Mentre L’Italia Affonda I Politici
Discutono Di Presidenzialismo
“Siamo riusciti ad arrivare a questa
svolta epocale in cui siamo riusciti a mettere insieme il centrodestra e il
centrosinistra ponendo fine a una lunga guerra fredda, a una guerra civile”
dice Berlusconi abbigliato da pacificatore,
e,
nel sentirlo, non posso non pensare al vecchio Benito, incontrato a Corviale ai
margini di una surreale iniziativa del Pd “contro la povertà”, che come ultimo
desiderio prima di morire avrebbe tanto voluto vedere “una bella guerricciola
civile”.
Lui,
così battezzato dai genitori per necessità economiche in tempi di fascismo,
resistenza e guerra civile vera, ci sarà rimasto male, anche perché, a
differenza di Berlusconi, la percezione di essere di già nel pieno di una
guerra civile non l’aveva mai avuta. Eppure, mettersi nei panni di Benito di
Corviale resta esercizio utile, anche e soprattutto in tempi di pacificazione e
governo Letta. Se Benito avesse aperto Repubblica il giorno stesso delle
dichiarazioni di Berlusconi, avrebbe letto dell’allarme lanciato da
Confindustria secondo cui “la crisi brucia mezzo milione di posti”, facendo
scomparire “40 imprese al giorno”.
…Avrebbe
saputo di scontri tra polizia e operai al corteo della ex Thyssen di Terni (per
uno sciopero sul futuro incerto dell’azienda), il tutto seguito da un reportage
sui tagli alla Indesit di Fabiano. Sfogliando il giornale Benito non se lo
sarebbe spiegato facilmente l’ottimismo berlusconiano, ma poi, finalmente,
avrebbe trovato la ragione di tanto buonumore leggendo di quella che pare esser
diventata la vera priorità bipartisan, svolta alla crisi, soluzione a tutti i
mali, arma di fine mondo: il presidenzialismo.
Lo
vuole Berlusconi per diventare presidente della Repubblica, ne dibatte il Pd al
fine di non far diventare Berlusconi presidente della Repubblica (dando per
scontato, amaramente, che qualora Berlusconi si candidasse, il popolo lo
eleggerebbe), ne discettano di conseguenza opinionisti e talk show centrando in
pieno l’unico tema più noioso e ombelicale dell’infinito dibattito sulla legge
elettorale. Se archiviare il Porcellum è indubbiamente fondamentale, appare
sempre più evidente come, nella ricerca di una più equa legge elettorale, si
punti troppo a brigare per trovare il cavillo pro domo propria, quando
sembrerebbe prioritario trovare il modo per convincere gli elettori a darti i
voti.
Ho
passato almeno trenta anni della mia vita senza che la legge elettorale fosse
un problema. Oggi realizzo di averne passati 43 senza che il tema del presidenzialismo
mi sembrasse un problema per il benessere di questo Paese. Sarebbe interessante
sapere cosa ne pensa Benito di Corviale.
Diego
Bianchi – Venerdì di Repubblica – 14 -6-13
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