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mercoledì 4 aprile 2018

Lo Sapevate Che: I Padroni sì che hanno fantasia...


L’utopia era il mestiere di Giorgio Gaber. Di utopia in fondo parla l’inedito prodotto da Ivano Fossati, Le donne di ora. Le donne di ora sono un’utopia perfino per la generazione delle loro nonne. L’utopia, nel senso della capacitò d’immaginare e preparare un futuro impensabile ai contemporanei, era un tempo anche il mestiere della sinistra, prima che finisse prigioniera di un ceto di burocrati, scambiando la rassegnazione per realpolitik. Oggi il compito della sinistra è censurare e auto censurare qualsiasi fantasia progressiva. Lo si vede nel dibattito sul cosiddetto reddito di cittadinanza, termine improprio. Si tratta di un semplice aiuto temporaneo a chi è in cerca di lavoro ed esiste in varie forme nella maggioranza dei Paesi europei, ma in Italia, con un quarto di popolazione sulla soglia della povertà, è presentato come il sogno di Pulcinella. Non parliamo di fare una patrimoniale per aggiustare i conti pubblici e abbassare le tasse ai lavoratori, dio ne scampi. La forza dell’utopia è passata negli ultimi decenni nel campo del potere. La scuola di Chicago, il turbo liberismo, sono stati fonti inesauribili di idee pazze e puntualmente realizzate. Nessuno poteva immaginare trent’anni fa che si sarebbero abbassate le tasse soltanto ai più ricchi o che i giovani avrebbero accettato lavori precari e perfino gratuiti o che si potesse un giorno privatizzare tutto, dalla sanità all’acqua. Uno straordinario esempio di utopia del potere sono i monopoli di Internet. Quattro miliardari americani, ricchi come metà della popolazione terrestre, cui è lasciato l’immenso potere della rete, in un regime di Far West delle regole, senza un contraltare pubblico e nemmeno chiedere in cambio che paghino le tasse: pazzesco. È un’illogica utopia, per citare Gaber, l’azione della Bce. Di fronte a un sistema bancario cronicamente insolvente, fondato sulla speculazione da casinò dei derivati, Francoforte ha reagito con la più folle delle mosse. Stampare montagne di euro. Undicimila miliardi creati dal nulla, senza alcun legame con l’economia reale, da pompare nel sistema finanziario. Una bolla al cui confronto i precedenti storici impallidiscono, dalla Tulipomania del Seicento fino ai Bitcoin, sono scherzi da bambini. Undicimila miliardi, uguale cinquanta milioni di posti di lavoro, la scomparsa della povertà dal continente. Tutto questo mentre i socialisti europei bocciavano come spreco assurdo l’idea di trovare qualche decina di miliardi per evitare il massacro della Grecia, che aveva già ripagato in interessi e più volte il proprio debito pubblico.
Curzio Maltese – Contromano – Il Venerdì di La Repubblica – 30 marzo 2018 -

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