Da Wikipedia,
l'enciclopedia libera.
«Andrà lontano? Farà fortuna? Raddrizzerà tutte le
cose storte di questo mondo? Noi non lo sappiamo, perché egli sta ancora marciando
con il coraggio e la decisione del primo giorno. Possiamo solo augurargli, di
tutto cuore: - Buon viaggio!»
|
(Gianni
Rodari, Il giovane gambero, da "Favole al telefono")
|
Biografia
«In principio la terra era tutta sbagliata...»
|
Gianni Rodari nacque il 23 ottobre 1920 a Omegna, sul lago d'Orta, da Giuseppe Rodari,
fornaio che possedeva il negozio in via Mazzini, via principale di Omegna,
sposato in seconde nozze con Maddalena Aricocchi, commessa nella bottega
paterna. Oggi sulla parete della sua casa natale che dà sulla strada c'è una
targa che lo ricorda. Poiché i genitori stavano in negozio venne seguito nel
corso della sua infanzia da una balia di Pettenasco. A Omegna frequentò
le prime quattro classi elementari ma poi, in seguito alla morte del padre per
broncopolmonite (nel 1929), si trasferì a Gavirate in provincia di Varese, paese natale della madre, a nove anni, con il
fratello Cesare (1921-1982).
In seguito la madre cedette l'attività del marito al
fratellastro di Gianni, Mario (1908-1966), nato dalle prime nozze del padre. Nel 1931 la madre lo fece entrare nel seminario cattolico di San Pietro Martire di Seveso in provincia di Milano, ma comprese ben presto che non era la strada giusta
per il figlio e nel 1934 lo iscrisse alle magistrali. Erano anche anni di passione musicale,
Rodari prendeva lezioni di violino. Con alcuni amici formò un trio e cominciò a
suonare nelle osterie e nei cortili della zona, ma la madre non lo incoraggiò.
Nel 1937 Rodari si diplomò come maestro
presso Gavirate. Nel 1938 fece il
precettore a Sesto Calende, presso una famiglia di ebrei tedeschi fuggiti dalla Germania. Nel 1939 si iscrisse alla Facoltà di Lingue
dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, abbandonando però i
corsi dopo pochi esami. Insegnò in seguito a Brusimpiano, Ranco e Cardana di Besozzo. Come egli stesso
disse, la sua scuola non fu grandiosa a causa della sua giovane età, tuttavia
si rese conto che fu una scuola divertente dove i bambini utilizzavano la
fantasia addirittura per aiutarlo a correggere le sue stesse opere: questa,
insieme a molte altre, fu una delle caratteristiche basilari di Rodari, che lo
faranno sempre riconoscere per la sua originalità.
Durante la Seconda guerra mondiale venne esonerato dal servizio militare a causa della
salute cagionevole. Intanto vinse il concorso per maestro e insegnò come
supplente a Uboldo. Nel dicembre del 1943 venne richiamato alle armi dalla Repubblica Sociale Italiana e assegnato
all'ospedale milanese di Baggio. Traumatizzato dalla
perdita dei suoi due migliori amici (Nino Bianchi, morto nel naufragio della
nave Calipso nel Mediterraneo all'inizio della
guerra, e Amedeo Marvelli, deceduto durante la campagna di Russia) e
dall'internamento del fratello presso un campo di concentramento nazista in Germania, prese contatti con la Resistenza lombarda, gettò l'uniforme ed entrò in clandestinità; quindi si
avvicinò al Partito Comunista Italiano, a cui si iscrisse il
1º maggio 1944.
Dopo la Liberazione del 25
aprile 1945 iniziò la
carriera giornalistica in Lombardia, dapprima con il
giornaletto ciclostilato Cinque punte, poi dirigendo L'Ordine
Nuovo, periodico della Federazione Comunista di Varese. Nel frattempo
pubblicò alcune trascrizioni di leggende popolari e dei racconti anche con lo
pseudonimo di Francesco Aricocchi. Nel 1947, approdò a L'Unità di Milano, su
cui, due anni dopo, iniziò a curare la rubrica La domenica dei piccoli.
