Metti Una Sera a cena, con due italiani molto
speciali riuniti a New York: Renzo Piano e Gino Strada, ospiti della Lounge
Lamborghini a Manhattan, perché la sua casa automobilistica è lo sponsor di un
progetto che li unisce. Emergency, fondata da Strada, è l’Ong italiana che cura
gratis malati e feriti nel mondo intero. Opera in zone di guerra e guerra
civile, epidemie e carestie, senza chiedere soldi né tessere sanitarie né carte
d’identità né permessi di soggiorno. Si conquistò anni fa l’ammirazione degli
americani per il suo ruolo in Afghanistan: inizialmente sospetto agli occhi del
Pentagono, perché medici e infermieri di Emergency curano tutti senza fare
domande, senza fare la spia, senza distinguere tra “amici” e “nemici”. Dalla
sua nascita a Milano nel 1994 e dal primo intervento in Ruanda, Emergency ha
allargato il raggio d’azione e moltiplicato gli ospedali fino a raggiungere 18
paesi (per un totale di nove milioni di persone curate): Ora sta completando la
costruzione di una nuova struttura, una delle sue operazioni più impegnative e
ambiziose. È in Uganda, a Entebbe. Lo ha progettato per loro e lo sta
completando Renzo Piano. È una sfida straordinaria: un centro di eccellenza nelle
cure pediatriche, sulle rive del Lago Vittoria. Eccellenza è una parola
abusata, nei paesi ricchi se ne riempiamo la bocca in continuazione e a
sproposito, soprattutto le aziende l’hanno inflazionata per vantarsi. Non è una
parola che associamo a un paese africano, o a un intervento umanitario per le
cure mediche a più bisognosi. L’audacia di Emergency è proprio questa. Non si
accontenta di portare in Uganda cure qualsiasi, magari col pretesto che “un
ospedale purchessia, anche di serie B, è sempre meglio di quello che hanno”.
No, la missione è creare una scrittura avanzatissima, che per la qualità dei
medici e delle terapie non sia inferiore alle cure di cui disponiamo noi nei
paesi ricchi. Sarà anche un centro di formazione per medici locali. Eccellenza
si riferisce anche all’intervento di Piano. È un edificio bello, non si vede
perché un ospedale non debba esserlo. Un modello di risparmio energetico, con
il ricorso alle tecnologie più avanzate per l’autosufficienza grazie alle fonti
rinnovabili. Rispettoso delle tradizioni lovali (con l’uso di un materiale
antico, la terra pisè, una sorta di argilla) e come tale contenuto nei costi.
La costruzione dà lavoro a manodopera locale. Dovrebbe essere pronto
quest’estate. Sul sito di Emergency potete vedere alcune foto. La cena qui a
New York con Piano e Strada è stata organizzata per sensibilizzare i potenziali
donatori americani, visto che Emergency non ha un “nome” celebre come altre ong
internazionali né spende fortune in marketing. La serata con quei due gradi
personaggi mi consola di un dolore recente. Per anni ho contribuito in vari
modi, dal volontariato alla raccolta fondi, a Medici senza frontiere e a Oxfam.
Come molti di voi sono rimasto turbato dagli scandali recenti che hanno colpito
queste e altre ong: operatori umanitari accusati di abusi sessuali. Non sono un
colpevolista a priori, e mi fa piacere che quelle organizzazioni stiano
indagando e facendo pulizia al proprio interno. Non sono neanche un ingenuo: penso
che il mondo degli aiuti umanitari sia pieno di persone meravigliose, e che in
mezzo a loro ci sia finito anche qualche mascalzone (molti meno che in altre
attività). Ma ho sempre avuto il timore che, diventando troppo grandi e troppo
celebri, certe ong potessero creare anche le proprie burocrazie. Emergency è
rimasta relativamente piccola, e no è una celebrity globale. Meglio così,
penso.
Federico Rampini – Opinoni – Donna di La Repubblica – 24
marzo 2018 -
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