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martedì 10 luglio 2012

Lo Sapevate Che: Finiti Gli Ideali Si Riapre La Strada Al Cesarismo


Vogliamo fare qualche riflessione, a volo d’uccello.
sulla crisi politica che attanaglia il mondo?

Tutti vediamo che gli organi di governo annaspano. Ma se i partiti, tutti i partiti, sono in crisi in tutti i Paesi dell’Occidente, se sono sul letto di morte, non può essere soltanto colpa di coloro che li dirigono: non è credibile che i loro capi siano tutti impazziti.
La crisi non è casuale: al contrario, ha radici profonde. Originalmente, i partiti non erano nati per arricchire i loro caporioni, o per mandarli in vacanza ai Caraibi: Erano nati per inseguire nobili ideali, per migliorare le condizioni di vita in questo o quel Paese, o dell’umanità tutta intera: l’ideale liberale, l’ideale socialista, l’ideale comunista…Oggidì, le grandi ideologie sono estinte. Per ragioni storiche, di cui potremo parlare un’altra volta: accontentiamoci per ora di prenderne atto. Il tramonto degli ideali apre dunque la strada al populismo, al cesarismo: domineranno la scena personaggi che sono guidati soltanto da una sconfinata ambizione, dalla volontà di potenza, dalla smania di primeggiare. Si parla di cesarismo Perché Giulio Cesare, tramontati gli ideali dell’era  repubblicana, fu un grande esemplare di questo tipo di condottiero.
Ma i grandi populisti, gli uomini che si impongono puramente per doti personali, i condottieri che primeggiano e travolgono, nascono per caso. Il nostro tempo non ha prodotto finora nessun Giulio Cesare: ha prodotto Beppe Grillo. La scena politica è popolata attualmente (non solo in Italia) da personaggi di modesta statura, persone grigie, di scarsa fantasia, che neanche ambiscono ad -affrontare le sfide del Duemila. Che cosa dicono Angela Merkel, Cameron, Hollande e lo stesso Obama, per dar un saggio di speranza all’umanità? Non dicono proprio niente: il loro silenzio è glaciale. E così sarà fino a quando non salterà fuori, all’improvviso, un demiurgo.
Benefico? Malefico? Staremo a vedere. I populisti sono capaci di tutto.
Piero Ottone – Venerdì di Repubblica 29-6-12

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