da wikipedia
« … è stata tutta una vita di sacrifici e di gelo! Così si fa il
teatro. Così ho fatto! Ma il cuore ha tremato sempre tutte le sere! E l’ho
pagato, anche stasera mi batte il cuore e continuerà a battere anche quando
si sarà fermato. »
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(Dall’ultimo discorso di Eduardo
a Taormina, 15 settembre 1984)
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Eduardo
De Filippo, noto anche semplicemente come Eduardo[1] (Napoli, 24
maggio 1900 – Roma, 31 ottobre 1984), è stato
un drammaturgo, regista, attore, sceneggiatore e poeta italiano.
Considerato uno dei
maggiori artisti italiani del Novecento, è stato autore di numerose opere
teatrali da lui stesso messe in scena e interpretate e, in seguito, tradotte e
rappresentate da altri anche all’estero. Autore prolifico, lavorò anche nel
cinema con gli stessi ruoli ricoperti nell’attività teatrale. Per i suoi meriti
artistici e i contributi alla cultura, fu nominato senatore
a vita dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini e gli
furono conferite due lauree honoris
causa in Lettere presso l’Università di Birmingham nel 1977 e
presso l’Università degli Studi di Roma La “Sapienza” nel 1980. Fu
anche candidato per il Premio Nobel per la letteratura[2]. Eduardo resta ancora
oggi, assieme a Luigi Pirandello, Dario Fo e Carlo Goldoni,
uno degli autori italiani più apprezzati e rappresentati all’estero.
Biografia
Figlio d’arte
Figlio naturale dell’attore e
commediografo Eduardo Scarpetta e della sarta teatrale Luisa De
Filippo, Eduardo e i suoi fratelli furono riconosciuti come figli dalla madre
di cui assunsero il cognome De Filippo. Eduardo Scarpetta, sposato il 16 marzo
1876 con Rosa De Filippo, da cui ebbe tre figli: Domenico, Maria e Vincenzo,
ebbe una relazione extra-coniugale con la nipote Luisa De Filippo (figlia di
Luca, fratello di Rosa De Filippo) da cui nacquero Titina, Eduardo
e Peppino.
Eduardo nasce a Napoli nel quartiere Chiaia,
(secondo alcuni in via dell’Ascensione n. 3[6], per altri in via Giovanni Bausan
n. 15[7]). A soli quattro anni è condotto per la prima volta
su un palcoscenico, portato in braccio da un attore della compagnia di
Scarpetta, Gennaro Della Rossa, in occasione di una rappresentazione
dell’operetta La Geisha, al Teatro Valle di Roma.
Cresce nell’ambiente teatrale napoletano insieme ai
fratelli Titina, la maggiore, che aveva già agli inizi degli anni ’10 un
suo posto nella compagnia di Vincenzo Scarpetta (uno dei figli
legittimi di Scarpetta), e Peppino, il più piccolo che assieme a Eduardo
di tanto in tanto viene convocato per qualche apparizione in palcoscenico.
Nel 1912 i De Filippo vanno ad abitare in via dei
Mille, e sia Eduardo che Peppino vengono mandati a studiare al Collegio
Chierchia, a Foria; qui, tra tentativi di fughe e insofferenze varie, il
piccolo Eduardo inizia a dilettarsi nella scrittura, producendo la sua prima
poesia, con versi scherzosi dedicati alla moglie del direttore del collegio.
Rientrato a casa, parte per Roma in cerca di indipendenza economica,
ospite di una zia e in cerca di qualche lavoretto nell’ambiente
cinematografico, ma senza successo. Tornato a Napoli si cimenta nelle sue prime
prove d’attore: prima recita nella rivista di Rocco Galdieri, poi nella
compagnia di Enrico Altieri, quindi in altre compagnie come la Urciuoli-De
Crescenzo e
la Compagnia Italiana. Ed è così che, tra un teatro e l’altro (San Ferdinando, Orfeo, Trianon),
conosce Totò, che sarebbe diventato un suo grande amico.
Vita privata
La vita privata di Eduardo, frenetica e confusa nel
periodo pre-bellico, trovò invece pace e serenità negli anni della vecchiaia.
Tre sono state le donne importanti e straordinarie
nella sua vita: Dorothy Pennington (una giovane e colta americana che sposò
nel 1928; il matrimonio fu annullato nel 1952 con sentenza del
tribunale della Repubblica di San Marino, poi convalidata anche da quello
di Napoli nel 1955)[21], Thea Prandi (madre dei
suoi figli Luisa e Luca, sposata il 2 gennaio 1956) e,
infine, Isabella Quarantotti, scrittrice e sceneggiatrice che sposò il 4
febbraio 1977[22]. Tre mesi dopo, suo figlio Luca lo fa
diventare nonno.
Nel corso di pochi anni sopportò gravi lutti
familiari: prima la morte della figlia Luisella, avvenuta il 5
gennaio 1960, poi quella della moglie (da cui si era peraltro separato
l’anno prima), il 9 giugno 1961[23] ed infine l’addio alle scene
(1953) e la morte (1963) di Titina, la sorella da sempre “ago della bilancia”
tra le forti personalità di Eduardo e di Peppino. Anche in occasione della
morte di Titina nel 1963, Eduardo e Peppino avevano litigato accesamente,
davanti alla sorella defunta e agli attoniti familiari di lei, a proposito del
luogo di sepoltura.[24] Dal 1970 e fino alla sua morte, era solito
trascorrere i fine settimana e i mesi estivi nella villa di Colle Ottone Alto
a Velletri, acquistata proprio nel ’70 dall’attrice Andreina
Pagnani e poi divenuta la casa di Angelica Ippolito e Gian
Maria Volonté. Durante quei soggiorni in campagna si avvicendavano nella
campagna castellana attori di cinema e di teatro.
Il 4 marzo 1974, in seguito a un malore durante
una rappresentazione scenica, gli fu applicato un pacemaker; tuttavia il
27 marzo era di nuovo sul palcoscenico.
Morì il 31 ottobre 1984 e venne sepolto
presso il Cimitero del Verano a Roma.
L’incerta riconciliazione
Nonostante le voci di
riconciliazione con il fratello Peppino in occasione della malattia di questi nel 1980,
ripetute anche dal figlio Luigi:
« Anni e anni dopo, quando mio padre si ammalò, avvisai Eduardo. Un
po’ si fece pregare, ma poi riuscii ad accompagnarlo in clinica; li lasciai
da soli. Avevano tante cose da dirsi e poco tempo. Devo ammettere che come
famiglia siamo stati molto uniti in scena, ma una volta chiuso il sipario,
ognuno faceva la sua vita. Ho continuato a vedere Eduardo anche dopo il
litigio.[25] »
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Secondo alcuni scrittori
di argomenti teatrali i due fratelli in realtà non riuscirono a ricomporre i
propri dissidi. “I giornali scrissero quello che il pubblico voleva leggere”.[26].
Si è scritto che alla
notizia del peggioramento delle condizioni di Peppino, Eduardo andò sì a fargli
visita ma, una volta morto il fratello, non partecipò alle esequie e la sera,
rivolto al pubblico del teatro Duse di Bologna disse: «Adesso
mi manca. Come compagno, come amico, ma non come fratello».[27]
L’eredità
Oltre ad aver
influenzato la carriera artistica di colleghi e di nuove leve, Eduardo esercitò
le proprie capacità anche come insegnante essendo stato incaricato
dall’Università “la Sapienza” di Roma come docente a contratto di
Drammaturgia tra il 1981 e l’82.
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