Bello È Bello. Nessun dubbio. Ma quello che ti colpisce
di Gigi Buffon è la composta eleganza dei modi e dei pensieri. Un’attitudine
che spiega le ragioni profonde del fatto che sia stato il capitano
ultracarismatico della Nazionale e della Juventus per vent’anni. La vicinanza
fisica trasmette un che di rilassante, la voce è calma e gli occhi limpidi
confermano in ogni istante che le parole che dice sono sincere. Definito il
miglior portiere della storia del calcio, pochi giorni fa, a 40 anni, ha chiuso
una carriera piena di Guinness. Ma resta il capitano del team Head & Shoulders:
anche per questa stagione è volto della nuova campagna #Coraggiointesta.
Pensando al libro di Peter Handke e al film che ne ha tratto Wim Wenders,
quanto coraggio ci vuole a un portiere Prima
del calcio di rigore?
“Per me,
nessuno. Quando sono in campo seguo in maniera fedele, i talenti che la natura
mi ha dato e che mi hanno fatto scegliere questa vocazione. Così per me stare
in campo, e affrontare le difficoltà che mano a mano si presentano, è una cosa
normale. Ecco sì, ci vuole amore per il proprio lavoro”.
Lei è una persona riservata. Oggi è testimonial del nuovo shampoo d Head
& Shoulders, Men Ultra, non teme questo tipo di esposizione”
“La
vita che conduco è l’antitesi di quello che sono in campo, cioè l’eroe di
tutti, aotto i riflettori sempre e comunque. Per il mio equilibrio cerco di
vivere una vita serena, come di base sono io. Ma queste occasioni mi fanno
piacere perché sono parte di quelle responsabilità di cui una figura pubblica,
come la mia, ogni tanto si deve fare carico”.
Ha
sempre scelto donne bellissime. Cos’è per le, adesso a 40 anni, la bellezza
femminile?
“L’aspetto esteriore
resta la prima cosa che colpisce, è inevitabile. Poi c’è altro. Penso che la
bellezza sia un modo di essere e di vivere, d riuscire a condividere
sentimenti, interessi e pure le frustrazioni con gli altri. È saper crescere
insieme e farsi forza a vicenda nelle relazioni. Questo è esattamente il tipo
di rapporto che in questo momento della vita mi fa essere così felice.
Cosa
fa per il suo benessere?
“Non mi faccio mancare
niente, anche cose che sembrano “immorali, quelle che sai che ti fanno o ti
faranno male. Secondo me nella vita servono molti ingredienti. Le valvole di
sfogo ci vogliono e una persona che ha una vita pubblica, con tante
responsabilità e pressioni, ogni tanto ne ha bisogno”.
Dopo
lo stress sul campo riesce a rilassarsi?
“Ci riesco, ci riesco.
Anche perché sono un tipo solitario. Mi pace prendermi i miei spazi: stare da
solo a casa e regalarmi momenti in cui posso leggere. Ora, per esempio, mi sto
dedicando all’inglese e quindi m ritaglio 3 ore al giorno per studiare. Sono in
una fase di miglioramento personale, in una sorta di formazione che mi prepari
a quella che tra poco sarà, inevitabilmente, la mia seconda vita”
Lei
ha sdoganato le lacrime maschili. Piangere davanti a milioni di tifosi può
avere una sua bellezza: il coraggio di affermare la propria personalità,
difendere i valori.
“la mia risposta
emotiva a una serata nefasta. (l’eliminazione della Juventus dalla Champions
League grazie a un rigore concesso al 97’ al Real Madrid, ndr) per me è stata qualcosa di estremamente naturale, anzi,
normale. Soprattutto fatto da u uomo di 40 anni che vive lo sport e il suo
lavoro nella pienezza di tutti. I sentimenti. Penso che sia stata valutata
positivamente da molti per il fatto che sono sempre stato considerato un perno,
anche carismatico, della mia squadra. E quindi, certo, significa che nella vita
c’è spazio per i sentimenti, la commozione, senza che per questo cambino
l’impostazione caratteriale e le peculiarità di una persona”.
Tra
tanto equilibrio, avrà pure fatto qualche pazzia…
“Tante, senz’altro. Io
sono nato folle. Poi cresci. Però hai bisogno di qualche pazzia: ti aitano a
sentirti vivo. Sono disposto a farle, a volte, perché hanno un senso e so,
dentro di me, che un determinato comportamento mi fa bene e ne ho bisogno. In
linea di massima sono un essere umano che cerca il proprio equilibrio, che è
fatto di tanti ingredienti.
Marilena Malinverni –
Donna di La Repubblica – Giugno 2018 –
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