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mercoledì 15 gennaio 2014

Lo Sapevate Che: Contromano...


Europa e riforme radicali: ecco l’unica barriera
Contro il nuovo fascismo

“Se non il fascismo, che cosa?” si chiedeva Giorgio Bocca. Non se ne
fosse andato due anni fa, gli avrei chiesto che cosa ne pensava dell’ultima
ricerca di Ilvo Diamanti. Gli italiani hanno fiducia per il 70 per cento nelle forze
forze dell’ordine e soltanto per il 6 nei partiti. La situazione dei primi anni Venti non doveva essere molto diversa.
La crisi ha fatto ricrescere in tutta Europa la pianta velenosa del nazionalismo. Movimento di estrema destra avanzano per ora nelle periferie del continente, in Austria, in Ungheria, in quasi tutto l’Est, ma anche in Olanda e in Francia, dove se si votasse oggi forse vincerebbe Marine Le Pen. In Italia il dibattito pubblico non è mai stato così tanto violento e reazionario, nei toni e nello stile, in una parola:  fascista. Basta accendere una sera qualsiasi la televisione e assistere alla quotidiana cagnara di cialtroni impegnati nella solita gara a chi urla più forte.
Vent’anni di berlusconismo non si archiviano con una sentenza di tribunale. Hanno scavato a fondo nell’animo degli italiani, ne hanno riacceso l’anarchismo autoritario, gli antichi pregiudizi, il disprezzo per la cultura, il servilismo cortigiano, l’amore per le soluzioni semplici ai problemi più complessi, la sfiducia atavica in qualsiasi istituzione e in particolare per quelle democratiche.
Al resto hanno  la corruzione e l’ignoranza del ceto politico, la frammentazione dei partiti, l’ottusa persistenza di una burocrazia feroce e ancora una volta l’opera di disinformazione e di analfabetizzazione della peggiore televisione al mondo, purtroppo in un Paese ipnotizzato davanti al piccolo schermo. Tutto questo ha riportato il pericolo del fascismo all’attualità. Beppe Grillo e Silvio Berlusconi, i migliori rabdomati degli umori popolari, stanno spostando l’asse delle loro propagande sempre più a destra, verso in nuovo nazionalismo anti europeo.
L’Unione europea con tutti i suoi difetti, costituisce l’ultimo baluardo e ostacolo all’avvento di un regime autoritario. L’uscita dall’euro spianerebbe la strada verso un nuovo fascismo. La sinistra italiana, oggi come allora, non avverte il rischio di un ondata autoritaria, troppo impegnata come al solito in guerricciole per il potere interno. Non bastasse, questo governo indeciso a tutto e appeso  alla volontà di un presidente quasi novantenne ricorda ogni di più la Repubblica di Weimar. Se appena immaginassero quanto rischiano loro e l’intera democrazia italiana, farebbero le riforme in poche settimane, invece di rinviarle da mesi e mesi.
Ma davvero non capiscono dove sta andando un Paese dove la polizia è dieci volte più amata dei partiti?

Curzio Maltese – Il Venerdì di Repubblica – 10 gennaio 2014

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