Aiuto, Mi Si E’ Ristretta La Casa:
Ora Butto Tutto
Applicare
a se stessi il downsizing, o il downahifting: ne o scritto più volte,
anche su questa rubrica. Adesso mi tocca praticarlo di persona, su me stesso, e
son dolori.
Restringersi,
letteralmente: vivere in meno metri quadrati, con meno cose. Buttare via, senza
pietà, anche quello che sembrava necessario. Downsizing fu usato prima nel
mondo delle aziende, per illustrare le ristrutturazioni che rimpiccioliscono a
colpi di licenziamenti. Lo si applica anche alla vita delle persone, delle
famiglie. La crisi ha imposto tagli di consumi, un abbassamento del tenore di
vita, rinunce più o meno grandi.
Qui
i America si aggiunge una vera rivoluzione negli stili abitativi. E’ legata
anche all’evoluzione demografica. I baby boomer, la generazione tra i 47 e i 67
anni, voltano le spalle all’American way of life fatta di villette con
giardino, nei sobborghi residenziali. Un po’ per cambiamento di gusti, un po’
per necessità economiche, tornano ad abitare nei centri cittadini. Tagliano le
spese di trasporto, di riscaldamento, di manutenzione. Ma devono adattarsi a
vivere in una metratura molto più piccola. I figli, idem: per un mix di
ristrettezze economiche e stili di vita, preferiscono le città e si adattano a
spazi minimi, appartamenti-loculi, coabitazioni affollate.
Per
me lo stacco netto coincide con un ricongiungimento coniugale, dopo anni mia
moglie lascia San Francisco e viene a vivere con me a New York. Lieto evento
che conclude un periodo di ben altri disagi, ma questo cambiamento non è
indolore. Al posto di due redditi ce n’è uno, almeno inizialmente. Al posto di
un abitante, ce ne sono due, nell’appartamento. A Manhattan i metri quadri non
si sprecano. Comincia la caccia furiosa al superfluo, per far vivere due esseri
umani nello spazio che era occupato da un single.
“Downshifting
– leggo nella definizione di Wikipedia – è un comportamento sociale o una
tendenza collettiva, per cui gli individui adottano modi di vita più semplici,
per sfuggire al materialismo ossessivo, per ridurre lo stress e i danni
psichici che ne derivano. S’intuisce che i collaboratori di Wikipedia fanno il
tifo per il downshifting, lo vedono come un’evoluzione positiva. Lo è
senz’altro, quando avviene per scelta volontaria. E’ più difficile esaltarlo se
coloro che sono costretti ad autoridursi lo fanno sotto il peso di
licenziamenti, tagli alle pensioni, e si privano dell’essenziale.
Non
è ancora il mio caso, per fortuna, e tuttavia quel “consumo frugale” di cui
sono un sostenitore, stavolta mi tocca nello spazio vitale. Razionare i metri
procapite, impone delle discipline faticose. Bisogna darsi delle regole, per la
mancanza degli oggetti personali, la rottamazione delle cose di famiglia.
Per
i libri, teoricamente mi aiuta l’evoluzione tecnologica: li posso scaricare sul
Kindle e sull’iPad, dove occupano spazio
solo virtuale. Ma centinaia di volumi i hanno accompagnato nel mio nomadismo
globale tra Europa America e Asia, alcuni introvabili nelle librerie, forse non
saranno mai ebook, sono legati a ricordi di vita e di lavoro.
Mi
dò la regola spietata: se un libro ha meno del 50% di probabilità che io lo
riprenda in mano, va buttato (proprio buttato, ahimè, per i tagli di fondi sono
sempre meno le biblioteche che accettano donazioni). I vestiti subiscono un
vaglio simile: quante probabilità che quella giacca io la rimetta almeno
trenta, quaranta volte in un anno? Dalle scarpe alle stoviglie di cucina, dai
“servizi buoni” (regali di nozze!) ai ricordi d’infanzia dei figli, dai quadri
alle foto incorniciate, nulla può sottrarsi alla decimazione. Non devo
concedermi debolezze o indulgenze: sull’altra costa, a San Francesco mia moglie
in questo istante sta facendo sacrifici superiori. Sembriamo Noè che deve
scegliere cosa portarsi sull’Arca? Certo che ci sarà un futuro, dopo il
diluvio.
Ha
ragione Wikipedia, questa è la via della saggezza. Per ora siamo troppo
indaffarati a riempire scatoloni per la raccolta differenziata o per gli enti
filantropici che riusano le nostre cose. La saggezza non arriva gratis.
Federico
Rampini – Donna di Repubblica – 8-6-13
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