Nei giorni scorsi la natura piovosa si è manifestata in
tutto il mondo ed era molto difficile immaginarne di peggiori: acque, tuoni e
fulmini, sabbie del deserto proiettate dal vento, navigazioni e annegamenti,
attentati e stragi. Problemi impossibili da risolvere. Ma il tema che oggi desidero
trattare è diverso, o meglio sembra diverso ma non lo è affatto. Si tratta di
capire la natura dell’uomo. Come? Leggendo alcune poesie, ascoltando alcune
canzoni, rivisitando alcuni romanzi e i loro protagonisti, insomma l’uomo
quando ascolta sé stesso e si esprime in piena libertà. A me capita di farlo
spesso, naturalmente esaminando me stesso. Ma come si fa ad esaminare sé sessi?
Ci sono vari modi: a me oggi è venuta l’idea di ascoltare e mentre penso e
scrivo le canzoni di Edith Piaf in particolare quella intitolata “Milord”: lei
canta e quel motivo, quella voce e quelle parole mi aiutano a capire come siamo
fatti, come siamo venuti al mondo e come scompariremo. Il Creatore che ha
creato l’Universo intero ci ha regolato come creature in un mondo che segue un
piano prestabilito. La Natura gli parla, gli propone un tema e - come si dice -
da cosa nasce cosa. Perfino il Creatore può scomparire quando la creazione va
avanti sa sola. Spesso abbiamo esaminato il caso e il destino. Sembrano due
parole che richiamano due posizioni diverse. Nel greco antico e mitologico il
caso e il destino erano affidati al Fato, il quale a sua volta faceva le leggi
che Zeus, il capo di tutti gli Dei, doveva rispettare. Ma il Fato chi era? Il
Creatore? No. Dettava la legge ma non creava. Zeus aveva il compito di
rispettarla e far rispettare i valori del Fato ma nulla più. Zeus non creava,
amministrava e quindi regnava sul mondo rispettando le decisioni del Fato il
quale però non creava neppure lui. La ricerca del creatore è praticata ma rimane impossibile
per noi uomini. La nostra specie non può individuare come si definisce il
Creatore. La domanda: andrà fuori dal Creato il Creatore e bisogna cercarne un
altro che prosegua? Alla fine questa ricerca si arresta sulla parola Dio e non
si pone la domanda di chi ha creato Dio. Così siamo giunti al tema principale:
Dio crea ma non è creato. <le formiche si pongono a loro modo una simile
domanda? I corvi se la pongono? Gli squali d’alto mare, le spigole, i frutti
marini, le aquile e i passeri del cielo se la pongono? Le particelle
elementari, le onde elettromagnetiche se la pongono? Escluso. Soltanto l’uomo
se la pone, perché l’uomo è dotato di autoriflessione. Il nostro corpo è
abitati da Io ed è questo che ci distingue dalle altre specie. Mi sono più
volte chiesto se altre specie hanno l’Io. Credo di sì. I cosiddetti animali
nobili condividono a loro modo la presenza di un Io: le scimmie, il cane, il
cavallo, il gatto ed altri animali ancora hanno forme di Io la differenza con
l’uomo è che noi ne siamo consapevoli e loro no. Tra varie specie tutto è
diverso e nella nostra siamo anche noi diversi l’uno dall’altro. Sono diversità
sostanziali oppure no? La sinistra dissidente dal Partito democratico ha scelto
come nome “Liberi e uguali”. È un titolo ermetico. Che vuol dire? Se siamo
liberi non siamo eguali ma diversi. Sono due parole contraddittorie: se sei
libero non sei uguale agli altri. Tuttavia questo slogan può anche riflettere
la realtà: l’uomo, salvo qualche marginale sfumatura, è conforme alla sua
specie, a meno che un capo-bastone non lo obblighi a essere diverso quindi
tranne rare eccezioni gli uomini tra loro sono uguali; la libertà non cambia la
loro natura. Io personalmente ritengo d’esser libero ma non eguale agli altri,
tranne alcuni amici intimi e persone verso le quali sento grande affetto. Ma
forse sbaglio a propormi diverso, più o meno siamo tutti fatti così. La Piaf
cantava libera e diversa perciò vale la pena d’ascoltarla, come vale la pena di
essere informati sull’esistenza di alcuni poeti di ogg che si esprimono con una
sola parola: No. Oppure: Sì. È una poesia? No, non suona, non è melodica, è
priva di ritmo. Ma per esempio Ungaretti, molti anni prima di queste
composizioni prive di senso, un poeta stupendo scrisse due parole: “M’illumino
d’immenso£. Vedete? Basta pochissimo per esser grandi.
Eugenio Scalfari – Il Vetro Soffiato
– L’Espresso – 22 aprile 2018 -
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