Franco e Ciccio è stato un duo comico italiano formato dagli attori Franco Franchi e Ciccio Ingrassia che ha goduto di particolare notorietà
negli anni sessanta e settanta in Italia protagonista di 116 film, molti dei
quali come protagonisti assoluti ed altri al fianco di attori come Totò, Domenico Modugno, Buster Keaton e Vincent Price.
Gli inizi a teatro
(..)
Nel 1954 la compagnia teatrale di Pasquale Pinto si
spostò da Napoli a Palermo. Un attore, Nino
Formicola, si ammalò e il capocomico Giuseppe Pellegrino si doveva occupare di sostituirlo: la scelta
cadde su Ciccio. Ingrassia, però, era tornato a lavorare come
tagliatore-modellista di calzature e inizialmente rifiutò, proponendo di contattare
Franco. Pellegrino non era convinto della scelta, in quanto avrebbe dovuto
ingaggiare uno sconosciuto che non era neanche un vero attore, e contropropose
a Ciccio di ingaggiarli insieme. A questo punto entrambi furono assunti dalla
compagnia.
Avrebbero dovuto semplicemente interpretare la
canzone Core 'ngrato, ma Franco propose una variante:
Ciccio avrebbe cantato mentre lui lo disturbava. Nella preparazione allo
spettacolo, Ingrassia lavorò molto su Franchi, che oltre ad avere delle gravi
lacune in lingua italiana non aveva neanche le basi
della vera e propria recitazione. Debuttarono al teatro "Costa" di Castelvetrano e ne venne fuori uno sketch che ebbe un grande successo tra il pubblico. Il
numero, che all'inizio durava circa 5 minuti, negli spettacoli successivi
raddoppiò la sua durata e fu anche portato al Salone
Margherita di
Napoli.(..)
Dopo i successi in Sicilia, andarono a Napoli, dove recitarono anche per i soldati della NATO e a
poco a poco conquistarono una notorietà sempre maggiore. Nel 1957 furono notati
da Giovanni Di Renzo, un capocomico, che li assunse per
una tournée in nord Italia; nella
compagnia figurava anche il Complesso Calì (di cui faceva parte la futura moglie di Ciccio,
Rosaria Calì), tre fratelli e due sorelle cantanti che li avrebbero
accompagnati per un paio di anni. Debuttarono a Como e Bergamo con Al Texas Club di Gallucci. Poi Amedeo Sollazzo fornì loro Due in allegria e cinque in armonia, che presentarono inizialmente a Roma, poi dal
1959 si trasferirono in Veneto, dove Franco con delle ballerine rischiò la vita in un teatro di Belluno a causa di un incendio, riuscendo egli stesso a domarlo e mettere tutti in
salvo. Quell'anno Franco ottenne il premio Mascotte come
rivelazione dell'anno e fu premiato insieme a Ciccio a Roma.
Nel 1960 furono prima a Genova, dove Ciccio si sposò con Rosaria (con cui ebbe il
figlio Giampiero), e poi in Francia dove vennero ingaggiati dall'impresario Metz a
cui era piaciuta la commedia Due in allegria e cinque in armonia e che era convinto che i due potessero parlare
il francese. I comici palermitani recitarono la
prima a Nizza, dove si accorsero che le battute in italiano erano
assolutamente inutili perché incomprensibili e, non sapendo assolutamente nulla
di francese, si basarono sulla mimica riuscendo a far ridere il pubblico. Il
titolo di un giornale fotografò perfettamente la
situazione "Nous avons ri, mais nous n'avons rien compris." (Abbiamo
riso, ma non abbiamo capito niente). In seguito, si esibirono a Cannes senza il complesso Calì. Alle prove gli
organizzatori furono molto delusi dalla loro impreparazione e disorganizzazione
e riservarono al loro numero solo tre minuti prima dell'inizio dello spettacolo
vero e proprio ma riuscendo a conquistare ancora una volta il pubblico.