Nel 1950 lasciò Milano per Roma, dove fondò e diresse, con Dina Rinaldi, il giornale per
ragazzi Pioniere (settimanale dell'API, Associazione Pionieri
d'Italia), con cui collaborò per una decina d'anni, fino alla cessazione della
pubblicazione. In tale periodo fondò il campeggio estivo dei Pionieri, con sede
prima a Sestola (Modena) e poi a Castelluccio di Porretta Terme (Bologna).
In piena guerra fredda, nel 1951, dopo la pubblicazione del suo primo
libro pedagogico Il manuale del Pioniere, venne scomunicato
dal Vaticano, che lo definì "ex-seminarista cristiano diventato diabolico".
Per tale motivo le parrocchie bruciavano nei cortili il Pioniere e
i libri di Gianni Rodari[2]. Il 25 aprile 1953 sposò la modenese Maria Teresa Ferretti, segretaria del
Gruppo Parlamentare del Fronte Democratico Popolare (da cui avrà la
figlia Paola nel 1957) e il 13 dicembre dello stesso anno fondò Avanguardia, giornale nazionale della FGCI, Federazione Giovanile Comunista Italiana. Chiusa l'esperienza
nel 1956, tornò, chiamato
da Pietro Ingrao all'Unità (da settembre 1956 a dicembre 1958).
Dal 1954, per una quindicina di anni, collaborò
anche a numerose altre pubblicazioni: scrisse articoli su quotidiani e
periodici; curò libri e rubriche per ragazzi. Tuttavia entrò nell'Albo dei
giornalisti solo nel 1957. Dal primo dicembre 1958 passò a Paese Sera come inviato speciale e nello stesso
periodo iniziò a collaborare con Rai e BBC, come autore del programma televisivo
per l'infanzia Giocagiò. Dal 1966 al 1969 Rodari non pubblicò libri,
limitandosi a una intensa attività di collaborazioni per quanto riguarda il
lavoro con i bambini. È questo un periodo molto duro per lui soprattutto a
causa delle sue condizioni fisiche e della gran mole di lavoro.
Nel 1968, stanco di Paese Sera pensò
di accettare l'offerta di Giulio Einaudi Editore, che con Editori Riuniti pubblicava
allora i suoi libri, e di trasferirsi a Torino, ma aveva da poco
traslocato nel quartiere Gianicolense in attesa di
andare a vivere in una nuova casa a Manziana, e poiché la moglie
lavorava e non volevano creare traumi di trasferimento nella figlia in età
scolare, rimase a Roma. Dopo la morte di Ada Gobetti, assunse la direzione
del Giornale dei genitori (incarico che tenne fino all'inizio
del 1977[3]). Nel 1970 vinse il Premio Hans Christian Andersen.
Nel 1973 uscì il suo capolavoro
pedagogico: Grammatica della Fantasia; introduzione all'arte di
inventare storie, saggio indirizzato a insegnanti, genitori e animatori
nonché frutto di anni di lavoro passati a relazionarsi con il campo della
"fantastica". Con il celebre pseudonimo di
"Benelux", teneva su Paese Sera una
rubrica-corsivo quotidiana molto seguita. Si recò più volte in Unione Sovietica, dove i suoi libri
erano diffusi in tutte le scuole delle repubbliche. Intraprese viaggi
anche in Cina e in Bulgaria.
Nel 1976, insieme alla partigiana e
giornalista Marisa Musu, fondò l'associazione di promozione sociale denominata Coordinamento Genitori
Democratici, una ONLUS impegnata ad insegnare e praticare i valori di una scuola antifascista, laica e democratica membro del Forum nazionale delle
associazioni dei genitori nella scuola istituito in seno al Ministero
dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca.
Fino all'inizio del 1980 continuò le sue collaborazioni
giornalistiche e partecipò a molte conferenze e incontri nelle scuole italiane,
con insegnanti, genitori, alunni, gruppi teatrali per ragazzi. Suoi testi pacifisti sono stati
musicati da Sergio Endrigo e da altri cantautori italiani. Il 10 aprile 1980 si fece ricoverare
in clinica a Roma, per farsi operare alla gamba sinistra, data l'occlusione di
una vena; morì quattro giorni dopo, il 14 aprile, per collasso cardiaco. Aveva 59 anni. Le
sue spoglie sono sepolte nel cimitero del Verano.
