Grazie Renzi,
Preferisco di No
Visto Lo Sfondo Di Fine
Anno, ingannevoli
decreti, e contro stralci, un vero cinepanettone parlamentare, forse varrebbe
la pena di metterlo sotto una teca. Di farne una rara installazione di politica
contemporanea italiana. Il semplice “No, grazie” di Giusi Nicolini, sindaco di
Lampedusa, è un evento atomico. Chi aveva mai sentito un rappresentante del
popolo, un amministratore locale rifiutare le luci della ribalta nazionale?
Sindaco da Baseball. Persino ripetutamente. Anche quando
Matteo Renzi sbarca a Lampedusa, visita con cui inizia la sua vita da
segretario Pd. Ad accoglierlo c’è lei, il sindaco, ambientalista solidale e
accogliente, votata un anno e mezzo fa da un pezzo del Partito democratico
mischiato a una lista civica. Che la sostiene. Viene eletta dopo Dino De
Rubeis, il primo cittadino che se ne andava in giro con una mazza da baseball.
Doppio No. Con Renzi, il sindaco aveva già
parlano giorni prima quando l’aveva cercata per avanzare la proposta “gratificante
sul piano personale” di far parte della direzione nazionale del Pd. Nicolini,
che non era tra le beniamine dell’apparato pre Renzi, aveva ringraziato. Ma
aveva detto “no”. A sorprendere, ad avere del sensazionale è stata la
motivazione della scelta.
Caro Pd. Ha spiegato che per ogni riunione
avrebbe dovuto sottrarre tre giorni al lavoro di sindaco (capito, Matteo?),
tradendo così la fiducia dei cittadini. Senza considerare, ha aggiunto, che il
via vai avrebbe avuto un costo economico visto che d’inverno c’è solo l’aereo
per arrivare a Palermo e il biglietto vale ben 120 euro ai quali aggiungere il
prezzo del volo per Roma o della nave, a seconda delle condizioni del tempo. Di
fatto, soldi pubblici, che mica si possono sprecare così.
Etica Femminile. Che si tratti del segno di un’etica
perduta e ritrovata? O della nascita di un fondamentalismo amministrativo nel
pezzo di terra mediterranea tra l’Africa e l’Europa? Forse più semplicemente di
una donna capace di mostrare la via e il modo sano di gestire la Cosa pubblica,
senza interesse per il potere e i suoi strumenti. Proprio negli ultimi giorni
dell’anno in cui la politica è apparsa sempre meno identitaria, visionaria,
progettuale, sempre più trimacionesca.
Giusi Guastafeste. Una provocazione, è stato il
commento sul gran rifiuto di Nicolini tra i ghiottoni del Palazzo romano. Una
seccatura, si può immaginare, per esempio, per uno come Vincenzo De Luca che,
da sottosegretario alle Infrastrutture, non lascia la poltrona di sindaco, è la
sua giustificazione). Già infastidiva il monitoraggio dei grillini e la
filosofia da sfasciacarrozze del renzismo- Ora, ci si mette anche la serietà di
una donna. Nel mezzo della polemica per il decreto SalvaRoma, bloccato da
Giorgio Napolitano, in cui viene infilato con l’assenso di buona parte
dell’arco costituzionale, di tutto e “di spighetto”.
Meglio Sì. Un’olimpiade del clientelismo.
Mentre, ciliegina sulla torta, il sindaco di Lampedusa, invece di rivenderlo
alla grande, si dispiace persino che Renzi abbia reso pubblico il suo “no”. In
effetti, ci sarebbe bisogno del “si” di una come lei.
Denise Pardo – L’Espresso – 9 gennaio 2014
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