I Italia fuma Maryuana il 24 per cento dei sedicenni. Gli ultimi lanciano un allarme sui danni che procura al Cervello. Ma segnalano anche i benefici che l’”erba” può dare per alcune patologie.
Dal recente rapporto europeo Espad sull’uso di alcol e droghe tra i sedicenni, si apprende che il 24per cento dei ragazzi e il 18 per cento delle ragazze italiani hanno fumato spinelli nel corso dell’ultimo anno. Anche se la Francia ci batte di gran lunga (là a usare cannabis è il 339 per cento dei giovani), l’Italia resta comunque sopra la media europea (17 per cento). Il dato italiano è costante da diversi anni, forse anche perché la scienza sembra incapace di dare una risposta chiara sulla pericolosità, o meno di questa sostanza. Prendiamo la ricerca pubblicata il primo giugno sul British Journal of Psychiatry dall’Università di San Paolo in Brasile. Analizzando le capacità mentali di 109 utilizzatori abituali di cannabis da almeno un decennio, i ricercatori hanno rilevato che quelli che avevano cominciato a fumarla prima dei 15 anni presentavano notevoli deficit di attenzione, memoria e controllo degli impulsi. Un risultato che indica come l’azione del Thc, il principio attivo della cannabis, sul cervello in crescita sia particolarmente pericolosa e che si sposa bene con quanto scoperto dall’Unità operativa di neuroscienze di Verona, in uno studio preliminare condotto su sei adolescenti che fumavano spinelli da almeno due anni: nel loro cervello la risonanza magnetica ha evidenziato danni e alterazioni.
Questi risultati sembrano però contraddire altre ricerche, come quella, riportata con grande enfasi mediatica nell’estate 2011, del Centre for metal health research australiano, secondo il quale i “vecchi hippy”, fumatori di lungo corso di hashish, non presentavano deficit cognitivi. “La cannabis è sicuramente meno dannosa di molte altre droghe, e dello stesso alcol; nessuno, per esempio, è mai morto per una overdose di hashish” chiarisce Simona Pichini, farmacologa dell’Osservatorio fumo, alcol e droga dell’Istituto superiore di sanità. “Ma provoca anche numerosi effetti negativi, come l’insorgere di gravi stati di ansia, spinti fino alla psicosi, alterazioni del sonno, della memoria e dell’appetito”. E, nonostante quello che pensano molti giovani, la cannabis può dare anche dipendenza: secondo la Società californiana di medicina delle dipendenze, la sviluppa in media il 9 per cento di chi usa hashish o marijuana abitualmente, ma, di nuovo ben il 17 per cento di quelli che hanno cominciato da adolescenti. Poi, naturalmente, visto che i nostri polmoni non sono fatti per respirare fumo, gli spinelli provocano danni alle vie respiratorie e, a lungo termine, cancro, come, e forse più, delle sigarette. Sono segnalati anche, ma con meno sicurezza, danni al cuore, riduzione della fertilità, alterazione del sistema immunitario. “Le conseguenze sulla salute variano da individuo a individuo” dice Pechini “ ma è certo consigliabile evitare l’uso di hashish e marijuana nei giovani”. Non bisogna però demonizzare la sostanza, perché il Thc aumenta la produzione di dopamina nel cervello e quindi ha molte applicazioni mediche: “dall’uso per la riduzione del dolore al trattamento della nausea in oncologia, fino all’attuazione dei sintomi in casi di Parkinson e sclerosi multipla”,
Alex Saragosa – Venerdì di Repubblica 29-6-12
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