Qualche Idea Per Far
Ripartire Il Sud
Bisogna valorizzare le
sue bellezze.
Fare in modo che i
cittadini se ne innamorino. Dare informazioni sullo stato dei terreni e delle
coltivazioni senza speculazioni. Insomma, adottarlo come Tommaso Cestrone
adottò la Reggia di Carditello
Di storie belle
da raccontare e da ascoltare il Sud ne ha tantissime. Sono storie che affondano
le loro radici in un passato lontano, in un passato che talvolta non crediamo
sia importante preservare. Eppure, se
ciascuno di noi come individuo, per non perdersi, deve sempre ricordare da dove
viene, credo che la stessa regola di buon senso valga per la collettività.
Ricordare da dove veniamo, cos’è stato prima di noi, come apparivano le terre
che ora abitiamo, è fondamentale per comprendere che uomini siamo. Del resto,
non si parla di organizzazioni criminali per infliggere il colpo di grazia alle
regioni in cui esse sono più forti, al contrario, se ne parla perché
comprendere le dinamiche vuol dire essere in grado di opporre resistenza, di
fare argine. Vuol dire essere consapevoli che, molto banalmente, anche
l’inazione può diventare complicità.
E Il Sud Di Storie
Belle, di storie che
vale la pena raccontare con onestà, senza citare a ogni passaggio cruciale le
parole camorra e corruzione, bisogna esserne davvero innamorati, di questo Sud.
Bisogna riconoscere, senza considerarle una diminutio, le differenze che
esistono con altre parti del nostro Paese. Non bisogna essere accondiscendenti,
ma solo consapevoli che stiamo raccontando storie di quella parte di Italia che
oggi più che mai sembra essere la grande sconfitta. Un carrozzone da cui non
sembra venire nulla di buono. Il luogo da cui partono gli scandali, da cui
partono le spallate ai governi tanto fragili degli ultimi anni.
Ecco Perché Mi Piace pensare che il Sud possa ripartire
solo se consapevole della propria identità. Che possa ripartire da ciò che di
più prezioso ha, ovvero la sua infinita bellezza. Ecco perché mi piace pensare
in maniera romantica a questo ministro – mi riferisco a Massimo Bray, ministro
dei Beni e delle attività culturali e del turismo – forse il più importante per
il Sud, che visita il parco della Reggia di Caserta in bicicletta per vedere,
senza dare alcun preavviso, quale sia il suo stato. Mi piace pensare che la
Reggia di Carditello sia parte di un piano di rilancio dei siti d’arte del Sud.
Mi piace pensare che per ridare fiducia a chi l’ha persa, si riparta proprio
dalla restituzione della bellezza. Ma la reggia di Carditello non è solo un luogo
un tempo ameno da restituire al suo originario splendore. Carditello è molto di
più: è un luogo carico di simboli.
Intanto non era solo un paradiso terreste per lo svago dei
Borbone, che a vedere ora la sua ubicazione si è presi da un moto di rabbia quasi
incontrollabile. Un paradiso terrestre lambito dal Volturno e dai Regi Lagni,
corsi d’acqua ora compromessi. Un paradiso terrestre in una terra abbandonata.
Carditello era tutt’altro. Tra il 1700 e il 1800 fu una fattoria modello, nota
per le razze pregiate di equini e bovini che vi si allevavano. La provincia di
Caserta, nota forse per un errore di trascrizione come Terra di lavoro, era
ricca di siti analoghi: la sete di San Leucio, l’allevamento di fagiani a
Caiazzo. Eccellenza che per secoli sono state il centro attorno a cui gravitava
la vita sociale ed economica di moltissimi comuni.
Quello Che E’ Accaduto
Dopo, è storia di distruzione, ma chi ama il
Sud lo sconosce, sa che quando un luogo incustodito viene depredato non è
sempre o soltanto per mano della camorra. Perché al Sud la camorra non è solo
un’organizzazione criminale, ma è un modo di concepire la vita. Fottere per non
essere fottuti. Fottere per primi. Solo la bellezza, la fierezza di appartenere
a un territorio nobile per storia e dignitoso per il lavoro, possono costituire
il vero riscatto per chi in questa logica si sente intrappolato e vorrebbe liberarsene.
Il Sud Può Ripartire Se verranno valorizzate le sue
bellezze. Se verrà trattato senza semplificazioni. Se verrà raccontato per quello
che è. Se i suoi cittadini se ne innamoreranno. Se le informazioni sullo stato
dei suoi terreni e delle sue coltivazioni verranno date senza speculazioni. Il
sud potrà ripartire solo se chi lo ama lo adotterà come Tommaso Cestrone aveva
adottato e curato la Reggia di Carditello. Il Sud potrà ripartire solo se i
suoi figli, me compreso, vorranno restituire il favore della vita con la
gratitudine della cura.
Roberto Saviano – L’Espresso – 30 gennaio 2014
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