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giovedì 31 ottobre 2019

Lo Sapevate Che: Eduardo De Filippo, il più grande drammaturgo italiano del secondo Novecento e tra i pochissimi ad essere rappresentato anche all’estero: Il 31 ottobre 1984 – Muore l’attore Eduardo De Filippo


da wikipedia
« … è stata tutta una vita di sacrifici e di gelo! Così si fa il teatro. Così ho fatto! Ma il cuore ha tremato sempre tutte le sere! E l’ho pagato, anche stasera mi batte il cuore e continuerà a battere anche quando si sarà fermato. »
(Dall’ultimo discorso di Eduardo a Taormina, 15 settembre 1984)

Eduardo De Filippo, noto anche semplicemente come Eduardo[1] (Napoli, 24 maggio 1900 – Roma, 31 ottobre 1984), è stato un drammaturgo, regista, attore, sceneggiatore e poeta italiano.
Considerato uno dei maggiori artisti italiani del Novecento, è stato autore di numerose opere teatrali da lui stesso messe in scena e interpretate e, in seguito, tradotte e rappresentate da altri anche all’estero. Autore prolifico, lavorò anche nel cinema con gli stessi ruoli ricoperti nell’attività teatrale. Per i suoi meriti artistici e i contributi alla cultura, fu nominato senatore a vita dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini e gli furono conferite due lauree honoris causa in Lettere presso l’Università di Birmingham nel 1977 e presso l’Università degli Studi di Roma La “Sapienza” nel 1980. Fu anche candidato per il Premio Nobel per la letteratura[2]. Eduardo resta ancora oggi, assieme a Luigi Pirandello, Dario Fo e Carlo Goldoni, uno degli autori italiani più apprezzati e rappresentati all’estero.

Biografia
Figlio d’arte
Figlio naturale dell’attore e commediografo Eduardo Scarpetta e della sarta teatrale Luisa De Filippo, Eduardo e i suoi fratelli furono riconosciuti come figli dalla madre di cui assunsero il cognome De Filippo. Eduardo Scarpetta, sposato il 16 marzo 1876 con Rosa De Filippo, da cui ebbe tre figli: Domenico, Maria e Vincenzo, ebbe una relazione extra-coniugale con la nipote Luisa De Filippo (figlia di Luca, fratello di Rosa De Filippo) da cui nacquero Titina, Eduardo e Peppino.
Eduardo nasce a Napoli nel quartiere Chiaia, (secondo alcuni in via dell’Ascensione n. 3[6], per altri in via Giovanni Bausan n. 15[7]). A soli quattro anni è condotto per la prima volta su un palcoscenico, portato in braccio da un attore della compagnia di Scarpetta, Gennaro Della Rossa, in occasione di una rappresentazione dell’operetta La Geisha, al Teatro Valle di Roma.
Cresce nell’ambiente teatrale napoletano insieme ai fratelli Titina, la maggiore, che aveva già agli inizi degli anni ’10 un suo posto nella compagnia di Vincenzo Scarpetta (uno dei figli legittimi di Scarpetta), e Peppino, il più piccolo che assieme a Eduardo di tanto in tanto viene convocato per qualche apparizione in palcoscenico.
Nel 1912 i De Filippo vanno ad abitare in via dei Mille, e sia Eduardo che Peppino vengono mandati a studiare al Collegio Chierchia, a Foria; qui, tra tentativi di fughe e insofferenze varie, il piccolo Eduardo inizia a dilettarsi nella scrittura, producendo la sua prima poesia, con versi scherzosi dedicati alla moglie del direttore del collegio. Rientrato a casa, parte per Roma in cerca di indipendenza economica, ospite di una zia e in cerca di qualche lavoretto nell’ambiente cinematografico, ma senza successo. Tornato a Napoli si cimenta nelle sue prime prove d’attore: prima recita nella rivista di Rocco Galdieri, poi nella compagnia di Enrico Altieri, quindi in altre compagnie come la Urciuoli-De Crescenzo e la Compagnia Italiana. Ed è così che, tra un teatro e l’altro (San Ferdinando, Orfeo, Trianon), conosce Totò, che sarebbe diventato un suo grande amico.

Vita privata
La vita privata di Eduardo, frenetica e confusa nel periodo pre-bellico, trovò invece pace e serenità negli anni della vecchiaia.
Tre sono state le donne importanti e straordinarie nella sua vita: Dorothy Pennington (una giovane e colta americana che sposò nel 1928; il matrimonio fu annullato nel 1952 con sentenza del tribunale della Repubblica di San Marino, poi convalidata anche da quello di Napoli nel 1955)[21], Thea Prandi (madre dei suoi figli Luisa e Luca, sposata il 2 gennaio 1956) e, infine, Isabella Quarantotti, scrittrice e sceneggiatrice che sposò il 4 febbraio 1977[22]. Tre mesi dopo, suo figlio Luca lo fa diventare nonno.
Nel corso di pochi anni sopportò gravi lutti familiari: prima la morte della figlia Luisella, avvenuta il 5 gennaio 1960, poi quella della moglie (da cui si era peraltro separato l’anno prima), il 9 giugno 1961[23] ed infine l’addio alle scene (1953) e la morte (1963) di Titina, la sorella da sempre “ago della bilancia” tra le forti personalità di Eduardo e di Peppino. Anche in occasione della morte di Titina nel 1963, Eduardo e Peppino avevano litigato accesamente, davanti alla sorella defunta e agli attoniti familiari di lei, a proposito del luogo di sepoltura.[24] Dal 1970 e fino alla sua morte, era solito trascorrere i fine settimana e i mesi estivi nella villa di Colle Ottone Alto a Velletri, acquistata proprio nel ’70 dall’attrice Andreina Pagnani e poi divenuta la casa di Angelica Ippolito e Gian Maria Volonté. Durante quei soggiorni in campagna si avvicendavano nella campagna castellana attori di cinema e di teatro.
Il 4 marzo 1974, in seguito a un malore durante una rappresentazione scenica, gli fu applicato un pacemaker; tuttavia il 27 marzo era di nuovo sul palcoscenico.
Morì il 31 ottobre 1984 e venne sepolto presso il Cimitero del Verano a Roma.

L’incerta riconciliazione
Nonostante le voci di riconciliazione con il fratello Peppino in occasione della malattia di questi nel 1980, ripetute anche dal figlio Luigi:
« Anni e anni dopo, quando mio padre si ammalò, avvisai Eduardo. Un po’ si fece pregare, ma poi riuscii ad accompagnarlo in clinica; li lasciai da soli. Avevano tante cose da dirsi e poco tempo. Devo ammettere che come famiglia siamo stati molto uniti in scena, ma una volta chiuso il sipario, ognuno faceva la sua vita. Ho continuato a vedere Eduardo anche dopo il litigio.[25] »
Secondo alcuni scrittori di argomenti teatrali i due fratelli in realtà non riuscirono a ricomporre i propri dissidi. “I giornali scrissero quello che il pubblico voleva leggere”.[26].
Si è scritto che alla notizia del peggioramento delle condizioni di Peppino, Eduardo andò sì a fargli visita ma, una volta morto il fratello, non partecipò alle esequie e la sera, rivolto al pubblico del teatro Duse di Bologna disse: «Adesso mi manca. Come compagno, come amico, ma non come fratello».[27]

L’eredità
Oltre ad aver influenzato la carriera artistica di colleghi e di nuove leve, Eduardo esercitò le proprie capacità anche come insegnante essendo stato incaricato dall’Università “la Sapienza” di Roma come docente a contratto di Drammaturgia tra il 1981 e l’82.

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