Le Luci e il Vischio d Natale
Pare che questa tradizione non sia poi così antica, infatti fu Martin
Lutero che intorno al 1500 durante la notte della vigilia di Natale si recò nel
bosco e vide gli alberi ghiacciati che brillavano illuminati dai bagliori della
luna e volle quindi ricreare la stesa atmosfera nel giardino della sua casa.
Pensò di ornare l’albero con delle candele e da allora nasce la
tradizione delle luci natalizie.
E chi ha detto che baciarsi sotto il vischio porta fortuna?
La leggenda del vischio risale da antichi riti pagani, ed in particolare da
una storia; si narra che in Scandinavia vivesse la divinità Baldur, figlio di
Odino e della dea Frigg e fratello di Loki.
Baldur era giovane e forte e buono, per questo era amato da tutti.
Suo fratello Loki era molto geloso ed invidioso dell’amore che il popolo
gli dava e minacciò di ucciderlo.
Odino decise allora di allertare tutto il popolo e gli ordinò di proteggere
il buon Baldur dalle ire del fratello impazzito.
Loki costruì una freccia ricavandola dal vischio e con essa uccise il
fratello.
Quando le divinità si accorsero di quanto accaduto si disperarono e la dea
Frigg iniziò a piangere sul corpo del povero Baldur.
Le lacrime della dea a contatto con il vischio si trasformarono in perle.
Ancora oggi si usa appendere il vischio sulle porte delle case o sopra le
arcate come auspicio di tanta fortuna!
L’Albero di Natale
L’albero di Natale è una tradizione antica che viene fatta
risalire agli antichi popoli germanici, in particolare i Teutoni, che a partire
dal solstizio invernale (i giorni più corti dell’anno) nei loro riti pagani festeggiavano
il passaggio dall’autunno all’inverno piantando davanti alle case un abete
ornato di ghirlande e bruciando un enorme ceppo nei camini.
Questo ceppo veniva scelto tra i migliori, preferibilmente di quercia
(legno propiziatorio che simboleggia la forza e la solidità), ed era bruciato
nelle case davanti alla famiglia al completo per 12 giorni consecutivi.
Dal modo di ardere del legno venivano tratti presagi su come sarebbe stato
l’anno successivo.
Simbolicamente si bruciava il passato, e si coglievano i segni del prossimo
futuro: le scintille che salivano nella cappa simboleggiavano il ritorno dei
giorni lunghi, la cenere veniva raccolta e sparsa nei campi per sperare in
abbondanti raccolti.
La storia di Babbo Natale…
Scopriamo la vera storia di
Babbo Natale…Era una fredda notte d’inverno, fra gli anni 243 e 366 dopo
Cristo, quando nell’antica Roma imperiale, amici e parenti si scambiarono le
prime “stranae” ovvero strenne, per festeggiare il “dies natalis”.
Agli auguri di buona salute, si accompagnarono presto ricchi cesti di
frutta e dolciumi, e poi doni di ogni tipo, perché la nascita di Gesù e,
insieme, l’anniversario dell’ascesa al trono dell’Imperatore, divenissero il
simbolo di una prosperità che avrebbe dovuto protrarsi per l’intero anno.
Passarono i secoli e in un bel giorno del 1800, il rito trovò la sua
personificazione in un forte vecchio rubicondo dalla barba bianca, residente al
Polo Nord dove, secondo la tradizione, aiutato da numerosi gnomi costruirebbe
dei giocattoli da distribuire come doni durante la notte di Natale, con
l’ausilio di una slitta trainata da renne volanti e passando attraverso i
camini delle case.
Questo arzillo vecchietto prende il nome di: Babbo Natale.
Un personaggio molto simile è realmente esistito, si tratta di San Nicola; questi regalava cibo
alle famiglie meno abbienti calandoglielo anonimamente attraverso i camini o le
loro finestre.
In ogni caso Nicola divenne nella fantasia
popolare “portatore di doni”, compito eseguito grazie ad un asinello
nella notte del 6 dicembre (S. Nicola, appunto) o nella notte di Natale.
I tre Re Magi
Una tradizione del Natale è costituita dal lungo cammino e
dall’arrivo dei Re Magi al Presepe per salutare l’arrivo di Gesù.
In realtà i Re Magi non erano re, ma sacerdoti che, alla corte
di Babilonia, studiavano il cielo e le stelle al fine di predire e di trarre
presagi.
Secondo quanto riportato dal Vangelo apocrifo armeno i magi erano Gasparre,
Melchiorre e Baldassarre.
Nel V secolo fu S. Leone a decidere che i magi fossero in tre,
in quanto con questo numero potevano lasciar spazio a diverse libere interpretazioni
simboliche.
I magi rappresentavano le tre razze umane, la semita, la giapetica e la
camitica. Melchiorre rappresentava l’Asia, Baldassarre l’Africa e
Gasparre l’Europa.
Erano inoltre il simbolo del dono portato al Signore da tre parti del
mondo.
Anche le loro diverse età rappresentavano i diversi periodi della vita
dell’uomo; la giovinezza, la maturità e la vecchiaia.
I doni portati al Signore erano un simbolo di perfezione: l’oro
rappresentava la regalità, ed era un dono riservato ai re; l’incenso
rappresentava la divinità, il soprannaturale; la mirra rappresentava l’umanità,
l’essere uomo, era la sostanza utilizzata per cospargere i corpi prima della
sepoltura.
Buon Natale a tutti, ciao! ♥
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