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venerdì 11 ottobre 2019

Lo Sapevate che: Cultura: 526 Anni fa, nel 1492 Colombo scopre l’America


12 Ottobre 1492: l'eroica impresa di Colombo portava alla scoperta dell'America

  
Non c’è bisogno di grosse presentazioni.


Questo stesso giorno, 526 anni fa, un genovese un po’ disorientato cambiava per sempre i confini del mondo facendo sfociare l'uomo in quella che, convenzionalmente, viene definita l'età moderna.
Grazie ai finanziamenti della corona spagnola, e in particolare grazie alla regina Isabella di Castiglia che credette nel sogno dell'esploratore, Cristoforo Colombo salpò il 3 agosto 1492 dalle coste di Spagna con le leggendarie tre caravelle per approdare due mesi dopo a San Salvador.
Convinto di stare navigando verso le Indie (o forse no, già sospettando la presenza di “qualcosa nel mezzo”), Cristoforo volle dimostrare come la terra non fosse effettivamente uno strano frisbee con problemi di incontinenza, bensì qualcosa di ancora più curioso: una palla, in pratica (aprendo così tutte quelle questioni che porteranno alla teorizzazione della forza di gravità).


Grazie a quell’arte tutta italiana del “saper arrangiarsi”, Colombo riuscì a convertire un errore potenzialmente fatale nel suo biglietto per l’immortalità, aprendo una nuova frontiera per le esplorazioni e portando alla svolta innumerevoli aspetti della vita europea. Il commercio, le spedizioni e i viaggi subirono una spinta prima inimmaginabile; l'alimentazione divenne più variegata e ricca con l'introduzione di prodotti fondamentali come il mais, il pomodoro e la patata; il manifatturiero si sviluppò nella costante ricerca di nuovi impieghi per le materie appena giunte in Europa, con una nuova nascita di quello che ora considereremmo il “settore del lusso”; la scienza e la geografia si rivoluzionarono, la concezione del mondo fu stravolta.
Per onestà non è possibile non dire come l'enorme afflusso di metalli preziosi condusse anche all'inflazione e alla crescita della speculazione, a discapito dei ceti contadini e subalterni, ma questa è un'altra storia.


Dato che la storia di Cristoforo è conosciuta da tutti, a volte meglio a volte peggio, è bene spostare l'attenzione su un altro fatto, forse meno conosciuto: il massacro che l’iconografia di questa fondamentale figura storica sta vivendo in quella stessa America da lui scoperta
L’anno scorso, in occasione del Columbus Day (ricorrenza celebrata per la prima volta a San Francisco nel 1869 e divenuta poi nel 1937, con F.D. Roosevelt, festa nazionale degli Stati Uniti), una scimmiesca e selvaggia ondata di vandalismo si è abbattuta sull’innocente esploratore.

Houston, Detroit, Baltimora, Lancaster, Columbus, San Jose…. nel 2017 le aggressioni ai monumenti al personaggio sono state molte, troppe, mentre lo stesso Sindaco di New York, Bill de Blasio, sempre nel 2017 ha ordinato l’abbattimento del monumento di 21 metri collocato a Columbus Circle (per fortuna non avvenuto). Il motivo di quest’odio improvviso? Stando alle dichiarazioni ufficiali, per una buona parte dei super pacifisti Stati Uniti Colombo sarebbe un simbolo di odio, di discriminazione razziale. Sarebbe un criminale, un genocida; sarebbe tutte quelle cose che già troppo spesso sentiamo ripetere da una certa ala del parlamento, nel tentativo ipocondriaco e sadomasochistico di trovare il male supremo in qualsiasi cosa abbia segnato la storia del mondo. 

Anche nel 2018 la tendenza iniziata l'anno scorso sembra continuare: in sempre più città il Columbus day sarà rimpiazzato da una generica festa dei nativi (quei nativi che, secondo l’approfondita cultura liberal, lo stesso genovese avrebbe ucciso), mentre le istanze di protesta degli italo-americani vengono soffocate con il silenzio. A quanto pare, una certa parte del mondo non è autorizzata a preservare la propria identità.
Con ciò non intendiamo assolutamente affermare che i nativi non meritino una loro celebrazione, ma semplicemente crediamo che il collocare questa festa il giorno della ricorrenza di un grande sognatore ed esploratore non sia altro che un capriccio, una inutile istanza di “virtue signalling”.


Non tutto è perduto comunque: questo 8 ottobre, il Presidente stesso degli Stati Uniti, Trump, ha dichiarato come Cristoforo Colombo vada celebrato e ammirato per via dei suoi “incredibili risultati” di esploratore e per come sia stato “ispirazione per generazioni e generazioni di americani” grazie al suo “spirito di avventura e determinazione”. Parole che dovrebbero essere da tutti condivise e accettate con onore, e che vengono invece da molti interpretate come offesa, dimostrando sempre più come questo mondo stia diventando una parodia di se stesso.


Detto questo, oggi resta un giorno di festa per tutti noi italiani, un giorno simbolo della grandezza di cui siamo stati capaci e, forse, preludio di cosa potremmo tornare ad essere. Non permettiamo che il veleno liberal inquini la memoria di un grande esploratore, di un grande genovese, di un grande italiano. Per questo motivo, così da finire su una nota più dolce, desidero lasciarvi con un passo che riassume perfettamente quello che Colombo fu e quello che ancora può insegnare ad ognuno di noi: l’osare a spingersi sempre più in là. Perché, prendendo in prestito le parole di Cau, “nulla è più bello dell'uomo quando avanza”. E Colombo, senza dare ascolto a nessuno, ha avanzato oltre i confini stessi del mondo.

  
Potete star sicuri che Colombo era felice non nel momento in cui scoprì l'America, bensì quando era in viaggio per scoprirla; potete star sicuri che il momento della sua massima felicità fu forse quando, proprio tre giorni prima della scoperta del Nuovo Mondo, l'equipaggio disperato si ribellò, e per poco non lo costrinse a volgere indietro, verso l'Europa, la prua del vascello! L'importante non era quel Nuovo Mondo, che magari poteva anche inabissarsi. Colombo infatti morì senza quasi averlo visto, e in pratica senza sapere che cosa aveva scoperto. L'importante sta nella vita, soltanto nella vita, nel processo della sua scoperta, in questo processo continuo e ininterrotto, e non nella scoperta stessa! - Dostoevskij
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