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sabato 21 aprile 2018

Lo Sapevate Che: Due cestini di mare per risucchiare i rifiuti alla deriva...


Gettare le platiche nell’apposito cestino, in mare: ora, si può. L’Area marina protetta di Portofino e il Comune di Santa Margherita stanno per installare, primi in Italia, due Seabin, cestini dell’immondizia galleggianti che attirano a sé i rifiuti alla deriva. Il brevetto è australiano, acquisito da un’azienda francese, Poralu, che lo ha modificato, perfezionato e, da qualche settimana, postato in produzione. Il diametro del cestino è 57 centimetri, ma all’interno del corpo sommerso si trova una pompa. Questa crea una corrente d’aria che aspira l’acqua intorno, ingurgitandola, insieme ai rifiuti, in un’apposita, sofisticata, rete. Che, una volta riempita, può essere comodamente svuotata dall’uomo in modo che il cestino del mare, ripulito, riprenda la sua funzione. “Questi cestini possono creare una corrente che attira i rifiuti nel raggio di 10-15 metri” spiega Giorgio Fanciulli, direttore dell’Area marina protetta di Portofino. “Ne abbiamo acquistate due e li installeremo entro il mese prossimo””. Costano circa 3.500 euro ciascuno e il loro arrivo deve molto alla tenacia dei vertici dell’Area marina protetta e del sindaco di Santa Margherita, Paolo Donadni, anche presidente del Parco regionale di Portofino. Proprio loro un paio di anni fa, hanno scoperto in rete il Seabin e hanno cominciato a tempestare la giovane startup australiana per acquistare i dispositivi. Ma senza ricevere risposta. “Abbiamo anche tentato di produrre direttamente i cestini del mare, ma non abbiamo trovato nessuna azienda italiana disposta a svilupparli” spiega Fanciulli, “finché l’azienda francese che aveva comprato l brevetto ci ha contattati: due settimane fa abbiamo formalizzato l’acquisto”. I primi cestini saranno installati nell’area del porticciolo di Santa Margherita. “Quest’azione è solo una delle molte che abbiamo avviato per tutelare l’ambiente” dice Donadoni, che ha appena portato la differenziata porta a porta dal 50 al 71 per cento in due settimane e vuole convertire i bus che collegano Santa Margherita a Portofino in veicoli elettrici o ibridi. “Dal 2015 il Comune ha ottenuto la bandiera blu, ma la zona del porto va migliorata. I cestini del mare aiuteranno. Stiamo organizzando la barca che si occuperà, una o due volte al giorno, di svuotarli”. Se la sperimentazione funzionerà, i Seabin si diffonderanno in tutta l’Area protetta di Portofino. “Il problema della plastica in mare è gravissimo” dice Fanciulli, “per questo non ci stiamo solo occupando della superficie: tra poche settimane cominceremo anche a lavorare in profondità. Grazie al nuovo Rov che abbiamo acquistato per scandagliare ciò che non riusciamo a vedere: le plastiche delle lenze e delle reti accumulate sui fondali”.
Michela Bompani – Scienze – Il Venerdì di La Repubblica – 13 aprile 2018 –

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