Se Ci Comportiamo Come Se Fossimo
il “Terzo Mondo”
Terzo mondo è un termine improprio, nato
(se non sbaglio) ai tempi della guerra fredda.
E
si riferisce nell’uso comune ai popoli che non appartengono
alla civiltà occidentale, anche se la globalizzazione
ha abbattuto
molte barriere. Ebbene: come potremmo ai dire che
l’Italia sia Terzo Mondo? Questa nostra Italia, che ha dato attraverso i secoli
uno splendido contributo alla civiltà del nostro tempo, con la sua arte, la sua
religione, la sua cultura, la sua industria? L’Italia appartiene, di buon
diritto, alla grande civiltà dell’Occidente. In qualche periodo della storia ha
primeggiato-
Ma allora, perché continuiamo a comportarci, un giorno
dopo l’alro, come se fossimo un paese del Terzo Mondo? Strade piene di
spazzatura, sacchetti immondi che si
ammucchiano intorno agli appositi cassoni. Case abusive che crollano, montagne
che franano, fiumi che inondano le città e villaggi. Automobili parcheggiate
lungo le strade in seconda e terza fila. Treni sporchi, sovente in ritardo,
latrine impresentabili. E questi sono, del Terzo Mondo, gli aspetti visibili,
epidermici quelli che saltano all’occhio.
Poi leggendo i giornali, si scopre tutto il resto: dalla quotidiana denuncia dei
casi di corruzione ai tempi biblici che trascorrono dalla denuncia di un
misfatto alla sentenza per unire i colpevoli, per non dire nulla delle carceri,
le cui condizioni gridano vendetta (di tanto in tanto qualche esponente della
vita pubblica, qualche ministro capita per una visita in una prigione,
giustamente inorridisce, poi torna alle consuete incombenze e tutto rimane come
prima). E che dire del debito pubblico, dell’evasione fiscale? E del continuo
avvicendarsi dei governi, uno all’anno quando va bene? Perché continuiamo a
scegliere, per governarci, personaggi che in altri paesi sarebbero al bando
della vita pubblica, e forse in prigione?
No: non siamo Terzo Mondo. Ma ci comportiamo come se
lo fossimo. Perché?
Piero Ottone – Venerdì di Repubblica – 31-5-13
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