Gianni Rodari, scrittore e giornalista famoso per la
sua fantasia e originalità, attraverso racconti, filastrocche e poesie,
divenute in molti casi classici per ragazzi, ha contribuito a rinnovare
profondamente la letteratura per ragazzi. Tra le sue opere maggiori si ricordano Filastrocche
in cielo e in terra, Il libro degli errori, Favole al telefono, Il gioco dei quattro cantoni, C'era due volte il barone Lamberto.
Dal suo libro La freccia azzurra è stato tratto un omonimo film d'animazione nel 1996. Il successo raccolto dall'autore
in Unione Sovietica ha portato anche in quel Paese alla realizzazione di cartoni animati tratti dalle
opere di Rodari, come Cipollino (1961), recentemente tradotto e
diffuso in Italia per il mercato home video, o Rassejannyj Džovanni (1969),
tratto da La passeggiata di un distratto.
«È difficile fare le cose difficili: parlare al
sordo, mostrare la rosa al cieco. Bambini, imparate a fare le cose difficili:
dare la mano al cieco, cantare per il sordo, liberare gli schiavi che si
credono liberi. »
|
(G. Rodari, Parole per
giocare)
|
Riconoscimenti
Dal 1980 (anno della sua morte) sono state
scritte decine di opere che parlano di Gianni Rodari, ed esistono anche
centinaia di parchi, circoli, biblioteche, ludoteche, strade, e scuole materne
ed elementari intitolate a lui. Il "Parco Rodari" più importante si
trova ad Omegna, suo paese natale, mentre a Roma gli è stata intitolata la
biblioteca comunale del Municipio Roma VII a Tor Tre Teste[4].
Nel 2010, 90º anniversario
della nascita, 40º anniversario del ricevimento del Premio Andersen e 30º
anniversario della morte, in Italia e all'estero, sono state realizzate
numerosissime iniziative per ricordarlo; tra esse le nuove ristampe per
l'occasione.
Oltre al Premio Hans Christian Andersen del 1970 vanno ricordati anche i
riconoscimenti del premio Prato (1960) e dei premi Catello e Rubino (entrambi
del 1965).
Sebbene molte vie e piazze siano state a lui dedicate,
la principale "piazza Gianni Rodari" sorge proprio a Omegna, davanti
all'omonimo "Parco della Fantasia" sopraccitato[5].
Grammatica della fantasia
La Grammatica della fantasia è, come
dice il sottotitolo, una "introduzione all'arte di inventare storie".
È l'unico volume dello scrittore di Omegna che non è di
narrativa ma ha un contenuto teorico.
Nasce ufficialmente a Reggio Emilia, dalla paziente
trascrizione a macchina da parte di una stagista di alcuni appunti rimasti a
lungo dimenticati. Gli appunti in questione, scritti intorno agli anni
quaranta, facevano parte della raccolta del Quaderno della fantasia.
Vennero recuperati in seguito ad un comizio che si terrà proprio nella città
emiliana dal 6 al 10 marzo 1972.
L'opera si sviluppa in 45 capitoli e si potrebbe dire
tranquillamente che la stragrande maggioranza dei temi e degli episodi della
poliedrica attività di scrittore e di studioso di Gianni Rodari sopra citati
nella biografia siano ripresi anche nel corso delle argomentazioni e degli
esempi che le accompagnano.
Opere
Manuale del Pioniere, Roma, Edizioni di
cultura sociale, 1951. (suo primo libro per animatori dell'Associazione
Pionieri d'Italia)
Il libro delle filastrocche, Firenze, Toscana
Nuova, 1951. (suo primo libro per ragazzi, per case editrici per ragazzi)
Il romanzo di Cipollino, Roma, Edizioni di
cultura sociale, 1951. (ristampato nel 1959 come Le avventure di
Cipollino)
Le carte parlanti, Firenze, Toscana Nuova, 1952.
Il treno delle filastrocche, Roma, Edizioni di cultura sociale,
1952.
Cipollino e le bolle di sapone, Roma, Edizioni di cultura sociale,
1952. [con lo pseudonimo Giampiccolo]
Il libro dei mesi, Roma, Edizioni di cultura sociale, 1952.
