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martedì 14 gennaio 2014

Lo Sapevate Che: Lettera a mio Figlio.....


Razzismo
Chi Odia Non Pensa

Da sempre l’essere umano porta con sé questa malattia. Nasce da ignoranza e paura. Va combattuta: stare insieme non è facile, ma si può imparare
Il razzismo non è a senso unico. Oggi si insultano i neri, domani i neri potrebbero insultare i bianchi. Tutti possiamo diventare stranieri

Figlia mia
Ti scrivo questa lettera dopo aver visto alla televisione una donna del Fronte nazionale parlare della nostra ministra della Giustizia, Christiane Taubira, come di una “scimmia” che dovrebbe andarsene a vivere sugli alberi. Sei rimasta scioccata perché eri convinta che il razzismo fosse in via di estinzione. Hai detto: “E’ avvilente, il razzismo non demorde, è sempre là e sempre più offensivo” . Sì, hai ragione, il razzismo non è una moda, qualcosa di passeggero. Il razzismo è radicato in certi tipi di mente, per non dire in tutte le menti. Oggi l’impressione è che sia più attivo, ma in effetti è diventato solo più banale: le persone che non si trattengono ed esprimono pubblicamente il loro odio e il loro disagio, puntando il dito sullo straniero, su colui o colei che non ha lo stesso colore della pelle. Hanno bisogno di spostare le cause dei loro problemi attuali (disoccupazione, precarietà, insicurezza) su altri. Sanno perfettamente che gli immigrati non sono, per esempio, i responsabili della chiusura delle fabbriche, né del peggioramento delle condizioni di lavoro. Lo sanno bene, ma hanno bisogno di trovare in fretta qualcuno su cui riversare il loro rancore e la loro insicurezza . La novità è che se ne parla molto più di prima.
Tu capisci bene, figlia mia, che il sistema dell’esclusione, del rifiuto, è dappertutto lo stesso. Come ti avevo raccontato, in Italia la ministra per l’Integrazione, Cécile Kyenge, originaria di Kinshasa nel Congo, della pelle nera, è stata insultata da altri deputati e da certi manifestanti. Il messaggio era che non ha diritto a far parte del governo italiano e che il suo posto è nella foresta africana. Il razzismo non pensa: reagisce seguendo i propri istinti – che spesso sono bassi -, diffonde l’odio e tutto ciò che ne deriva.
Come ti ho detto tempo fa, si comincia con barzellette di cattivo gusto sugli ebrei e si va a finire con quelle con quelle sui campi di concentramento e le camere agas. Il razzismo non si ferma davanti a niente, anche se la nuova presidentessa del Fronte nazionale sta tentando di nascondere e di mascherare la vera essenza correggendo l’immagine xenofoba trasmessa spesso dal padre, questo partito di estrema destra poggia ancora i suoi ragionamenti sul rifiuto dello straniero, arrivando a dimenticare, o a far finta di dimenticare, che Mohamed Merrah, il pazzo furioso che nel marzo 2012 ha assassinato prima dei militari a Montaubane e poi dei bambini ebrei  davanti a una scuola a Tolosa, era francese, nato in Francia e quindi non immigrante. Ciononostante, la presidentessa ha minacciato che da quel momento in poi – migliaia di Merrah sarebbero sbarcati da aerei e barche “: ecco fatto l’amalgama tra terrorismo e immigrazione!
Da quando la crisi economica, che è in realtà una crisi morale, si è acuita, si assiste a una liberalizzazione dei bassi istinti, a una banalizzazione del discorso razzista. Il fatto che la ministra francese della Giustizia Christiane Taubira sia nata nella Guyana, abbia la pelle scura, sia una donna forte e intelligente, si sia battuta per il matrimonio omosessuale e abbia difeso le minoranze, infastidisce certi francesi. Lo spirito coloniale esiste ancora. Un tempo questa donna sarebbe stata considerata una schiava, ma oggi la schiavitù non c’è più e la signora Taubira è a capo di un ministero importante. Ciò non va giù ai razzisti, in Italia o in Francia che sia.
Hai in mente gli insulti e i versi di animali urlati da certi tifosi quando entrano in campo i giocatori di pelle nera? Succede in Italia e anche altrove. Sappiamo che lo sport scatena le passioni, ma in questo caso scioglie gli istinti più odiosi dell’essere umano. Anche l’ex presidente del Fronte nazionale, Jean-Marie Le Pen, ha criminalizzato in passato gli atleti neri.
Quindi tu mi hai chiesto: “Che cosa si può fare contro la banalizzazione del razzismo? Come si combattono l’odio e la stupidità?”.
Ciò che s’impara a scuola è importante, ma non è sufficiente. Scrivendo quel breve libro in cui ti spiegavo i meccanismi del razzismo ho creduto che lo avremmo fatto indietreggiare. Sì, imparare è l’inizio della lotta contro i pregiudizi. Ma è necessario che a ciò si affianchi un lavoro permanente che parte dalla scuola, passa dalle famiglie e arriva ai politici. I media svolgono un ruolo fondamentale in questo processo. Devono essere vigili e i giornalisti non devono mai perdere di vista che il razzismo esiste e non scomparirà da solo.
Anche la giustizia ha un ruolo da svolgere, ma alcuni giudici restano uomini con i loro pregiudizi. Occorre una mobilitazione generale in tutti i paesi contro questo flagello che è sempre esistito da quando l’uomo è apparso sulla terra. Il razzismo non è a senso unico. Oggi s’insultano neri, domani i nei potrebbero insultare i bianchi. Vivere insieme non è facile. Si apprende e ci sono delle norme che definiscono i diritti e i doveri. Lo straniero non è un essere a parte – tutti potremmo un giorno diventare stranieri. Basta viaggiare per diventare degli stranieri nei luoghi in cui ci rechiamo. Il razzismo stabilisce delle differenze tra le persone: c’è la persona, poi la sua tribù e infine gli altri. Per questo dobbiamo insistere su una verità scientifica: le razze non esistono. Non c’e una razza bianca o una nera o una gialla….
C’è una razza, che è la razza umana composta da miliardi di esseri tutti diversi e tutti uguali. Il giorno  in cui le persone si convinceranno che le razze non esistono, quel giorno potremo dire che il razzismo ha subito una prima sconfitta. Ma non scomparirà. Perché il razzismo ha altri modi per farsi sentire. Non riusciremo mai a liberarci in modo permanente  da questa malattia che accompagna l’essere umano da sempre, ma questo non è un motivo per permettere che si diffonda senza fare alcunché. Tutte le ideologie totalitarie hanno usato il razzismo per diffondersi.
All’origine del razzismo ci sono l’ignoranza e la paura. Questi due aspetti devono essere quindi affrontati con l’istruzione e la scienza, dimostrando che non hanno ragione di essere, che si basano su impressioni false, che si tratta di meccanismi artificiali per imporre la supremazia di un gruppo su un altro. Che è un modo di perpetuare sotto altre forme la schiavitù, che per fortuna è stata abolita.
Traduzione di Guiomar Parada

Tahar Ben Jelloun – L’Espresso 9 gennaio 2014

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