Se Visitate Pompei Costa Meno Di Una Pizza
Per visitare Machu Picchu, la città perduta degli Incas, bisogna pagare
Un biglietto da sessantotto dollari. L’equivalente di cinquantacinque euro. Ne camminare tra i grandiosi resti precolombiani che si sporgono vertiginosamente sul canyon dell’Urubamba è un’autentica ascensione ai vertici della storia e della natura.
Per visitare Pompei, la Città sepolta dei Romani, bisogna pagare un biglietto da undici euro. L’equivalente di un dvd taroccato, per vedere ville, affreschi, impluvi, mosaici, botteghe, templi, lupanari, teatri, statue, terme. E provare un misto di emozione e di indignazione alla vista di quelle sublimi rovine che rovinano. Per inefficienza, per disorganizzazione, per mancanza di risorse.
La differenza tra questi due grandi siti archeologici suscita amare riflessioni sul valore effettivo dei beni culturali nel nostro Paese. Che, a dispetto della retorica ampollosa di cui li circonda, non riesce né a proteggerli né a tradurli in economia. Ergo quel valore tanto strombazzato è falso. Altrimenti non ci scandalizzerebbe pagare un biglietto adeguato per vedere un capolavoro universale come la Villa dei Misteri quando ne sborsiamo cinquecento per un telefonino di ultima generazione, o duecento per un paio di scarpe da jogging, senza fare una piega.
Se Pompei vale meno di una pizza allora il suo destino è diventare la città perduta. Dagli italiani.
Marino Niola – Venerdì di Repubblica 8-6-12
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