Nigeria,
Il Paese Dove La
Religione Si Fa Martirio
E’ difficile accettare che nel XXI secolo ci sia chi debba professare la propria fede in Dio
Con l’animo del martire, pronto cioè a morirne. Eppure accade in diverse parti del mondo e in nessun’altra, di questi tempi, quanto nel nord della Nigeria, dove una setta di fanatici islamisti aspetta ogni domenica per fare strage nelle chiese cristiane. Gli specialisti spiegano che è una situazione molto complicata, nella quale giocano fattori etnici, sociali, politici oltreché religiosi. E’ sicuramente vero; resta il fatto che non dev’essere rassicurante fermarsi in preghiera in una chiesa di Kano, Kaduna, Maiduguri o Jos.
Benedetti perciò i leader religiosi che continuano a predicare il dialogo e la riconciliazione. Unanimi in questo sforzo sono i vescovi cattolici, che interpellano l’incapacità, o il disinteresse, dello Stato nel proteggere la povera gente; ma al tempo stesso operano per arrestare la spirale dell’odio. Tra di loro John Onayekan, arcivescovo della capitale federale Abuia. E Ignatius Kagaima, arcivescovo di Jos, al cuore di una delle zone di più acuto conflitto interreligioso, e presidente della Conferenza episcopale nigeriana.
L’anno scorso monsignor Kagaima ha fondato un centro di formazione professionale aperto a giovani sia cristiani che musulmani. Monsignor Ugnatius Ayau Kagaima sarà a Roma il prossimo 4 luglio per ritirare il premio Colombe d’oro per la pace 2012.
Pietro Veronese – Venerdì di Repubblica 29-6-12
Nessun commento:
Posta un commento