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sabato 21 luglio 2012

Lo Sapevate Che: Dal Brasile a Bologna...


Dal Brasile A Bologna:
L’Unica Soluzione E’
Ridurre Gli Sprechi

Abbiamo imparato a usare le lampadine a basso consumo, ma il 3 per cento dell’energia, insieme a miliardi di metri cubi d’acqua, lo perdiamo gettando tonnellate di cibo, buono.

La prima regola della sostenibilità, il concetto attorno a cui ha ruotato il summit Onu di Rio concluso pochi giorni fa, è non sprecare. Ma alle volte gli sprechi sono nascosti, si moltiplicano perché sfuggono alla nostra attenzione. Per portarli alla luce sono nate le campagne di Last Minute Market, spin off della facoltà di Agraria dell’Università di Bologna, che hanno ottenuto l’appoggio dell’Unione europea.
Nel 2012 l’obiettivo è l’abbattimento degli sprechi energetici. In questo campo è stato fatto molto: abbiamo cambiato buona parte delle lampadine di casa mettendo quelle ad alta efficienza e quando compriamo un elettrodomestico guardiamo la tabella che indica i consumi dell’apparecchio, perché sbagliare vuol dire far salire la bolletta elettrica. Ma ci sono aspetti di cui si parla ancora poco e la campagna “Un anno contro lo spreco, 2012: l’energia” li sottolinea. Ad esempio, nei Paesi occidentali una percentuale fra il 10 e il 30 per cento del consumo totale di energia è imputabile alle filiere agroalimentari. In Italia la perdita energetica attribuibile al solo spreco di cibo è pari a circa il 3 per cento della produzione nazionale: corrisponde al fabbisogno di un milione 650 mila persone.
Correggere questi errori non è impossibile: basterebbero acquisti più mirati e politiche governative meno ondivaghe. Secondo stime dell’Enea, poi, l’adozione di misure di efficienza energetica e il rilancio delle energie rinnovabili potrebbero garantire non meno di 11 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, pari al 56,5 per cento dei consumi del settore agroalimentare.
Tra l’altro, sprechi di cibo e sprechi di energia spesso comportano grandi sprechi d’acqua, un’altra risorsa che i cambiamenti climatici stanno rendendo sempre più preziosa. Il libro Blu degli sprechi idrici in Italia, curato da Andrea Segrè e Luca Falasconi e appena pubblicato come e-book da Edizioni Ambiente (pp. 208, euro 4) li sottolinea: nel 2010 abbiamo buttato via 12,6 miliardi di metri cubi d’acqua,  impiegati nella produzione di 14 milioni di tonnellate di prodotti agricoli abbandonati nei campi.
Anche la dieta conta perché, a livello planetario, il 7° per cento dei consumi di acqua dolce è impiegato dal settore agricolo. Ci vogliono circa 3.600 litri al giorno per un’alimentazione a base di carne, mentre ai vegetariani ne bastano 2.300: ogni chilo di carne di manzo ci costa 16 mila litri di acqua. In un anno la dieta mediterranea utilizza poco più di 1.700 metri cubi di acqua pro capite contro i 2.600 metri cubi di quella anglosassone.
Antonio Cianciullo – Venerdì di Repubblica 29-6-12

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