Ecco Che S’Avanza Un “Signor Parroco”
Con Moglie E Figli
Preparatevi a vedere, in un futuro molto
prossimo, le case parrocchiali
Cattoliche
abitate in modo diffuso da ministri di culto sposati e con figli. Il sacramento
dell’Ordine, quello che permette la celebrazione
Dei sacramenti, è diviso in tre gradi: diaconato,
presbiterato ed episcopato e solo gli ultimi due sono riservati esclusivamente
ai battezzati celibi. La scelta se restare senza moglie e figli viene
effettuata dal candidato all’Ordine quando riceve il diaconato. E chi è già
sposato al momento dell’ordinazione diaconale, resta “diacono permanente”: può
accedere al secondo grado, ossia al sacerdozio, solo se resta vedovo. I diaconi
permanenti rappresentano oggi una realtà in forte espansione nel mondo
cattolico, basti pensare che nel decennio dal 2001 al 2011 sono aumentati del
40 per cento passando da 20 mila a circa 41 mila unità. I numeri, però, dicono
anche altro.
La crescita più vigorosa di ministri di culto
cattolico con famiglia sta avvenendo proprio in Europa e nel Nord America. Nel
Vecchio Continente in dieci anni da novemila sono diventati quasi 14 mila, il
43 per cento in più. Nel Nuovo Continente dai 19.100 ordinati del 2011 si è
arrivati ai 26 mila del 2011. Europa e America totalizzano, per il momento, il
97,4 per cento dei diaconi permanenti. Il restante 2,6 per cento è suddiviso
tra Africa ed Asia, i due continenti che non soffrono né per denatalità né per
carenza di candidati al sacerdozio. Certo, le cifre indicano anche come la presenza
territoriale della Chiesa sia cambiando progressivamente fisionomia e come sia
destinata ad essere affidata ai diaconi permanenti. Un processo già avviato in
molte diocesi italiane, soprattutto al Nord, dove di pari passo si stanno
sperimentando le “unità pastorali”, nuove forme di comunità che vedono i
sacerdoti raccolti al servizio di un gruppo di parrocchie presidiate ed
amministrate da diaconi.
Così, piano piano, la figura del “signor parroco”
ammogliato e padre di famiglia si sta
introducendo anche sul nostro territorio. Al momento, questi piccoli passi
verso la ripresa anche nella Chiesa Latina dell’ordinazione di “ministri
uxorati” (in ecclesiastichese, anche i preti sposati si chiamano così),
abbastanza usuale fino alle soglie del Concilio di Trento, sembra procedere
senza scosse. Se e quando si giungerà a conferire il sacerdozio a quei “viri
probati” (uomini affidabili), che magari dopo qualche anno di diaconato
permanente danno prova di saper guidare le proprie comunità cristiane, è presto
per dirlo. Quello che è certo, è che la base cattolica sembra più preparata dei
chierici ad affrontare i cambiamenti che i tempi e l’evoluzione demografica e
culturale della Chiesa Cattolica suggeriscono con pressante necessità. E che le
recenti vicende della curia romana rendono drammaticamente urgente.
Filippo Di Giacomo – Venerdì di Repubblica – 31-05-13
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