Politici E Giornalisti:
Quelle Sceneggiate Indecorose
Ci sono immagini, quando accendo il
televisore e guardo il
telegiornale, che profondamente
mi dispiacciono. Un uomo politico attraversa una
piazza, si dirige verso il parlamento. E un drappello di persone lo circonda,
lo segue passo passo, protende un microfono verso di lui, gli rivolge domande.
Le reazioni dell’uomo politico variano, secondo le circostanze, e secondo il
carattere. Ma se cerca di tirare diritto, le persone intorno a lui diventano sempre
più aggressive. Si dirà: aggressioni del genere (aggressioni in senso figurato,
ma solo fino a un certo punto) avvengono intorno a uomini politici di secondo
piano, quelli davvero importanti arrivano in automobile e sono protetti. Ma
questo non è del tutto vero: anche ministri in carica sono attorniati e presi
di mira. Alcuni, invece di sottrarsi all’accerchiamento, stanno al gioco.
Ebbene: secondo me, scene di questo genere sono da
terzo mondo, quel terzo mondo che sempre ci lambisce e ci perseguita, come un incubo: non riusciamo a sfuggirgli. I
giornalisti e i telecronisti che partecipano alle sceneggiate (con il contorno
di fotografi, nei casi più importanti: e per lo spirito di iniziativa sono
imbattibili) fanno il loro mestiere, sono giustificati: se un collega si lancia
all’inseguimento, col taccuino o col microfono alla mano, gli altri sono
costretti a imitarlo. Fa parte del mestiere. E’ l’uomo politico che dovrebbe
opporsi alla sceneggiata, a salvaguardia di quel po’ di prestigio, di quel po’
di immagine che ancora sia in grado di salvare, coi tempi che corrono.
Deputati, senatori, ministri: un po’ di dignità!
Ma a pensarci: questi personaggi sono gli stessi che,
nel parlamento, si scambiano insulti, magari si aggrediscono. Sono gli stessi
che, in un pubblico dibattito, non
permettono all’interlocutore di pronunciare tre parole senza interromperlo e
senza sopraffarlo. Sono gli stessi che litigano, chiassosi….
Forse, come si suol dire, il male è all’origine (è nel
manico): non c’è niente da fare”.
Piero Ottone – Venerdì di Repubblica – 21-6-13
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