di primavera, che
ogni anno aprono i cancelli di luoghi solitamente inibiti al pubblico grazie
all'impegno di migliaia di volontari che affiancano la fondazione.
Presieduto dal 2013 al 2021 dall'illustre archeologo Andrea Carandini e poi da
Marco Magnifico, il FAI ha sotto la sua tutela 50 beni (38 aperti al pubblico)
e conta oltre 210.000 iscritti e donatori attivi ed oltre 11mila volontari,
dislocati nelle 20 regioni italiane.
https://www.mondi.it/almanacco/voce/445001
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