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domenica 20 maggio 2018

Lo Sapevate Che: Lina, la donna dai mille volti...


Strano Destino quello di Lina Cavalieri. La diva massima del suo tempo, self-made woman ante litteram, pioniera di Hollywood, è stata nel tempo dimenticata dal grande pubblico, eppure il suo resta uno dei volti più conosciuti della storia contemporanea. È infatti lei che Piero Fornasetti dal 1951 in poi (impresa proseguita dal figlio Barnaba) riproduce ossessivamente sui piatti di Tema e Variazioni, forse la sua opera sarà famosa, incantato dalla perfezione dei suoi lineamenti e dalla calma olimpica del suo sguardo. Ma omaggi postumi a parte, la fama di donna più bella del mondo Lina Cavalieri la mantiene per tutta la carriera, dagli inizi de ‘900 fino al 1920. Gabriele D’Annunzio la definiva “massima testimonianza di Venere in Terra”, e non esagerava: lei ha rappresentato il prototipo della star, eguagliata ai suoi tempi solo da Enrico Caruso (la loro interpretazione della Fedora al Metropolitan di New York nel 1907 entra nel mito anche per l’appassionato ed estemporaneo bacio con cui i due chiudono il primo atto, che le vale l’appellativo di the Kissing primadonna. Ovvio dunque che l’allora nascente Hollywood, alla ricerca di nomi per attirare le folle, guardasse a lei, rendendola una delle sue prime star. Quel che però è davvero interessante è che contemporaneamente ai trionfi di Lina, una schiera di italiani stava plasmando la vita, la cultura e l’industria californiana. Un drappello di attori, artigiani, impresari e architetti, le cui imprese saranno presto raccontate in una grande mostra al Museo Salvatore Ferrogamo di Firenze. Tema non casuale: il fondatore del marchio costruisce la sua fortuna proprio ad Hollywood, dove tra il ’15 e il ’26 diventa il simbolo della calzatura di lusso per divi e moghul. Ma al di là della sua storia, l’Italia a Hollywood (dal 25/5 al 19/3/2019) ricostruisce minuziosamente quest’invasione creativa. “Non erano diseredati emigrati per necessità. Ma professionisti che investivano sul proprio know-how, dai pescatori di Ischia ai Guasti, viticultori, spiega Stefania Ricci, direttore della Fondazione Ferragamo. “Avevano una visione imprenditoriale che nella neonata Hollywood finisce per fare la differenza”. Lina Cavalieri è perciò solo la punta dell’iceberg, ma la vita dell’artista romana ha comunque del leggendario. Nasce nella notte del Natale del 1875 da una famiglia poverissima: per guadagnare qualche spicciolo neanche quindicenne si esibisce nei locali della capitale, ballando e cantando canzoni folcloristiche. Ha talento, ma soprattutto fascino: gli impresari la notano, e inizia la sua ascesa. Nei café chantant di Napoli prima e a Parigi dopo, alle Folies Bérgères, dove contende il ruolo di vedette alla bella Otero; poi è la volta di San Pietroburgo, dove attiva con una fama di diva suprema consolidata da un’attenta gestione della propria immagine (molla 3 dei 5 mariti quando le chiedono di abbandonare le scene); Lina ha intuito, sa come promuoversi in quell’epoca proto-mediale. “Capiva chi frequentare, dove e quando farsi vedere, come rimanere rilevante usando il teatro, le cartoline illustrate (antenate di poster e Instagram) e le incisioni discografiche: è l’unica a farne, con Caruso, gli altri cantanti temono di fare una magra figura”, spiega Elena Mosconi, professore di storia del cinema e autrice del capitolo dedicato all’artista nel catalogo della mostra. “Si capisce perciò come mai fu la prima delle grandi della lirica a passare al grande schermo. Il debutto è nel ’15 con Manon Lescaut, cui segue Sposa nella morte, l’unico suo film di cui possediamo un frammento. Firma possediamo un frammento. Firma un contratto con la Paramount fino al’20, ma a quel punto, a 45 anni, decide di ritirarsi”. Il cinema però le resta nel cuore: nelle sue memorie. Le mie verità. Del ’36, progetta un film autobiografico in cui fare da voce narrante. L’idea va in porto solo nel ’55, lei è scomparsa da tempo: al suo posto c’è Gina Lollobrigida, il titolo della pellicola è, giustamente, La donna più bella del mondo. Hollywood non dimentica i suoi miti.
Serena Tibaldi – Star Leggendarie – Donna di La Repubblica –12 maggio 2018

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