Papa
Francesco il 12 giugno scorso ha esordito così: “San Pietro non aveva un conto
in banca e quando ha dovuto pagare le tasse il Signore lo ha mandato
al mare a pescare un pesce e a trovare la moneta dentro
al pesce, per pagare…Il Vangelo va annunciato con semplicità e gratuità…La
testimonianza della povertà ci salva dal diventare organizzatori,
imprenditori…Si devono portare avanti le opere della Chiesa, e alcune sono un
po’ complesse…ma con cuore di povertà, non con cuore di investimento o di
imprenditore”.
Qualche giorno prima, l’8 giugno, a Ginevra, nel suo
intervento alla 23esima sessione ordinaria del Consiglio dei diritti dell’uomo,
dedicata alla violenza contro i cristiani, il rappresentante della Santa Sede
aveva ricordato alcuni dati relativi al servizio alla “famiglia umana” svolto
nel mondo dalla Chiesa Cattolica: “ Nel campo educativo gestisce 70.544 asili
con 6.478.627 alunni; 92.847 scuole primarie con 31.151.170 alunni; 43.591
scuole secondarie con 17.793.559 alunni. La Chiesa educa anche 2.304.171
allievi negli istituti superiori e 3.338.455 studenti universitari. I centri
caritativi e sanitari della Chiesa nel mondo comprendono: 5.3°5 ospedali,
18.179 dispensari, 547 case di cura per malati di lebbra, 17.223 case per
anziani, malati cronici o disabili, 9.882 orfanotrofi, 11.379 nidi, 15.327
consultori matrimoniali, 84.331 centri di riabilitazione sociale e 9.391
istituzioni caritative di diverso genere.
A questi dati bisogna poi aggiungere i servizi
d’assistenza svolti nei campi profughi”. Se poi il sostantivo Chiesa viene esteso alle opere che tutte
le altre confessioni cristiane intrattengono nei cinque continenti, le cifre
lievitano vertiginosamente.
Forse è proprio per questa presenza nell’assistenza
che, nella Chiesa senza aggettivi confessionali, ha proseguito il
rappresentante della Santa Sede presso le organizzazioni Onu di Ginevra, “si
stima che oltre centomila cristiani vengano uccisi per qualche motivo legato
alla loro fede”; un morto ogni cinque minuti. D’altronde nel 2008, papa
Benedetto, aveva detto: “Quando i cristiani sono veramente lievito, luce e sale
della Terra, diventano anche loro, come avvenne per Gesù, oggetto di
persecuzioni; come Lui sono “segno di contraddizione”. La convivenza fraterna,
l’amore, la fede, le scelte in favore dei più piccoli e poveri, che segnano
l’esistenza della Comunità cristiana, suscitano talvolta un’avversione
violenta”. “La Chiesa non si amministra
con le Ave Maria” affermava l’arcivescovo Paul Marcinkus. La citazione è
brutta, la sostanza resta: con chi ce l’ha papa Francesco? Può un Papa lanciare
il sasso e poi nascondere la mano?
Filippo Di Giacomo – Venerdì di Repubblica – 21-6-13
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