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mercoledì 15 gennaio 2014

Lo Sapevate Che: Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere...


Due Cuori e un Manuale di Conversazione

Dopo una cena al ristorante, i coniugi Anna e Mike Peterson tornano a casa, augurano la buonanotte ai figli adolescenti che guardano la tv, e si ritirano in camera da letto. A quel punto Anna accende una candela aromatica “per creare un’atmosfera intima”. I dettagli non vengono resi noti, ma si presume che le attenzioni di Anna siano coronate dal successo. La mattina dopo Mike esce per primo per andare al lavoro. Quando sua moglie si sveglia, gli manda un sms: “Buongiorno amore mio. Come stai oggi? Io ho passato una splendida notte con te. Spero che troveremo il tempo per farlo più spesso”.” L’sms di risposta del marito arriva in una frazione di secondo: “Super-occupato”.
L’aneddoto viene raccontato da Elizabeth Bernstein nella sua rubrica (intitolata Bonds, “legami”) sul Wall Street Journal. La Bernstein fa seguire un interrogativo: uomini e donne parlano la stessa lingua? Ovviamente  è una domanda retorica. La risposta, la Bernstein l’ha già data con quel raccontino esemplare. Nulla di nuovo, nell’idea che Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere, titolo di un fortunato best-seller di John Gray (uscito 21 anni fa, ha venduto 50 milioni di copie). Quello che continua a sorprendermi, è l’idea molto americana che per favorire la comprensione tra lei e lui, basta un buon manuale per l’uso, un elenco di consigli da seguire con applicazione e diligenza.
Tipico dell’America è lo spirito “Can-Do”, l’idea che tutto è possibile, i problemi si possono risolvere a patto di trovare le ricette giuste. Anche quando sono problemi che risalgono, grosso modo, alla Genesi e a quel pasticciaccio nel Giardino dell’Eden.
Ecco i consigli pratici che l’autrice elenca sul Wall Street Journal per evitare il dialogo tra sordi.
Si comincia con noi maschi. “Quando ascolti…1) non pensare già a quello che stai per rispondere, mentre lei sta ancora parlando; 2) rivolgi delle domande follow-up (“consequenziali”), domande con cui vuoi approfondire, , sviluppare e capire meglio quello che lei sta dicendo, così dimostri che ti sta a cuore capirla; 3) chiediti come lei vorrebbe che tu le risponda.  Quando sei tu che parli…1) non dare consigli finchè non ti sono richiesti; 2) cerca di identificare alcune delle tue emozioni, e sfrutta l’occasione: esprimile!” Seguono altrettanti tips, suggerimenti pratici, rivolti a lei. “Quando ascolti…1) non ti arrabbiare se lui sembra laconico, conciso, secco, soprattutto nelle email e negli sms, può essere solo una questione di stile; 2) tiralo fuori dalla sua corazza esprimendo empatia con frasi del tipo: “Immagino che tu ti sentissi frustrato” ; 3) ostenta calma, affinchè lui si senta più al sicuro nel tirar fuori delle emozioni. Quando stai parlando…1) fai un po’ di editing alla tua narrazione, elimina dettagli, riduci le emozioni all’essenziale, prepara dei punti salienti; 2) spiegagli che tipo di risposta ti aspetti, non esitare a dirgli che non vuoi consigli e suggerimenti, bensì hai bisogno di ascolto e attenzione.
A me pare di cogliere nei consigli della Bernstein un pregiudizio in favore delle signore, e tuttavia…è difficile non riconoscersi in alcuni passaggi. Del resto la scrittrice è un’esperta, passa in rassegna studi molto dotti. Una ricerca della University of Pennsylvania riconduce le difficoltà di comunicazione al fatto che perfino i nostri cervelli sono strutturati diversamente. Quello femminile, sostengono i neuro scienziati, ha più collegamenti tra i due emisferi destro e sinistro, che facilitano il “multitasking” (l’abilità di svolgere attività diverse in simultanea) nonché il pensiero analitico (ohibò). Quelli maschili funzionano meglio in modo lineare, concentrando l’attenzione su un’attività alla volta.
Praticamente due specie animali diverse. Davvero possono bastare la buona volontà e la “manualistica” americana, per superare un simile divario? A giudicare dalle statistiche sui divorzi, viene il dubbio che dietro l’atteggiamento di noi europei – cinico, realistico, rassegnato? – ci sia qualche dose di buon senso che aiuta a non inseguire l’impossibile.

Federico Rampini – La Donna di Repubblica – 11 gennaio 2014

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