L’Età Della Falsificazione
(…)
L’antenato
dell’obsolescenza programmata è l’adulterazione
dei prodotti, una forma di imbroglio sulla qualità o sulla qualità o sulla
quantità per abbassare i costi e, accessoriamente, stimolare la domanda.
L’imbroglio ha sempre accompagnato lo scambio commerciale, il cui fondamento
segreto è acquistare al prezzo più basso possibile e rivendere a quello più
alto. E’ grande la tentazione di barare un poco per aumentare il profitto. E’
uno dei motivi della condanna del commercio da parte di Aristotele. Ma fintanto
che lo scambio riguarda beni indispensabili come il cibo, distrutti al primo
uso, oppure opere eccezionali non riproducibili come i dipinti, le sculture o
altri prodotti usciti dalle botteghe di artigiani o artisti, il rinnovo della
domanda è assicurato automaticamente, senza nessun bisogno di accelerarlo.
L’imbroglio in questo caso, se c’è, può riguardare piuttosto un difetto
nascosto o la qualità della materia prima. Fu il caso, per esempio, della
corona votiva che un orafo aveva realizzato per Gerone, tiranno di Siracusa. La
frode fu smascherata da Archimede infatti, entrando nel bagno, intuì che il suo
corpo riceveva dall’acqua una spinta uguale al peso del volume d’acqua
spostato. Allora andò a prendere la corona, la immerse nell’acqua e confrontò
il peso del volume spostato con quello della corona e dell’oro equivalente,
smascherando l’orafo.
Il
difetto incorporato fin dall’ideazione del prodotto dunque non è, come a volte
si sostiene, il frutto della Grande Depressione, che pure ha dato luogo alla
sua teorizzazione e sistematizzazione; esisteva fin dalle origini del commercio
e del traffico mercantile, ma ha assunto una diffusione considerevole a partire
dal XIX secolo.
(…)
Serge
Latouche – Usa E Getta – Le follie dell’obsolescenza programmata -
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