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lunedì 2 aprile 2018

Lo Sapevate Che: Al Gaslini di Genova Cannabis terapeutica per i piccoli pazienti...


Il paziente più piccolo ha tre anni e, insieme ad altri venti bambini, sta seguendo un programma di assunzione di cannabis terapeutica: altri cinquanta sono già in lista di attesa. Accade all’ospedale pediatrico Gaslini di Genova, il primo in Italia ad aver avviato da due anni un protocollo organizzativo e procedurale per somministrare ai pazienti la cannabis terapeutica. Qui, da un anno, la farmacia interna produce direttamente, con una procedura innovativa, l’olio che viene usato nelle terapie. “Abbiamo dati ancora insufficienti, ma emergono in modo evidente i benefici che i piccoli traggono dalla somministrazione” spiega Luca Manfredi, referente per il dolore cronico e le cure palliative pediatriche al Gaslini. “Le crisi epilettiche diminuiscono, nei pazienti spastici si riduce l’ipertonia muscolare e si hanno importanti benefici sul dolore”. La mancanza di un bambino con epilessia grave racconta gli effetti della terapia seguita al Gaslini e Manfredini conferma: “Il figlio aveva venti crisi convulsive al giorno, con la cannabis terapeutica si sono ridotte a una o due, ogni due giorni, e di minore intensità. La mamma ha potuto anche ricominciare a lavorare. La cannabis terapeutica migliora la qualità della vita del paziente e dei suoi familiari e la rivoluzione è tanto più preziosa se si tratta di bambini. Finora sono state trattate encefalopatie epilettiche, patologie neurologiche o neuromuscolari con spasticità e dolore muscolare, patologie neurologiche o degenerative con dolore cronico. “Ma gli sviluppi possibili sono enormi” continua Manfredini. “Con la cannabis terapeutica diminuiscono vari sintomi e si possono ridurre i farmaci somministrati ai bambini”. Manfredi guida un team composto da neuropsichiatri, terapisti del dolore, fisiatri, fisioterapisti, infermieri che, insieme, somministrano la cannabis secondo dosaggi sempre personalizzati e monitorano gli effetti. “La produzione nella farmacia dell’ospedale ci permette di usare l’olio, che è il miglior “veicolo” per garantire una somministrazione precisa” spiega Manfredini. “Abbiamo cominciato prescrivendo decotti, ma molti bambini facevano fatica a berne grandi quantità e poi la concentrazione variava a seconda dei tempi di infusione. L’olio invece garantisce una somministrazione precisa ed è veloce da assumere”. I pregiudizi sulla terapia stanno diminuendo, e cresce il numero dei pazienti per cui si vorrebbe usarla. “Il nostro problema più grande è la reperibilità di materia prima” spiega Manfredini: “A dicembre abbiamo finito le scorte e solo da qualche settimana siamo stati riforniti dal ministero. I pazienti in quel periodo hanno interrotto le cure e le crisi si sono ripresentate. Alcuni genitori erano addirittura pronti a rivolgersi al mercato nero”.
Michela Bompani – Scienze – Il Venerdì di La Repubblica – 23 marzo -2018


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