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sabato 8 giugno 2013

Lo Sapevate Che: "Le Borse e Le Agende" che.....


La Repubblica Delle Borse E Delle Agende
Che Non Si Ritrovano Mai

Che cosa c’era scritto nell’agenda dalla copertina rossa che Paolo
Borsellino portava sempre con sé, non lo sapremo mai. Il magistrato potrebbe averla presa con sé quando è andato a citofonare alla vecchia madre; in quel caso sarebbe stata
polverizzata dall’esplosione. Oppure Borsellino l’aveva lasciata nella borsa di pelle sul sedile posteriore della macchina su cui viaggiava. La borsa è stata trovata, ma senza l’agenda rossa. A 21 anni di distanza dalla strage, milioni di italiani sono ovviamente portati a pensare che sia stata trafugata. Da chi? Naturalmente dai servizi. Perché “Perché era la scatola nera dei misteri della prima Repubblica, che bisognava far sparire”. La tesi non è dimostrabile, ma siamo portati a crederlo. Infatti, non c’è misero italiano i cui non ci sia una borsa che scompare, simbolo di un potere così forte, così losco, così pervasivo, così intelligente da renderci ridicoli nella nostra ricerca di verità. Perché il caso Borsellino dovrebbe fare eccezione?
Dagli annali della Prima Repubblica: 1978. Spariscono le due borse che Aldo Moro aveva con sé quando venne rapito in via Fani da un commando delle Brigate Rosse. Ma non furono le Br a portale via perché in una fotografia scattata subito dopo, ci sono. Un’ora dopo, quando la signora Moro compie un sopraluogo, non ci sono più.
1979. Il banchiere Michele Sindona finge di essere stato rapito dai comunisti a New York; in realtà è in Sicilia ospite di Cosa Nostra. Nella sua borsa tiene la sua arma di ricatto più preziosa: la lista dei 500, ovvero l’elenco degli uomini di potere italiani in cui ha fatto guadagnare un sacco di soldi. La lista sparisce, lui muore bevendo un caffè.
1982. Il banchiere Roberto Calvi fugge da Milano, perché ul suo banco Ambrosiano ha fatto crac. Tutti i documenti più scottanti li mette in una borsa di pelle. Lui finisce impiccato a Londra, la borsa viene ritrovata dal senatore missino Giorgio Pisanò. Viene aperta in tv da Enzo Biagi: è vuota.
1982. Il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e la moglie vengono uccisi a Palermo da Cosa Nostra. Non solo la cassaforte del generale viene ritrovata vuota, ma scompare una cartella in pelle che Dalla Chiesa portava sempre con sé. Trentuno anni dopo (!), una lettera anonima alla procura di Palermo solleva il caso. Immediate ricerche, ed ecco la cartella riappare dai sotterranei: vuota.
Quelli che svuotano le borse, li abbiamo chiamati servizi, sanno il loro mestiere. Sono veloci, bene informati, sono puliti (la casa di Riina la lasciarono immacolata). Sono avvisati che le cose stanno per succedere. Non si pentono mai, non si tradiscono tra di loro. Con simili precedenti, come possiamo noi pensare che l’agenda rossa non sia stata trafugata dalla borsa di Paolo Borsellino? Per quanto poi riguarda quello che c’era scritto dentro….ognuno è invitato a riempire l’agenda  con i nomi che gli piacerebbe trovarci.

Enrico Deaglio – Venerdì di Repubblica – 31-05-13

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