Rientrati in Italia, furono anche sul punto di partire per il Sudamerica per un musical organizzato da Gianni Ravera e Michele Galdieri. Vennero anticipate loro 250.000 lire, ma lo
spettacolo non sarebbe stato mai messo in scena. In quel periodo, infatti,
a Bivona Franco e Ciccio incontrarono il regista Mario Mattoli, che li avrebbe lanciati nel mondo del cinema[9]. Fu grazie a Domenico Modugno che venne loro concessa una parte nel
film-commedia Appuntamento
a Ischia (1960),
di cui egli era protagonista.[2] Li aveva conosciuti nel 1958, durante uno
spettacolo a Reggio Calabria e li aveva chiamati solo per
invitarli a formare con lui una compagnia teatrale, ma sul set furono notati dal regista che li mise alla prova
chiedendo loro di recitare un'orazione funebre con l'intento di farlo ridere e, riuscendovi,
vennero scritturati per il film, dove interpretarono un ruolo secondario, ma
sufficiente a convincere Modugno a offrire loro un contratto di cinque anni; i
due restituirono l'anticipo a Ravera, rescindendo il contratto che li legava
alla tournée in Sudamerica e abbandonando il teatro per lavorare a tempo pieno
nel cinema, tranne due pause nel 1961 e nel 1963.
Il Cinema
Franchi e Ingrassia
iniziarono a comparire in una lunga serie di produzioni cinematografiche
inizialmente in ruoli di secondo piano. Esordirono come protagonisti in L'onorata
società, il cui discreto successo (oltre 300 milioni di incasso)
mostrò le potenzialità commerciali della coppia. Al film prese parte
anche Vittorio
De Sica, che accettò di partecipare a patto di avere la coppia nel
suo film Il giudizio universale;
nonostante il notevole cast il film si rivelò un flop, tanto che la
distribuzione corse ai ripari tentando allora di spacciare il film per una
pellicola con Franco e Ciccio protagonisti, pubblicizzandolo con lo
slogan Ciccio e Franco nel giudizio universale, il film più comico
dell'anno. Il vero successo arrivò con I
due della legione - diretto da Lucio Fulci agli
esordi e che dirigerà poi altri dodici film della coppia - la Titanus spese
per la produzione circa 100 milioni di lire e ne incassò oltre 430. Il successo
valse a Franco e Ciccio l'appellativo di coppia d'oro. Nel 1963 il
produttore Edmondo
Amati, che aveva a disposizione alcuni filmati di repertorio di
spogliarelli realizzati nei night-club parigini e avrebbe voluto renderli più
interessanti aggiungendo la presenza comica di Franchi e Ingrassia, propose al
regista Giorgio
Simonelli di firmare la pellicola, dal titolo provvisorio Due
siciliani a Parigi; il regista però convinse il produttore a cambiare il
soggetto, riuscendo a ritagliare uno spazio centrale alla loro comicità; da
questo cambio di registro nacque una serie che ebbe grande successo sia in
Italia che all'estero con film come I due mafiosi,
parodia del Mafioso di Lattuada e
che incassò quasi un miliardo di lire, seguito da Due mafiosi nel Far West, Due mafiosi contro Goldginger (entrambi
sopra il miliardo) e 2 mafiosi contro Al Capone (oltre
settecento milioni). Nel 1963 la coppia sciolse il contratto con Modugno
accettando di comparire gratis al suo film d'esordio da regista, Tutto è musica e iniziò la
collaborazione con l'agente Alfredo Adami. Per
tutti gli anni sessanta gli incassi si mantennero alti (sui 500-800 milioni di
lire a film), spesso con tempi ristretti di produzione (si arrivò anche ad
appena tre settimane per Don Franco e don
Ciccio nell'anno della contestazione del 1970) .
