Non riesco ad arrivare alla fine del mese? E io mi trucco.
L’Imu è alle stelle? E io mi compro l’ultimo mascara
Telescopico. Il domani è incerto, in banca sono in rosso, faremo la fine della Grecia? Ma sì: mi sparo la crema
antiage d’ultimissima generazione, quella alle staminali vegetali. Popolo singolare gli italiani. La crisi economica morde come mai prima e noi in che modo reagiamo? Scaraventandoci in profumeria a fare incetta di cosmetici, ultima consolazione ed estremo rifugio quando ormai non ci si può permettere altro.
Lo conferma il Beauty report 2012, terzo rapporto annuale dedicato al settore, che rivela come il 17 per cento dei consumatori abbia speso di più nel 2011 rispetto all’anno precedente. Una percentuale che sfiora il 42 per cento se vi si aggiunge la componente delle e degli italiani che dichiarano comportamenti di spesa analoghi al 2010, comunque consistenti. Sempre attorno al 40 per cento la quota di connazionali, uomini e donne, che sottolineano come la crisi non abbia cambiato sostanzialmente le loro abitudini di spesa per i prodotti cosmetici perché “alla propria cura, al proprio benessere e alla propria estetica non si può e non si deve rinunciare”.
Una lezione di stile! Meglio andare incontro alla bancarotta pettinati e idratati. La cura del proprio aspetto nei frangenti difficili potrebbe diventare un’opzione di massa. “Malgrado la crisi ho consumato anche di più, perché bisogna sapersi tenere su, specie nei momenti che sono o possono sembrare più seri e con più problemi”, dichiara il 19,4 per cento dei duemila intervistati. E se nel 1929 a impennarsi furono le vendite dei rossetti, amuleto anticrisi per eccellenza, nel 2012 si spazia fra prodotti più differenziati, più tecnologici, più performanti, ma tutti ugualmente tesi a dare di noi un’immagine migliore (anche se col trucco).
Laura Laurenzi – Venerdì di Repubblica 29-6-12
Nessun commento:
Posta un commento