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sabato 29 giugno 2013

Lo Sapevate Che: Politici e Giornalisti....


Politici E Giornalisti:
Quelle Sceneggiate Indecorose

Ci sono immagini, quando accendo il televisore e guardo il
telegiornale, che profondamente
mi dispiacciono. Un uomo politico attraversa una piazza, si dirige verso il parlamento. E un drappello di persone lo circonda, lo segue passo passo, protende un microfono verso di lui, gli rivolge domande. Le reazioni dell’uomo politico variano, secondo le circostanze, e secondo il carattere. Ma se cerca di tirare diritto, le persone intorno a lui diventano sempre più aggressive. Si dirà: aggressioni del genere (aggressioni in senso figurato, ma solo fino a un certo punto) avvengono intorno a uomini politici di secondo piano, quelli davvero importanti arrivano in automobile e sono protetti. Ma questo non è del tutto vero: anche ministri in carica sono attorniati e presi di mira. Alcuni, invece di sottrarsi all’accerchiamento, stanno al gioco.
Ebbene: secondo me, scene di questo genere sono da terzo mondo, quel terzo mondo che sempre ci lambisce e ci perseguita, come un incubo: non riusciamo a sfuggirgli. I giornalisti e i telecronisti che partecipano alle sceneggiate (con il contorno di fotografi, nei casi più importanti: e per lo spirito di iniziativa sono imbattibili) fanno il loro mestiere, sono giustificati: se un collega si lancia all’inseguimento, col taccuino o col microfono alla mano, gli altri sono costretti a imitarlo. Fa parte del mestiere. E’ l’uomo politico che dovrebbe opporsi alla sceneggiata, a salvaguardia di quel po’ di prestigio, di quel po’ di immagine che ancora sia in grado di salvare, coi tempi che corrono. Deputati, senatori, ministri: un po’ di dignità!
Ma a pensarci: questi personaggi sono gli stessi che, nel parlamento, si scambiano insulti, magari si aggrediscono. Sono gli stessi che, in un  pubblico dibattito, non permettono all’interlocutore di pronunciare tre parole senza interromperlo e senza sopraffarlo. Sono gli stessi che litigano, chiassosi….
Forse, come si suol dire, il male è all’origine (è nel manico): non c’è niente da fare”.
Piero Ottone – Venerdì di Repubblica – 21-6-13


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