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mercoledì 18 luglio 2012

Lo Sapevate che: Gli Italiani Pericolosi Che Si Incontrano Nel Mediterraneo


Uno spettacolare fiore marino verde, giallo e rosa adorna i fondali rocciosi di tutto il Mediterraneo, anche a pochi centimetri di profondità. Ma è molto meglio resistere alla tentazione di toccarlo. “E’ un’attinia (Anemone viridis), parente delle meduse, e come quelle dotata di tentacoli urticanti perché densi di minuscoli arpioni con tossine, anche potenti. E’un predatore che paralizza e mangia piccoli pesci, ed è sempre pronta a reagire a qualsiasi cosa la sfiori liberando gli arpioncini che entrano nei tessuti dei malcapitati. Per l’uomo il rischio va da un bruciore molto forte che dura ore allo shock anafilattico” spiega il biologo Marco Di Domenico, autore di italiani pericolosi. Leggende e verità sugli animali di casa nostra (Bollati Boringhieri), ricca rassegna di specie (non solo marine) da cui stare alla larga, dai pappataci portatori di leishmaniosi, alla “caravella portoghese” gelatinoso aggregato di piccoli polipi che al contatto può provocare paralisi, fino a vipere e lupi.
Se le meduse sono il pericolo pubblico numero uno, tanti altri animali possono rendere urticante le vacanze. “Sbaglia chi colpevolizza la natura, per esempio parlando di alghe Killer, ma è altrettanto improprio sottovalutarla: l’importante è conoscerla il più possibile, per rispettarla” sottolinea Di Domenico. E cita un pesce che senz’altro merita attenzione. “Il pesce prete (Urano-scopus scober) è dotato dietro la testa e ai suoi lati, di spine velenose che procurano punture dolorose. Nel Mediterraneo è stato anche descritto qualche – raro –caso di puntura mortale. Il rischio è soprattutto per i pescatori che lo estraggono dalle reti: il pesce prete non si trova infatti in acque basse, come invece le tracine (tranchinus draca), che pungono i bagnanti”. Non c’è pericolo, però, per le nostre tavole: la cottura distrugge le catene proteiche dei veleni del pesce prete (ingrediente del caciucco livornese) come dell’attinia (apprezzata in Sardegna). “Più minacciosa è invece la salpa ( Sarpa salpa), pesce erbivoro che predilige le alghe Caulerpa., diffuse ormai in tutto il Mediterraneo: una loro tossina, la caulerperina, si accumula nei tessuti delle salpe e in certi casi può resistere alla cottura. Chi mangia questi pesci rischia l’intorpidimento della lingua, difficoltà respiratorie e motorie e perfino allucinazioni.
Giuliano Aluffi – Venerdì di Repubblica – 29-6-12

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