L’Ottusa Teresa
Ai giovani mancano
certe competenze nozionistiche. Lo si vede da come rispondono ai quiz
televisivi di storia.
Per il loro passato si
appiattisce in una nebulosa indifferenziata.
Ecco perché la memoria
va esercitata
Nell’ultimo “Espresso” è apparso una mia lettera a un
nipotino, in cui esortavo all’esercizio della memoria, invitandolo a mandare a
mente “La vispa Teresa”, perché la sua generazione rischiava di perdere sia la
memoria personale che quella storica e già molti studenti universitari (citavo
da alcune statistiche) pensavano che Aldo Moro fosse il capo delle Brigate
Rosse. Avevo scritto la lettera verso la metà di dicembre; proprio in quei
giorni appariva un video su Youtube, subito visitato da 800 mila persone,
mentre la notizia tracimava su vari quotidiani.
La Faccenda Riguardava “l’Eredità”, la trasmissione di quiz
condotta da Carlo Conti, in cui vengono invitati concorrenti certamente scelti
in base alla bella presenza, alla naturale simpatia o ad alcune caratteristiche
curiose, ma selezionandoli anche in base a certe competenze nozionistiche, per
evitare di mettere in scena individui che se ne stiano pensosamente a bocca
aperta di fronte alla sfida se Garibaldi fosse un ciclista, un esploratore, un
condottiero o l’inventore dell’acqua calda. Ora, in una serata televisiva Conti
aveva proposto a quattro concorrenti il quesito “quando era stato nominato
cancelliere Hitler” lasciando la scelta tra 1933, 1948, 1964 e 1979. Dovevano
rispondere tale Ilaria, giovanissima e belloccia, Matteo, aitante con cranio
rasato e catenina al collo, età presumibile sui trent’anni, Tiziana giovane
donna avvenente, anch’essa apparentemente sulla trentina, e una quarta
concorrente di cui mi è sfuggito il nome, occhiali e aria da prima della
classe.
Siccome dovrebbe essere noto che Hitler muore alla fine della
seconda guerra mondiale, la risposta non poteva essere che 1933, visto che
altre date erano troppo tarde. Invece Ilaria risponde 1948, Matteo 1964,
Tiziana azzarda 1979 e solo la quarta concorrente è costretta a scegliere il
1933 (ostentando incertezza, non si capisce se per ironia o per stupore).
In un quiz successivo viene domandato quando Mussolini riceva
Ezra Pound, e la scelta è tra 1933, 1948, 1964, 1979. Nessuno (nemmeno un
membro di Casa Pound) è obbligato a sapere chi fosse Ezra Pound e io non sapevo
in che anno Mussolini l’avesse incontrato, ma era ovvio che- il cadavere di
Mussolini essendo stato appeso a Piazzale Loreto nel 1945 – la sola data
possibile era 1933 (anche se mi ero stupito per la tempestività con cui il
dittatore si teneva al corrente degli sviluppi della poesia anglosassone).
Stupore: la bella Ilaria, richiedendo indulgenza con un tenero sorriso,
azzardava 1964.
Ovvio sbigottimento di Conti e – a dire la verità – di tanti
che reagiscono alla notizia di Youtube, ma il problema rimane, ed è che per
quei quattro soggetti tra i venti e trent’anni – che non è lecito considerare
rappresentativi di una categoria – le quattro date proposte, tutte
evidentemente anteriori a quelle della loro nascita, si appiattivano per loro
in una sorta di generico passato, e forse sarebbero caduti nella trappola anche
se tra le soluzioni ci fosse stato il 1492.
Questo appiattimento del passato in
una nebulosa indifferenziata si è verificato in molte epoche, e basti pensare a
Raffaello che raffigurava il matrimonio della Vergine con personaggi vestiti
alla foggia rinascimentale, ma ora questo appiattimento non dovrebbe avere
giustificazioni, visto le informazioni che anche l’utente più smandrappato può
ricevere su Internet, al cinema o dalla benemerita Rai Storia. Possibile che i
nostri quattro soggetti non avessero idea delle differenze tra il periodo in
cui entrava in scena Hitler e quello in cui l’uomo era andato sulla Luna? Per
Aristotele è possibile tutto quello che si è verificato almeno una volta, e
dunque è possibile che in alcuni (molti?) la memoria si sia contratta in un
eterno presente dove tutte le vacche sono nere. Si tratta dunque di una
malattia generazionale.
Nutrirei Qualche Speranza perché la
notizia di Youtube mi è stata segnalata, tra sghignazzi e cachinni, da un mio
nipote tredicenne e dai suoi compagni di scuola, che forse sapranno ancora
imparare “La vispa Teresa” a memoria.
Umberto Eco – L’Espresso – 16 gennaio
2014
Nessun commento:
Posta un commento