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venerdì 18 ottobre 2019

Lo Sapevate Che: Cultura – 132 anni fa, il 18 di ottobre del 1886, fu pubblicato il libro Cuore di Edmond De Amicis


Cuore è uno dei più importanti libri per ragazzi scritti in Italia. In forma di diario racconta le vicende di Enrico Bottini e dei suoi compagni di classe nella Torino di fine Ottocento. 

Il libro Cuore è uno dei più importanti libri per ragazzi della letteratura italiana. Scritto da Edmondo de Amicis nel 1886, racconta il mondo della scuola pubblica dell'epoca, con l'intento di celebrare i valori dell'Italia postunitaria.
E per questo De Amicis raggruppa in un unica classe studenti di diversa estrazione sociale, in modo da avere un quadro completo della società dell'epoca; ci sono proletari, operai, emigrati, piccolo borghesi, ricchi...
Tutti questi personaggi hanno caratteristiche molto stereotipate, cioè non hanno una vera connotazione psicologica, ma si muovono secondo la classe sociale che rappresentano e anche secondo una precisa connotazione morale: c'è il buono, il cattivo, il superbo...
Se da un lato questa stilizzazione dei personaggi è il limite dell'opera, dall'altro rappresenta per noi un importante affresco della situazione sociale, politica ed economica dell'Italia di fine Ottocento.
Trama
L'autore finge che a scrivere sia un ragazzo di terza elementare, Enrico Bottini, di ricca famiglia torinese, che racconta quello che succede a scuola durante l'intero anno. La forma è quella del diario e si svolge durante i 10 mesi scolastici da ottobre a luglio.
La narrazione di Enrico si interrompe di quando in quando con una pagina scritta dal padre, dalla madre o dalla sorella con intenti pedagogici e morali.
Ogni mese c'è poi il racconto che il maestro detta a tutta la classe: si tratta di narrazioni dove sono protagonisti ragazzini che compiono atti eroici e patriottici.
Il piccolo patriota padovano: la storia di un bambino povero che viene venduto a dei saltimbanchi, quando poi riesce a fuggire incontra tre stranieri a cui racconta la sua storia. Questi impietositi gli offrono del denaro, ma lui rifiuta perché li sente criticare gli italiani.
La piccola vedetta lombarda: un ragazzo durante la guerra spia le mosse del nemico dall’alto di un albero, finché una pallottola lo colpisce.
Il piccolo scrivano fiorentino: un bambino si affatica la notte a copiare delle carte per il padre, il quale ignora il sacrificio del figlio e lo rimprovera duramente. Fino alla notte in cui, risvegliandosi casualmente, lo trova intento a scrivere al posto suo. Commosso, lo abbraccia chiedendogli perdono per i rimproveri immeritati e lo manda a dormire.
Il tamburino sardo: un reparto di soldati piemontesi è cinto d'assedio in un casolare dagli austriaci, così il capitano chiede a un un tamburino quattordicenne di uscire di nascosto dalla casa e di correre per chiedere soccorso a uno squadrone di carabinieri a cavallo. Ma durante la missione viene colpito alla gamba da un proiettile. Riuscirà a portare il messaggio e a far arrivare i rinforzi, ma in ospedale dovranno amputargli la gamba.
L'infermiere di Tata: storia di un giovane che assiste lungamente e amorevolmente un malato credendo che sia il proprio padre.
Sangue romagnolo: un ragazzo traviato ma non cattivo muore per salvare la nonna.
Valor civile: il racconto di un ragazzo che salva il compagno in pericolo di annegare.
Dagli Appennini alle Ande: storia di un bambino che da Genova si imbarca per l'Argentina in cerca della madre emigrata per lavoro. Dopo una lunga peregrinazione il piccolo trova la madre gravemente malata. La donna quando scopre che il figlio l'ha raggiunta decide di sottoporsi a un intervento chirurgico e si salva.
