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martedì 8 maggio 2018

Lo Sapevate Che: Ma come si fa a non sposarsi...


Sono certa che sia una notizia falsa, secondo i noiosi una fake news: le donne non vogliono più sposarsi e ovviamente convivere! Fosse vero potrebbe essere una bella notizia, ma poi non è detto. Ci si sposa anche tra ragazze, quindi questa antichissima tradizione, questo antico dovere, o sogno o necessità o sistemazione o rifugio, o capitolazione, difficilmente si estinguerà. Le famose statistiche, alle quali non credo mai, sostengono che ci si sposa meno ma aumentano le convivenze, che poi è la stessa cosa: perché il difetto del matrimonio non è il rito, religioso o civile, ma proprio quella cosa lì, la convivenza. Infatti, ci sono sempre più giovani coppie che decidono di vivere insieme, frettolosamente, e dopo un paio di mesi, orrificati, si lasciano: soprattutto scappano le ragazze, che a parte le gioie dell’amore, si ritrovano a dover lavare i pavimenti (a casa loro lo faceva la mamma) mentre lui innocente e innamorato, gioca con l’iPad. E poi l’esperienza non serve. Sul web furoreggiano signore sessantenni al terzo matrimonio andato all’aria che ansimano alla ricerca di un nuovo principe azzurro ormai canuto. Gli uomini però non cambiano, non si adeguano alle esigenze del postfemminismo, si spaventano, si infuriano, possono persino riscoprire la clava degli antenati: forse anche in passato ne accoltellavano tante, ma non era così grave, pareva un diritto, anche la legge chiudeva un occhio. Come lo chiudevano e lo chiudono ancora, ne sono quasi certa, le signore al momento della non richiesta mano maschile sul sedere: al momento non facevano e fanno caso ma se ne ricorderanno trent’anni dopo, quando non capiterà più. Una delle ragioni per cui le ragazze non smettono di sposarsi anche quando non ne hanno nessuna voglia, è proprio la cerimonia delle nozze: tutti i parenti, gli amici, il paese, vestito a festa, le signore persino con il desueto cappello anche con veletta; l’abito da sposa progettato per un anno, e le damigelle e i testimoni, e l’intervento dell’espero che recupera la carrozza a cavalli o la Rolls Royce e sceglie i fiori e il colore delle tovaglie e la torta esotica. La sposa protagonista per un giorno e l’evento epocale che invade Instagram, poi la prima notte di nozze, consumata molto in anticipo, quindi una bella dormita se non c’è l’incubo dei debiti per la festa, da ripagare non si sa come. Ma a parte quel giorno inimitabile (ai matrimoni successivi, se ci saranno, tutto sarà più semplice e meno costoso e festoso), come si fa a non sposarsi? A non tentare almeno due o tre convivenze, soddisfacenti o meno? Le ragazze più accorte, quelle che non si lasciano influenzare dalle gioie della famiglia fake della pubblicità della pizza surgelata e da Beautiful (pare impossibile, dicono che c’è ancora!!!), non smaniano più per sposarsi a vent’anni, ma come cent’anni fa, attorno ai 30 cominciano ad essere inquiete: magari si sono fatte una posizione, possono badare a se stesse, sono libere di fare quello che vogliono, gli amici gay sono adorabili e sempre disponibili, un bel signore sposato dorme ogni tanto piacevolmente con loro, un collega innamorato vorrebbe sposarle, brava persona che però non procura scintille. Che fare? Aspettare il miracolo, un uomo che ti fa impazzire, che ti sposa e ti adora per sempre? E magari è, per carità, anche ricco? E se non arriva? O meglio, se non esiste? Comunque la parola zitella non si usa più, ma anche single non cambia il problema. Infatti poi se si sposano tutte, a non farlo, ammesso che qualcuno insista davvero, si finisce per sentirsi diversa, non integrata, bizzarra, esclusa: buttata via, anche se c’è la fila di pretendenti, che col tempo però si assottiglia pericolosamente. Poi ci si guarda intorno: è vero, abbondano le madri sole coi figli, ma un padre legittimo c’era e quasi sempre c’è, e si dice, io non lo so, che sia necessario. Quindi il matrimonio o la convivenza possono essere anche solo riti di passaggio, ma indispensabili, almeno per un po'. Neppure le signore incattivite da un matrimonio disastroso da cui sono riuscite a liberarsi, dopo un po' di meravigliosa libertà cominciano a sentirsi a disagio: sarà fantastico uscire con le amiche, certo, ma si sente che manca qualcosa, uno svegliarsi in due e non per caso, il mutuo da condividere, qualcuno che lodi per l’ottima torta d mele, o condivida la camomilla (ola grappa) di sera e il silenzio sereno ognuno sul suo libro. Per non dire tutto il resto. È a questo punto che bisogna fare la massima attenzione! Meglio una serata spiccia che il pericolo di cascarci, e ritrovarsi con un convivente che si mette subito in ciabatte tuffandosi negli stessi siti dove ci si è incontrati. Ecco, ci sono questi siti per sveltire, per avventure, per amicizie, per affetti, per scriversi, per sadomasochismi, per andare al cinema, per quel che si vuole, ma soprattutto per mettersi insieme, per amarsi, per sposarsi: di nuovo, coraggiosamente, sapendo che se ne potrebbe benissimo fare a meno, ma come si fa a resistere?

Natalia Aspesi – Tempi Moderni – Donna di La Repubblica – 5 maggio 2018 -

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