Le avventure di Scarabocchio, Roma, Edizioni di cultura sociale,
1954.
Il viaggio della freccia azzurra, Firenze, Centro Diffusione Stampa,
1954.
La gondola fantasma, in «Pioniere», nn. 27-39, 1955, poi Milano, Il
Giornale dei Genitori, 1974.
Compagni fratelli Cervi, Reggio Emilia, Tip. Popolare, 1955.
Gelsomino nel paese dei bugiardi, Roma, Editori
Riuniti, 1958.
Filastrocche in cielo e in terra, Torino, Einaudi,
1960; 1972.
Favole al telefono, Torino, Einaudi, 1962.
Gip nel televisore. Favola in orbita, Milano, Mursia, 1962. (riedito nel
1967 con altre storie come Gip nel televisore e altre storie in
orbita)
Il pianeta degli alberi di Natale, Torino, Einaudi, 1962.
Castello di carte, Milano, Mursia, 1963.
Cura dell'edizione italiana di Enciclopedia della favola. Fiabe di
tutto il mondo, raccolte da Vladislav Stanovsky e Jan Vladislav, 3 voll.,
Roma, Editori Riuniti, 1963.
Il cantastorie. Storie a piedi e in automobile, Roma, Automobile
Club d'Italia, 1964.
La freccia azzurra, Roma, Editori
Riuniti, 1964.
Il libro degli errori, Torino, Einaudi,
1964.
Venti storie più una, Roma, Editori Riuniti, 1969.
Le filastrocche del cavallo parlante, Milano, Emme, 1970.
Tante storie per giocare, Roma, Editori Riuniti, 1971.
Gli affari del signor gatto, Torino, Einaudi, 1972.
Il palazzo di gelato e
altre otto favole al telefono, Torino, Einaudi, 1972.
I viaggi di Giovannino Perdigiorno, Torino, Einaudi,
1973.
Novelle fatte a macchina, Torino, Einaudi,
1973.
La filastrocca di Pinocchio, Roma, Editori Riuniti, 1974.
Marionette in libertà, Torino, Einaudi, 1974.
C'era due volte il barone Lamberto ovvero I misteri
dell'isola di San Giulio, Torino, Einaudi, 1978.
Il teatro, i ragazzi, la città. La storia di tutte le storie: un'esperienza
di incontro tra scuola e teatro, con Emanuele Luzzati e Teatro aperto
'74, Milano, Emme, 1978.
Parole per giocare, Firenze, Manzuoli, 1979.
Bambolik, Milano, La sorgente, 1979.
Il gioco dei quattro cantoni, Torino, Einaudi,
1980.
I nani di Mantova, Teramo, Lisciani & Giunti, 1980.
Piccoli vagabondi, Roma, Editori Riuniti, 1981.
Esercizi di fantasia, Roma, Editori Riuniti, 1981.
Filastrocche lunghe e corte, Roma, Editori Riuniti, 1981.
Atalanta. Una fanciulla nella Grecia degli dei e degli eroi, Roma, Editori
Riuniti, 1982. ISBN 88-359-2426-X.
Giochi nell'URSS. Appunti di viaggio, Torino, Einaudi, 1984.
Buongiorno alla scuola, Roma, Editori
Riuniti, 1993. ISBN 88-359-3734-5.Il calendario
parlante, Roma, Editori Riuniti, 1993. ISBN 88-359-3799-X.
Il teatro delle filastrocche.
Laboratorio delle parole e della fantasia, con CD-ROM, Roma, Editori Riuniti,
1996. ISBN 88-359-4123-7.
Promemoria". Raccolta di poesie
sulla Pace di Gianni Rodari, Omegna, Oca Blu, 2003.
Lettere a don Julio Einaudi, Hidalgo
Editorial e ad altri queridos amigos. 1952-1980, a cura di Stefano Bartezzaghi, Torino, Einaudi, 2005; 2008. ISBN 978-88-06-19149-8.
Giacomo di cristallo, illustrato da Vitali Konstantinov, San Dorligo della
Valle, Emme, 2011. ISBN 978-88-6079-721-6.
Da Wikipedia – Enciclopedia Libera
Nessun commento:
Posta un commento