Con L’Uomo Che dopo cena pagava alla romana abbiamo
messo in dubbio la passione. Su chi ci voleva sposare tenendo separati beni e
conti bancari ci siamo fatte mille domande. L’ultimo tabù, nella coppia, è il
denaro. E pensare che mixare sentimenti e sodi è inevitabile: le liti su
entrate e uscite son le più frequenti (dopo quelle per i suoceri); e la
gestione economica è per il 70% delle coppie un motivo di scontro, si legge in
una ricerca sul magazine online money.it.
Le buone relazioni di una famiglia dipendono. Più che dai soldi, dal modo in
cui li si usa”, precisa Massimo Bustreo, psicologo fel lavoro e docente allo
Iulm di Milano di Milano. “In casa “investiamo” sul futuro dei figli, che
definiamo “i nostri tesori” e diamo loro la “paghetta”, usiamo insomma il
linguaggio della finanza nelle questioni d’amore. Se parliamo di denaro ci
imbarazzano le parole”. E aggiunge “Le relazioni sono spesso legate più alla
dinamica del “regalo” che del “dono”. Se ti offro un mazzo di rose per
l’anniversario e per assolvere a una convenzione, ti sto facendo un regalo.
Perché c’è un “interesse”, seppur bonario nel mio gesto. Se invece lo faccio
per “amore della relazione”, il mio è un dono. Urge insomma un’educazione
monetaria più che finanziaria, servono relazioni basate sulla dinamica gratuita
del dono perché quel che dovremmo fare è rimettere al centro la relazione
attraverso l’oggetto, e non il valore dell’oggetto”, conclude Bustreo. Che ha
scelto la Terza faccia della moneta come
titolo del suo ultimo libro (FrancoAngeli, sottotitolo Le dinamiche che guidano la nostra relazione con il denaro) e come
definizione per indicare la “fiducia”, il tassello mancante nella convivenza
amore-finanza. Se le facce della moneta sono dunque tre, tre sono pure i conti
bancari delle coppie di oggi. Moglie e marito si tengono il loro. Insieme ne
aprono un altro cointestato, su cui versano la stessa cifra per le spese
comuni. Con l’app Tinaba ogni partner è aggiornato in tempo reale sulle spese che
l’altro fa usando una carta prepagata (e collegata al conto comune). Meno male,
dai: condividere i risparmi rende più felici, ci dice un’indagine
internazionale della società ING che ci illumina sui più individualisti
d’Europa (austriaci e inglesi), i più propensi alla condivisione (olandesi e
rumeni). Il matrimonio del resto, è un viaggio imprevedibile. Che può andar così bene da far
perdere la testa. Chi fa più soldi da sposato vuol cambiare oltre all’auto
anche la moglie, e ciò accade soprattutto quando i coniugi capiscono di essere
meno dipendenti l’uno dall’altro. Dovesse andare invece malissimo? Se l’è
chiesto Tony Laudadio, attore e autore di Preludio a un bacio (NN Editore), che
con la moglie oggi condivide tutto. “Avevo 18 anni quando ho iniziato a
chiedermi come costruirmi un futuro stabile senza rinunciare ai sogni.
Ostinazione o caso, mi è andata bene”. Poi ci sono le scelte quotidiane, le
domande del tipo: se guadagno poco, mi aiuti tu? Lo ha chiesto Francesco
Pacifico alla moglie quando ha deciso di scrivere la prima stesura del suo
ultimo libro (Le donne amate,
Rizzoli). “Volevo concentrami. Così ho chiuso le varie collaborazioni e ho
tenuto la più sostanziosa. Mia moglie ha pagato vacanze e cene. Niente mutuo,
la casa è mia. Ma la cosa non ha creato scossoni perché io sono più femminista
di le e credo che esistano tanti tipi di matrimonio: il nostro non ha bisogno
di soldi per viaggiare ogni weekend, facciamo entrambi lavori intellettuali che
ci soddisfano e spesso ci impegnano tutta la settimana. Il denaro separa la
gente. Ma c’è margine per sottrarci alla sua dittatura”. Come? Incontrandosi,
parlando di budget e spese. Una volta al mese. Un appuntamento notturno: non
per coltivate la passione, ma per parlare di sogni, progetti, disponibilità. È
il consiglio di Suze Orman, esperta finanziaria e autrice di The Money Class. I discorsi sui soldi,
dice, Hanno radici nella storia personale, parlano dell’infanzia, del modo in
cui i genitori spendevano, delle prime volte in cui ci siamo accorti che il
denaro non era un gioco (al primo stipendio). E poi dipende da chi abbiamo di
fronte: “La gente tende a fissare durante il matrimonio il confine tra spese
ordinarie ed extra”, precisa Tina Caforio, matrimonialista dello studio legale
milanese Martinez&Novebaci. “Cercate di capire chi avete in casa e quanto
guadagna, fissate una regola…”. Poco romantico? Ricordate il latino: pecunia
non olet.
Rossana Campisi – Economia – Donna di La Repubblica – 5
maggio 2018 -
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