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lunedì 10 giugno 2013

Lo Sapevate Che: ...Sempre Meno Acqua...


Ogni Essere Umano Ha A Disposizione
Sempre Meno Acqua

Pasquale Steduto, della FAO: nel 2025, la dote idrica pro capite sarà ridotta a un terzo di quella del 1950

Acqua, energia, cibo. Nella giornata mondiale dell’ambiente (5 giugno), dalla Fao arriva un allarme che collega l’alterazione del ciclo idrico, accelerata dal caos climatico, con la potenziale crisi del sistema elettrico e con la battaglia contro la fame.
Il dato di partenza è, apparentemente, positivo. Il numero delle persone prive di accesso all’acqua potabile tende a ridursi: nel 2011 erano l’11 per cento della popolazione globale (783 milioni), mentre nel 2015 si dovrebbe scendere all’8 per cento. Ma le ombre in questo lento percorso di miglioramento sono tanto numerose da rischiare di invertire il segno del processo.
Innanzitutto essere collegati a un sistema idrico non significa che aprendo il rubinetto si possa sempre bere: in molte aree l’irregolarità del servizio cresce. E l’effetto combinato della pressione demografica e dell’aumento dei consumi pro capite è devastante: tra il 1980 e il 2004 la quantità di acqua a disposizione di ogni essere umano è diminuita del 40  per cento. Nel 2025 la dote pro capite sarà meno di un terzo di quella del 1950.
“Inoltre nel 20 per cento dei campi il raccolto cresce solo grazie all’irrigazione” ricorda Pasquale Steduto, vicedirettore della divisione Terra e Acqua della Fao, che il 5 giugno sarà a Firenze per ricevere il premio il Monito del Giardino promosso dalla Fondazione parchi monumentali Bardini e Peyron e dalla Cassa di risparmio di Firenze. “E si prevede che per il 2050 la superficie irrigua aumenti di un altro 20-22 per cento: una crescita concentrata nei Paesi in via di sviluppo”.
Da dove verrà l’acqua necessaria a sfamare gli oltre due miliardi di esseri umani che nell’arco dei prossimi decenni si aggiungeranno al bilancio del Pianeta? In buona parte dalle falde di acqua fossile, quella che si ricarica solo nel corso dei millenni perché il sistema viaggia in rosso: utilizza più di quello che ogni anno viene rimesso in circolo dal sistema idrico.
Con il risultato che le falde si abbassano: in Yemen alla velocità di due metri l’anno (nella capitale, Sana’a, si arriva a sei metri l’anno).
Infine, aggiunge Steduto, anche l’energia ha sete. Le stime indicano che per produrre 1.000 chilowattora ci vogliono da 30 mila a 80 mila litri di acqua se le centrali sono a gas; da 0 mila a 200 mila litri se sono a carbone o a gasolio; da 100 mila a 240 mila se sono impianti nucleari.

Raffaele Ricciardi – Venerdì di Repubblica – 21-5-13

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