Quanto piace Julie al
Cavaliere
Trattandosi di eterno femminino, questione di cui è
accademico mondiale, la malizia che ci sia la rivalsa di Silvio Berlusconi,
indiretta o consapevole, nello scoop mondiale di “Closer” sulla liaison
peccaminosa di François Hollande con Julie Gayet è assai fondata.
Il “Closer” Di Silvio. A chi appartiene il settimanale? A Mondadori,
casa editrice della famiglia del Cavaliere, presieduta dalla figlia Marina. E
amministrata da Ernesto Mauri, pure presidente di Mondadori France, che nei
suoi gloriosi anni d’Oltralpe ha fatto di “Closer” un Talmud del “pipole” che
sarebbe “people” francesizzato e inteso come i vip.
Così Fan Tutti. Lo scoop contiene anche due
importanti messaggi. Il primo è che così fan tutti, quindi si pentano i soloni
del moralismo, povero Cavaliere, al solito un vero Calimero, cotto al gratin e
a puntino per qualche bagatella, e senza essere nemmeno un capo di Stato,
questo il refrain a Arcore. Il secondo più serio e importante è che grazie ai
suoi media, l’ex premier riesce ancora a condizionare e fare politica estera.
Neanche Una Copia. La notizia era una tale bomba che
nessun giornale del genere se lo sarebbe lasciato sfuggire. Nonostante la
tiratura monstre, prima delle sette del mattino di un livido 17 gennaio,
l’edicola di Saint Germain, angolo rue du Bac, strade dove la gente non tira la
carretta e mai all’alba, le copie erano esaurite. Così all’Opéra e in tutta la
città, anche nelle banilieues dove gli abitanti hanno ben altro a cui pensare.
Nei salotti parigini, crudeli e
affilati, è l’argomento: Hollande è le president coureur, “un dongiovann’”,
Valérie Trierweiler, première dame molto in bilico, la “cocu magnifique”.
Lacrime Ma Di Francia. In effetti è stata la prima volta.
La stampa non aveva mai svelato gli altarini dell’Eliseo. La grandeur,
innanzitutto. Anche Trierweiler pur in una valle di lacrime, pur descritta da
chi la conosce come preda dei demoni di insicurezza e gelosia, ha pronunciato
una frase all’altezza dello sciovinismo nazionale: “Mi ha umiliata davanti alla
Francia intera”, ha detto. In realtà, davanti al mondo intero. Ma per una
francese, cosa conta il resto del globo, rispetto a “una certa idea del proprio
Paese” come sosteneva il generale De Gaulle?
Chechez Les Femmes. Non che i predecessori di Hollande
non avessero dato il destro. Framçois Mitterand aveva una figlia, tutti
sapevano, nessuno osò parlare. Valéry Giscard d’Estaing era pazzo per le donne
e una sera a notte fonda, in macchina in compagnia di un’attrice, si diceva
fosse Sylvia Krstel, andò a sbattere contro il furgone di un lattaio che
sbigottito vide spuntare i piedi presidenziali in un pantano di latte dei
Pirenei.
Doccia A Tempo. Un altro inquilino dell’Eliseo per
la sua ars amatoria testata con delusione da molte dame del Faubourg-Saint-Honoré
era noto con l’irrispettoso soprannome “cinq minutes, douche comprise”, cinque
minuti doccia compresa. Sulla tempistica il dibattito era acceso, una corrente
di pensiero assai accreditata lo riduceca a “trois minutes”.
Parigi Senza Tabù . Tutto sempre coperto dal silenzio,
gràce à Dieu. Per questo lo scoop, al di là del contenuto, è stato un falò di
tabù, un terremoto bell’e buono. Al Cavaliere saranno tornati in mente i
sorrisetti scambiati alle sue spalle da Nicholas Sarkozy e Angela Merkel mentre
infuriava il bungà bungà.
E anche la
frase di Hollande sul fatto che Mario Monti aveva fatto rialzare l’Italia e gli
aveva ridato rispetto. “Closer”, che ha messo in crisi la reputazione del
presidente, lo ha vendicato. Sicuramente all’insaputa del Cavaliere
Denis Pardo - L'Espresso - 30 gennaio 2014
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