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domenica 8 aprile 2018

Lo Sapevate Che: In Campagna i ladri trovano terreno fertile...


Firenze. Rubano carciofi, olive, interi raccolti, attrezzature, trattori, carriole, vanghe, pulcini, polli. Rubano nei vivai le piantine appena sistemate nei vasi, tagliano i fiori e li riciclano sul mercato parallelo, rubano i pomodori nelle serre. Prima dell’8 marzo si concentrano sulle mimose, per San Valentino sulle rose, insomma, le campagne sono sotto attacco. E gli agricoltori contano i danni: 300 milioni l’anno secondo Coldiretti. “Non ci sono difese, mica possiamo pensare di recintare tutti i terreni coltivati” ai sfoga Antonio, Lui sa cosa succede in certe campagne bolognesi, sa che ogni tanto lo schermo del suo cellulare si illumina e sul gruppo WhatsApp qualcuno segnala una macchina sospetta, un rumore anormale, le orme fresche lasciate dagli scarponi nell’erba. “A me hanno rubato un trattore e le attrezzature per lavorare i frutteti” racconta. Quando i ladri sono arrivati e hanno visto che le porte di magazzini erano chiuse con i lucchetti non si sono scoraggiati: hanno innestato la retromarcia e usato un camion come se fosse un ariete. Da Nord a Sud le cose non cambiano. “Il fenomeno della microcriminalità nelle aree rurali pugliesi è diventato pressante e pericoloso, chiediamo agli agricoltori di presentare sempre la denuncia perché soltanto in questo modo possiamo far emergere anche con i numeri quello che sta succedendo”, spiega il presidente della Coldiretti pugliese Gianni Cantele. Il bottino è fatto di molte voci. Quelle già note: racket, usura, danneggiamento, pascoli abusivi, estorsione. E anche quelle “nuove” come le razzie: dalle incursioni nei raccolti, ai raid per portare via i macchinari che poi vengono smontati e venduti all’estero, nei mercati paralleli dell’Est Europa e dell’Africa del Nord. “Rubano anche il carburante, forano i serbatoi” racconta Antonio Ferro, presidente del Consorzio agrario dell’Emilia, che ha un’azienda nella zona di Imola. “Nei campi utilizziamo pompe che sono alimentate a gasolio e ogni serbatoio ne contiene dai 5 agli 8 quintali: so di agricoltori che a turno, d’estate, hanno dormito accanto agli irrigatori”. In Emilia Romagna, un anno fa, è stata smantellata una organizzazione italo-albanese che eseguiva furti su commissione: portavano via trattori, idropulitrici, falciatrici. Per un valore di milioni di euro. Aldo Nodari ha un allevamento a Treviglio, nel Bergamasco. Viene da una famiglia di agricoltori che dalle montagne della Val Seriana sono scesi a valle. Anche lui ha subito diversi furti di carburante, “l’ultimo risale all’8 marzo”. Più di recente gli hanno portato via il trattore e un sollevatore telescopico. “Hanno attraversato i campi di notte, travolto capanni di caccia e lasciato tracce. Il mezzo telescopico l’abbiamo ritrovato in un fosso, il trattore è stato invece recuperato, assieme ad altri rubati, nei pressi di un boschetto a otto chilometri dalla mia abitazione agricola. Le forze dell’ordine sono state brave a intervenire”. Il danno può variare dai 20 a 40 mila euro per un trattore, cifra che – sottolinea Coldiretti – rischia a volte di mettere a repentaglio la vita stessa dell’azienda. Il fatto è che i predoni delle campagne si spostano senza distinzioni geografiche e “diversificano” l’accanimento sui prodotti del territorio. Per esempi le piante dei vivai a Pistoia (in uno degli ultimi colpi ne sono sparite 250, alcune alte anche due metri). In Puglia, in particolare nell’area di Barletta, i furti delle olive sono diventati una piaga. Con la siccità e il calo dei raccolti, le olive sono diventate preziose, e qualcuno ha cominciato a far viaggiare i camion sotto scorta nei giorni della raccolta. Per difendersi, gli agricoltor organizzano le ronde nei campi con una turnazione oppure chiedono aiuto agli istituti di vigilanza. “Sarebbe necessario in certi periodi dell’anno un pattugliamento continuo” spiega un agricoltore. Stessa cosa succede per gli olivi dell’area intorno a Bari, nel Tarantino e el Foggiano. “In due o tre minuti” denuncia un imprenditore a cui hanno rubato anche grosse quantità di mandorle, “riescono a portare via trenta chili di olive”. La tecnica è abile e spregiudicata: con mazze e bastoni percuotono la pianta (che in questo modo subisce spesso gravi danni) per far crollare quanti più frutti possibile. È un lavoro di squadra: alcuni battono l’albero, altri distendono le reti e poi le trascinano via con il bottino. Altro fenomeno, quello dei predoni che tagliano alberi secolari al solo scopo di rivendere legna al mercato nero. Oltre al danno per gli agricoltori c’è anche lo scempio ambientale. Qualche tempo fa la Guardia di finanza ha sequestrato a Torremaggiore, in provincia di Foggia, 53 quintali di olive rubate e pronte per essere molite (macinate). E proprio sul caso Puglia, nelle scorse settimane c’è stato un incontro con il ministro dell’Interno Marco Minniti e l’Osservatorio della criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare creato proprio da Coldiretti e che vede ai vertici gli ex procuratori Gian Carlo Caselli e Cataldo Motta. Il furto delle olive è un fenomeno che si registra anche in Campania dove si accompagna a quello dei limoni, frutto sempre più ambito: soprattutto il Limone di Amalfi Igp. Stessa situazione nel Siracusano. Per restare in Sicilia, sotto tiro finiscono i trattori e anche gli agrumeti del Catanese. Non vengono risparmiate nemmeno le uve in tempo di vendemmia, dalla Puglia in su. Ora è finalmente allo studio un piano di rafforzamento della sorveglianza nelle aree rurali. Nel frattempo chi può si organizza per conto proprio ricorrendo alla tecnologia: c’è chi installa sistemi Gps sui trattori e usa telecamere a infrarossi, e chi apre gruppi su WhatsApp per scambiarsi le informazioni. Una su tutte state in allerta-
Laura Montanari – Il Venerdì di La Repubblica – 30 marzo 2018

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