Il 23 settembre 1943,
nei pressi di Torre di
Palidoro, una località che faceva parte della
giurisdizione territoriale dei Carabinieri di Torrimpietra. (oggi
parte del Comune di Fiumicino), veniva barbaramente trucidato dai soldati
nazisti all’età di neanche 23 anni il vice brigadiere di origini
partenopee Salvo D’Acquisto.
La
sua unica “colpa” era stata quella di essersi sacrificato al posto di un gruppo
di ventidue civili durante
un rastrellamento perpetrato delle truppe tedesche.
Nacque
in una domenica d’autunno di novantotto anni fa, per la precisione
il 15 ottobre 1920,
veniva alla luce a Napoli in via San Gennaro nel rione
Antignano,
da Salvatore e Ines Marignetti,
il vice brigadiere dell’Arma dei Carabinieri, Salvo
D’Acquisto (Napoli, 15 ottobre 1920 – Torre di
Palidoro, 23 settembre 1943), che nel periodo più critico del secondo
conflitto mondiale non esitò ad offrire la sua giovane vita in cambio del
rilascio di ventidue persone rastrellate a Torre in Pietra, un paesino non
distante da Roma, dove era stato assegnato in qualità di vicebrigadiere dei
Carabinieri.
Stipulato l’armistizio, infatti, nel clima vergognoso del si
salvi chi può, mentre il Re ed
il governo – senza neanche degnarsi di impartire le disposizioni necessarie ai
reparti dell’esercito ancora efficienti e in grado di fronteggiare i nemici –
abbandonavano precipitosamente la capitale per riparare a Brindisi, sotto la
protezione degli alleati che, nel frattempo, erano appena sbarcati in Puglia. I tedeschi – a
loro volta – su precise disposizioni di Hitler, facevano scattare l’operazione Anche
se che prevedeva la neutralizzazione delle forze armate italiane e
l’occupazione sistematica di tutta la penisola. La loro sete di vendetta,
infatti, non conobbe limiti al punto che lasciarono dietro di sé una lunga scia
di sangue.
Difatti, proprio in quel periodo – per la precisione il 19 settembre 1943 –
a Boves,
un paesino in provincia di Cuneo,
la divisione granatieri corazzati delle SS
Leibstandarte-SS-Adolf Hitler al comando del maggiore Joachim Peiper, diede alle
fiamme l’intero centro abitato trucidando barbaramente 24 civili tra cui anche
il parroco don Giuseppe
Bernardi e l’industriale Antonio Vassallo i
quali furono addirittura cosparsi di benzina e arsi vivi sulla piazza principale.
Poi, tra il 15 e
il 23 settembre,
si verificò anche una delle prime stragi di ebrei civili in Italia, pianificata
fin nei minimi particolari dal comandante del 1° battaglione del 2° reggimento
della SS Leibstandarte
Adolf Hitler, Friederick
Hans Röhwer, e dal capitano Hans Krüger presso l’Hotel Meina, una ridente
cittadina situata sul Lago di Como, dove erano ospitati un gruppo di ebrei,
alcuni sfollati da Milano ed altri provenienti da Salonicco, uccisi e poi
gettati nel lago con una pietra al collo dai militari delle SS.
La lunga lista di queste macabre rappresaglie naziste non
risparmiò neanche il giovane vice brigadiere dei carabinieri di origini
partenopee, Salvo
D’Acquisto, fucilato dai tedeschi in località Torre di Palidoro, una
borgata romana nei pressi di Torrimpietra,
per l’appunto il 23
settembre 1943, che si sacrificò per salvare altri civili
innocenti presi in ostaggio.
La
sera precedente, infatti, alcuni soldati delle SS dislocati in una caserma
abbandonata della Guardia di Finanza nella Torre di Palidoro, proprio nei pressi
di Torrimpietra,
rovistando in una cassa, avevano fatto esplodere una bomba a mano incautamente
abbandonata che causò la morte di un militare tedesco, mentre altri due
rimasero gravemente feriti. Subito i nazisti considerarono quell’episodio del
tutto fortuito come una sorta di attentato cosicché, la mattina successiva
si recarono alla Stazione di Torrimpietra per chiedere spiegazioni al
comandante. Vi trovarono, però, soltanto il vice brigadiere D’Acquisto il quale
tentò invano di persuaderli che si era trattato soltanto di uno spiacevole
incidente.
L’ufficiale nazista restò fermo sulle sue posizioni a tal punto che, per
ritorsione, diede disposizione di rastrellare 22 persone innocenti che
abitavano in quella zona se non si fosse trovato il responsabile di quell’atto.
Così, senza battere ciglio, ordinò di caricare su un camion quei poveri
sventurati per condurli nei pressi della Torre di Palidoro.
Qui,
il vice brigadiere D’Acquisto, appena si rese conto che la situazione stava
prendendo una brutta piega, rivolgendosi al comandante delle SS, decise di
offrire la propria vita in cambio di quei 22 innocenti, fingendo di essere
stato lui il responsabile. Così, appena gli ostaggi riacquistarono la libertà,
alle 17,15 in punto, su ordine del Feldwevel Hansel Feiten, fu
barbaramente ucciso con due colpi di pistola alla tempia destra.
E
pensare che non aveva neanche compiuto 23 anni!
In questo modo il sottufficiale dei carabinieri salvò la vita
di 22 persone innocenti, tra cui
anche quella di un ragazzo, Angelo
Amadio, sopravvissuto perché, come egli stesso ha avuto modo di
ricordare, “lui volle
morire per noi”.
I
nomi dei rastrellati a Torrimpietra sono i seguenti: Domenico Castigliano, Benvenuto Gaiatto,
Michele Vuerik, Fortunato Rossin, Umberto Trevisol, Ernesto Zuccon, Gedeone
Rossin, Vittorio Bernardi, Rinaldo De Marchi, Natale Giannacco, Arnaldo Attili,
Attilio Pitton, Vincenzo Meda, Giuseppe Felter, Enrico Brioschi, Elio
Baldassarri, Attilio Attili, Emilio Carlini, Gino Battaglini, Tarquinio
Boccaccini, un venditore e un commerciante di S. Marinella (Mannocci Oreste,
Manzoni Sergio). Fu poi aggiunto Angelo Amadio (Vaiano, 26 agosto 1926 – Roma,
30 dicembre 2007), operaio delle Ferrovie, diciassettenne.
Il 4
novembre 1983, nella sede dell’Ordinariato Militare, fu
insediato il Tribunale ecclesiastico per la causa di beatificazione del
vicebrigadiere dei Carabinieri Salvo
D’Acquisto in virtù del quale gli è stato assegnato dalla
Chiesa il titolo di Servo di Dio. Le spoglie di Salvo D’Acquisto riposano nella
Chiesa di Santa Chiara a Napoli.
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