Giovanni Paolo II. 40 anni fa l'elezione di
un Papa che ha cambiato il mondo
Il 16 ottobre
1978 – alle 18,18 – arrivò la fumata bianca. Alle 18,45 il cardinale
protodiacono Pericle Felici dette l’annuncio che il cardinale Karol Wojtyla era
stato eletto 264° Papa
Si presentò con quella frase che lo fece entrare immediatamente
nel cuore della gente: «Se mi sbaglio, mi corrigerete». E invece nei 26 anni e
mezzo successivi fu lui a 'correggere' la storia. Della Chiesa e del mondo. Il 16
ottobre di quarant’anni fa – alle 18,18 – arrivò la fumata bianca. E
poco meno di mezz’ora dopo – alle 18,45 – il cardinale protodiacono Pericle
Felici dette l’annuncio che il cardinale Karol Wojtyla, arcivescovo di
Cracovia, era stato eletto 264° Papa, scegliendo di chiamarsi Giovanni
Paolo II. Iniziava così uno dei più lunghi e straordinari pontificati della
storia della Chiesa, al quale lunedì papa Francesco (cui si deve il 27 aprile
2014 la canonizzazione del suo predecessore) ha voluto rendere omaggio,
ricevendo in udienza il presidente della Polonia, Andrzej Duda.
Un colloquio in un clima cordiale, riferiscono le fonti
vaticane, nel corso del quale è stata ribadita «l’importanza dei valori
cristiani nella storia del Paese, specialmente nella formazione della sua
identità culturale e religiosa» e si sono toccati temi come «la promozione
della famiglia e l’accoglienza », ma anche il contributo della Polonia nel
progetto di integrazione europea. Un argomento al quale san Giovanni
Paolo II aveva dedicato molte energie e molti interventi, chiedendo
sempre che quel progetto non fosse limitato agli aspetti economici, ma che
riguardasse soprattutto i valori cristiani del Continente, da inserire anche
nella Costituzione europea (richiesta profetica anche alla luce di quanto
l’Unione sta vivendo oggi e, purtroppo, rimasta inascoltata). Nel corso
dell’udienza sono state inoltre toccate anche tematiche di carattere
internazionale, «quali il conflitto in Ucraina, la situazione nel Medio
Oriente, le migrazioni, e la salvaguardia del creato in vista della Conferenza
Onu sui cambiamenti climatici, che si terrà a Katowice in dicembre», riferisce
la Sala Stampa.
Ma soprattutto è stato il momento dello scambio dei doni a
'suggellare' il ricordo del Pontefice polacco e i punti di
contatto con l’attuale pontificato. Il presidente Duda ha donato infatti al
Papa una copia del quadro della Divina Provvidenza e Francesco lo ha
ringraziato per aver scelto proprio questo dono. Si tratta del dipinto di Gesù,
così come apparve alla mistica santa Faustina Kowalska (e da lei fatto eseguire
secondo la richiesta del Signore), nel cui convento il giovane Karol
Wojtyla si recava a pregare quando era un operaio della Solvay (la
chiesetta annessa si trovava infatti sul tragitto che il futuro Pontefice
percorreva a piedi ogni giorno). Giovanni Paolo II canonizzò
suor Faustina e volle istituire la festa della Divina Misericordia, in
coincidenza con la Domenica “in albis” (nei primi vespri della quale, il 2
aprile 2005, concluse la sua esistenza terrena). Papa Francesco, come è noto, ha fatto della Misericordia
l’architrave del suo pontificato. Né i parallelismi tra i due Papi si fermano
qui. Primo Pontefice non italiano dopo più di quattrocento anni,
anche Giovanni Paolo II - presentandosi quella sera del 16
ottobre - si definì «chiamato di un Paese lontano». Parole che richiamano alla
mente quelle di Francesco nell'analoga occasione
del 13 marzo 2013: «Voi sapete che il dovere del Conclave è di dare un Vescovo
a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo
quasi alla fine del mondo». E se, specialmente oggi, la distanza geografica è
incomparabile (Cracovia dista da Roma poco più di un’ora di aereo, Buenos Aires
molto di più), nel 1978 – in piena guerra fredda – la Polonia sembrava
davvero «un Paese lontano».
Ad avvicinarla al resto mondo, così come tutto l’est oltre
cortina, ci avrebbe pensato Giovanni Paolo II, il pontefice che
dopo l’attentato del 1981 avrebbe abbattuto il muro di Berlino, permettendo
all’Europa di respirare finalmente a due polmoni, avrebbe viaggiato più di
tutti i suoi predecessori messi insieme, annunciando il Vangelo veramente fino
agli estremi confini della Terra, avrebbe creato ponti verso i giovani, avrebbe
inaugurato un’epoca nuova di rapporti con gli ebrei (e colpisce che il 16
ottobre, del 1943 in quel caso, sia la data del rastrellamento del ghetto di
Roma) e aperto strade mai percorse prima al dialogo interreligioso. Dopo 40
anni, è estremamente significativo che l’anniversario della sua elezione giunga
due giorni dopo la canonizzazione di Paolo VI e mentre è in corso il Sinodo dei
giovani. Il Papa che voleva essere 'corretto' e che invece ha
corretto la storia continua ad essere presente nella comunione dei santi.
Mimmo Muolo
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