Naufragio: l'atto eroico di un ragazzo che cede il posto sulla scialuppa a una bambina e muore travolto dalle onde.
Le storie del maestro sono senz'altro le più letterarie e le più memorabili del libro.
Le vicende quotidiane della classe, invece, seguono propriamente lo stile del diario: Enrico scrive in prima persona, con una sintassi semplice e con frasi brevi.
Protagonisti
Enrico Bottini: voce narrante riporta le vicende che accadono ai suoi compagni.
Garrone, il più grande della classe, ha già 14 anni, che rappresenta la bontà d'animo, sempre pronto a prendersi le colpe degli altri e a proteggere i più deboli, come il piccolo gobbo. Verso la fine del libro dovrà affrontare la morte della madre.
Il muratorino, figlio di un muratore, descritto con il muso da lepre. Si ammalerà gravemente, ma poi, anche grazie al conforto di Garrone, riuscirà a riprendersi.
Franti: rappresenta il male. Viene da una famiglia di proletari. Già espulso da un'altra sezione, ne combina di ogni ed è sempre pronto a prendersela con i più deboli. Alla fine viene cacciato dalla scuola e poi mandato in prigione dopo una rissa con Stardi.
Stardi, il principale avversario di Derossi nello studio, emblema della testardaggine.
Ernesto Derossi: il più bravo e il più bello della classe e anche molto ricco. Rappresenta la gentilezza.
Carlo Nobis, figlio di papà superbo e arrogante.
Coretti, esempio di rettitudine. Figlio di un veterano delle guerre d’indipendenza, aiuta il padre in bottega, accudisce la mamma malata e intanto studia.
Luigi Crossi: con i capelli rossi e un braccio paralizzato. La madre vende ortaggi mentre il padre, inizialmente assente perché in America, in realtà si scopre essere stato in prigione.
Pietro Precossi: figlio del fabbro ferraio, viene puntualmente picchiato dal padre disoccupato e alcolizzato. Alla fine l'uomo decide di disintossicarsi quando scopre che il figlio ha vinto un premio scolastico.
Il Ragazzo Calabrese (Coraci), immigrato da Reggio Calabria.
Nelli, il piccolo gobbo, schernito da tutti, finché Garrone non lo prende sotto la sua protezione.
Garoffi, con il naso a becco di civetta, continuamente impegnato in compravendite di vario tipo.
Il Maestro Perboni: figura triste, la cui unica famiglia è la scuola.
La Maestria dalla Penna Rossa, così detta per la piuma sul cappello.
Gli ultimi capitoli del libro sono dedicati agli esami di fine anno e all'addio di Enrico che con la sua famiglia dovrà lasciare Torino e cambiare scuola.
Significato dell'opera
La scuola per De Amicis è il luogo ideale per rappresentare l'Italia dell'epoca con i suoi valori e ideali.
Uno dei leit-motiv è appunto l'ideale patriottico del Paese da poco unificato. I valori e gli ideali nazionali sono rappresentati soprattutto nei racconti mensili del maestro. Ma anche l'idea di una classe che raccoglie bambini provenienti da diverse regioni per crescere assieme ben rappresenta l'ideale unitario.
Altro dato importante è la cooperazione delle classi sociali. De Amicis parla dei ceti più bassi con ammirazione e sottolineandone l'utilità, infatti una società per funzionare bene deve avere anche operai e muratori.
E' comunque una visione classista, dove il paternalismo e la benevolenza verso i più umili, non lascia però possibilità di ribaltamenti sociali
 Il maggior successo editoriale dell’Italia Unita - 1886
 DE AMICIS, Edmondo (1846-1908). Cuore libro per i ragazzi. Milano, Fratelli Treves, 1886.