Tra la metà degli anni sessanta e l'inizio dei
settanta toccarono il massimo del loro successo. Franco raccontò che una volta
girarono tre film nello stesso giorno, e ciò rende chiara la frenesia del loro
lavoro. Al cinema si aggiunsero altri impegni: la televisione, con la partecipazione a varietà come I due nel sacco, Cantatutto e Partitissima, la musica, con la pubblicazione di vari singoli 45 giri, i caroselli e la radio; addirittura la coppia fu
protagonista di una serie di fumetti, con 16 albi pubblicati tra il 1967 e
il 1968.
Al grande successo di pubblico corrispondeva tuttavia
il disinteresse, a volte velato di disprezzo, della critica. La coppia
continuava a recitare un gran numero di film l'anno, spesso di mediocre
fattura, ma occasionalmente fu anche coinvolta in progetti di grande valore
artistico, come per l'episodio del film Capriccio
all'italiana diretto
da Pier Paolo Pasolini Che cosa sono le nuvole?,
al fianco di Totò. Degna di nota fu anche
l'interpretazione del gatto e della volpe ne Le avventure di Pinocchio di Luigi Comencini, nel 1972.[10]
La coppia ebbe anche modo di lavorare con il
regista horror Mario Bava in Le spie vengono dal semifreddo (dove Franchi e Ingrassia se la dovevano vedere
con il "mad doctor" Vincent Price), e con l'icona del cinema muto Buster Keaton, che incontrarono in Due marines e
un generale.
La coppia sembrava anche indissolubile. Entrambi
rifiutavano le parti da solista per non mettere in discussione la solidità
della coppia. Ciccio disse di no a Salvatore Samperi per Malizia, Franco rifiutò Pasolini per Uccellacci e
uccellini e
Fellini per Satyricon.
«Non erano finiti loro, come attori.
Era finito un certo tipo di cinema.»
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Nei primi anni settanta
Franchi aveva partecipato al Festival
di Napoli come cantante suscitando qualche irritazione nel
partner, che ebbe a dichiarare «Franchi s'è messo in testa di fare il cantante.
E adesso per la musica trascura il cinema che è il nostro pane quotidiano.»[11] Ingrassia,
da parte sua, ruppe il patto non scritto di rifiutare parti soliste per
partecipare al film drammatico Violenza: quinto potere, ma
la rottura definitiva si ebbe nel 1972, all'indomani della partecipazione alla
serie televisiva Pinocchio,
quando Ingrassia, ricoverato per una grave forma di ulcera perforata, si vide
sostituito da Luigi
Pistilli come partner di Franchi nel film Il gatto di Brooklyn aspirante
detective (che in origine si sarebbe dovuto intitolare Il
gatto di Siracusa e la volpe di Trapani). Alla base della rottura vi era
anche una diversa visione delle loro scelte artistiche, che il più ambizioso
Ingrassia avrebbe voluto più ponderate, dando più peso alla qualità che alla
quantità. Una breve riconciliazione avvenne nel 1973 quando il Programma Nazionale commissionò
una commedia in siciliano, Il cortile degli Aragonesi, che
fu rappresentata una sola volta e poi trasmessa in televisione. L'anno dopo
girarono due film insieme, Paolo il freddo e Farfallon. Paolo
il freddo era il primo film che vedeva Ciccio come regista.
La coppia fu protagonista a fine anni sessanta anche
di una serie a fumetti, Ciccio & Franco; le storie erano originali, ma
riprendevano le gag già proposte al cinema.
L'8 settembre 2004, durante la 61ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di
Venezia, Daniele Ciprì e Franco Maresco presentarono fuori concorso il
film-documentario Come inguaiammo il cinema italiano, sulla vita di Franco e Ciccio. Malgrado i problemi
incontrati, i due registi hanno raccolto una gran quantità di materiale, anche
ricostruendo gli sketch degli esordi in strada dei due comici palermitani,
collezionando testimonianze e interviste e cercando di rivalutare la loro
comicità mai pienamente apprezzata dai critici[14].
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