PRIMA EDIZIONE. Emilio Treves, triestino di origine ebraica, fu, insieme a Sonzogno, il primo grande editore italiano su scala industriale. Dopo la creazione dello stato italiano e il conseguente abbattimento delle barriere doganali che fino ad allora avevano impedito un libero commercio librario lungo la penisola, i lenti ma progressivi processi di unificazione nazionale e di alfabetizzazione della popolazione italiana portarono ad una vera e propria esplosione dell’editoria. Milano ne era la capitale. Treves, che si rivolgeva ad un pubblico più colto rispetto a quello più popolare di Sonzogno, costruì un piccolo impero, in cui il successo dei libri e delle collane editoriali era supportato da un uso sapiente della pubblicità e delle recensioni nelle numerose riviste che lo stesso editore pubblicava. Tra queste la più importante era sicuramente l’ “Illustrazione Universale”, poi divenuta l’ “Illustrazione italiana”, su cui scrivevano autori del calibro di G. Verga, G. Gozzano, G. Carducci, G. Pascoli, G. Deledda, M. Serao, A. Fogazzaro e G. D’Annunzio.

Edmondo De Amicis, ufficiale originario di Oneglia che aveva combattuto nell’ultima guerra d’indipendenza, fu una delle scoperte di Treves. Dopo le prime pubblicazioni, prevalentemente raffinati resoconti di viaggio che uscivano prima a puntate sulle riviste e poi venivano raccolti in volume, nel 1878 De Amicis espose al suo editore il progetto di un nuovo romanzo, diverso dai precedenti, che avrebbe dovuto intitolarsi Cuore. Un Treves entusiasta cominciò da subito a promuovere il futuro libro, suscitando la curiosità del pubblico con ripetuti annunci circa la sua imminente uscita.
De Amicis, a cui probabilmente non era ancora ben chiaro come sviluppare il progetto, fu però colto da mille esitazioni. Dopo alcuni anni contrassegnati da discussioni, rimproveri e solleciti, De Amicis produsse finalmente un romanzo, che non volle tuttavia chiamare Cuore, bensì Gli Amici. Con poca convinzione Treves lo pubblicò nel 1883 in due volumi. Ebbe scarso successo.
Nel frattempo andava crescendo in Italia l’editoria per ragazzi, guidata soprattutto da C. Collodi (Pinocchio uscì a puntate fra il 1881 e il 1883 e poi subito in volume), i cui libri non erano tuttavia giudicati idonei ad un uso scolastico dalle autorità ministeriali. De Amicis intuì allora quale sarebbe stato il pubblico del suo Cuore: gli studenti delle scuole elementari.
Il “libro Cuore”, come dalla sua apparizione in poi fu sempre chiamato, nacque quindi come testo di lettura per le scuole, un romanzo per ragazzi formativo per la vita, fatto di buoni sentimenti e basato sui valori della scuola, della famiglia e della patria. De Amicis riuscì genialmente a mischiare insieme vari generi: il diaristico (la cronaca giornaliera degli avvenimenti di una classe torinese dell’anno 1881-82 è narrata attraverso il diario del protagonista, Enrico Bottini); l’epistolare (le lettere che Enrico riceve dal padre, dalla madre e dalla sorella contengono riflessioni morali che mettono in risalto il ruolo fondante della famiglia); e il racconto sotto forma di letture educative.
Il 15 ottobre 1886, data di inizio dell’anno scolastico e del romanzo, Cuore uscì nelle librerie di tutta Italia. Il 28 ottobre si era già alla diciottesima edizione, ossia erano già state vendute diciottomila copie. Tra il 1887 e il 1893 fu tradotto in tredici lingue. Nel 1923 le copie vendute superarono il milione.
Edmondo De Amicis, dopo aver frequentato il liceo a Torino, s’iscrisse all’Accademia militare di Modena. Prese quindi parte come luogotenente alla battaglia di Custoza del 1866. Il successo della raccolta di bozzetti La vita militare, pubblicata nel 1868, lo incoraggiò a proseguire sulla strada della narrativa e del giornalismo. Come inviato de “La Nazione” di Firenze scrisse numerosi reportage di viaggio dalla Spagna (1873), da Londra (1873), dall’Olanda (1874), dal Marocco (1876), da Costantinopoli (1878) e da Parigi (1879). Negli ultimi anni, dopo il successo di Cuore, si avvicinò alle idee socialiste e collaborò a “La Critica sociale” diretta da Filippo Turati. Morì a Bordighera l’11 marzo del 1908.

Descrizione fisica. Un volume in 16mo di pp. (6), 338, 2 bianche. Brossura editoriale giallina.
F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010

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